La Spagna più brutta del secolo ma l’Italia è pure peggio

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Abbiamo fatto ridere i polli più noi o loro? Lo scopriremo insieme. Di sicuro l’Italia di MaraMeo Sacchetti ce l’ha messa davvero tutta per essere una cosa buffa. Soprattutto negli ultimi quattro minuti. Quando, sul 56-52, cotti come una pasta e fagioli in busta che è sul fuoco già da un’ora e mezza, gli azzurri con la lingua a penzoloni e le braghe in mano non ci hanno più capito un tubo. Attaccando alla viva il parroco e prendendo a sassate il canestro, ma anche sfasciandosi in difesa e subendo un passivo di 0-10 nella volata finale. Alla quale praticamente non hanno partecipato e che li ha rispediti a casa da questo Mondiale cinese con le orecchie basse e le loro vanità, spero, sotto ai tacchi. Di modo che adesso ti verrebbe da dire “basta” supplicandovi: avete finito almeno di prenderci per il sedere o continuerete ancora a raccontarci la fiaba della rana e il bue alla vigilia del prossimo preolimpico? Perché magari io anche esagero, e in questo momento sono particolarmente incavolato, come del resto tutti i tifosi della nazionale, ma non credo che nessuno stavolta possa accusarmi d’avercela per partito preso con il cittì e i suoi dodici apostoli. Tra i quali i Giuda e i San Pietro non si contano. Però i nomi li lascio fare a Giannino Petrucci se vuole. Altrimenti è uguale: cambia poco. Avevamo però un’opportunità più unica che rara di volare nell’olimpo delle migliori otto al mondo e forse anche d’essere una delle due europee che si qualificheranno per le Olimpiadi dell’estate prossima a Tokyo. A parte infatti la Serbia, e forse la Francia, ma neanche, con tutte le altre avremmo potuto giocarcela alla pari. Sicuramente con la Polonia, che oggi ha pur eliminato la Russia, o con la Grecia di Antetokounmpo, mvp Nba, che è già stata messa nel sacco dal vecchio e commovente Brasile. E invece a Wuhan nei giorni scorsi abbiamo fatto i fenomeni con le Filippine e l’Angola, sai che sforzo, e abbiamo tenuto testa ai plavi di Sasha Djordjevic solo per poco più di venti minuti prima d’essere presi a calci. Infine nel pomeriggio la Spagna. Eccomi, finalmente ci sono arrivato. La più brutta Spagna di questo secolo va detto subito se le poche frecce rimaste nell’arco di Gel Scariolo, dopo i forfait di Abrines, Paul Gasol, Mirotic, Ibaka e del Chacho Rodriguez, praticamente un intero quintetto-base, erano spuntate e si sono smarrite nel marasma generale. Ricky Rubio ha cominciato sparando assist in faccia ai poveri fotografi. Marc Gasol, marcato da Paul Biligha, ha segnato il suo primo e unico canestro della partita, per quanto ad hoc, nell’ultimo minuto dell’indecente partita. Rudy Fernandez non pervenuto a parte una sola tripla centrata quasi per sbaglio. E allora come abbiamo fatto a perdere (67-60) pur dopo un’uscita dai blocchi di partenza brillantissima in attacco con Gallinari e e Datome davanti a tutti e coraggiosa in difesa con un sorprendente ed esplosivo Biligha? Perché sul 15-5 abbiamo perso di vista Sergio Llull, entrato dalla panchina, che ha presto ricucito lo strappo, e Juancho Hernangomez nel secondo quarto è diventato un gigante sotto canestro. Tutto qui? No, ci abbiamo messo anche molto del nostro e Sacchetti del suo. Di nuovo malissimo Luca Vitali, Brooks e Tessitori. Poco o niente Alessandro Gentile (3/11). In più Marco Belinelli, un mezzo disastro, che ha sparacchiato a salve: 0 su 6 nelle bombe e 3 su 16 in totale. Filloy e Abass dimenticati. Qualche lampo di Amadeus Della Valle troppo presto rimesso a sedere. Hackett è stato il nostro miglior rimbalzista (8), ma in regia non ha mai acceso la luce. Appena 5 punti di Gallinari nella ripresa. Molti cambi strani e sbagliati. Però anche il risveglio di Rubio (15) dopo l’intervallo lungo e una Spagna che almeno in vista del traguardo non aveva il fiatone come l’Italia. Peccato. Soprattutto per Datome che ha sputato l’anima nonostante non avesse la benzina nelle gambe e per Biligha che è stata l’unica scommessa vinta dal cittì in un Mondiale che abbiamo buttato alle ortiche non giocando neanche un basket champagne e disinibito in attacco come di solito riesce alle squadre di Sacchetti. Anzi, il nostro fucile si è spesso inceppato e si è persa così la bussola strada facendo. Al termine di una partita che lo si sarà capito: è stata una partitaccia, goffa e pasticciata. Dove le abbiamo più prese che date. Arbitrata senz’altro da cani, ma non per questo abbiamo perso. Insomma la Spagna si sarebbe potuta benissimo battere e questo è quello che ancora più mi rode. In coda le pagelle larghe di manica avendo finito la boccetta di veleno che domani andrò comunque a comprare in paese. Della Valle 6, Belinelli 4, Gentile 4.5, Biligha 7, Vitali 3, Gallinari 6.5, Hackett 6, Brooks 3, Tessitori 4, Datome 7 di cuore. E proprio il capitano con Biligha nella foto contro Marc Gasol.