7 febbraio, venerdì Cambio vita o, meglio, abitudini. Anche perché meglio di così non avrei mai pensato di poter stare dopo tutto quel che ho dovuto passare nell’ultimo quinquennio. Covid escluso. Ho recuperato ad esempio quasi tutti i gusti al punto che sabato sera ho divorato la lepre, impallinata in una generosa riserva di caccia, con la pevarada della Liliana, favolosa cuoca istriana alla quale mai avrei creduto di chiedere voracemente anche il bis. Magari per molti dei miei aficionados questo non è un serio cambiamento di vita che giustifichi tanto entusiasmo e invece devo dirvi che per me questa è la prova del fuoco che spiega oltre ogni ragionevole dubbio perché ho lasciato alle spalle il lungo periodo buio in cui ero diventato gioco-forza vegetariano e bevevo a litri, non esagero, solo il brodo di cappone che la Tigre mi preparava almeno una volta a settimana E per il quale in verità andavo pazzo. Ma lo sorseggiavo con amore e piangevo. In silenzio. Vedendomela davanti parecchio brutta.
Ve l’ho poi già raccontato: oggi vado sereno anche dal dentista a togliermi un molare e ho senz’altro più paura quando sto seduto dal barbiere che mi fa la barba al sottomento. Che non è la pappagorgia di Flavio Tranquillo molto simile a quella di un tacchino al quale tirare il collo quando comincia a gloglottare. Cioè a fare il verso. Insomma a sbraitare senza senso nell’orecchio di Davide Pessina, santo e martire. Del resto Ciccioblack nel giorno del Thanksgiving, la festa del Ringraziamento che negli States cade ogni anno nel quarto giovedì di novembre, non può e non potrà nemmeno volare a Los Angeles per vedere Luka Doncic con la maglia dei Lakers che farà presto a cazzotti con LeBron James perché non sarà stato ai patti avendo sparato ben due triple meno di quell’ingordo di compagno di squadra. Difatti, appena sbarcato all’aeroporto californiano, la gente salterebbe subito addosso al logorroico radiocronista per cucinarselo al forno il prossimo 27 novembre col ripieno di salsiccia e castagne. E le patate arros(ti)te. Una vera delizia. In compenso Ciccioblack è andato a Parigi (e io pago ben 80,70 euro ogni mese a Sky!) per il doppio confronto degli Spurs contro gli Indiana Pacers dall’esito scontatissimo: San Antonio ha vinto a mani basse il primo (140-110, 30 punti di Wembanyama) e allegramente perso il secondo (addirittura 98-136). Neanche non si fossero messi prima d’accordo. Tanto più che la Nba in Italia la guardano ormai al massimo quattro gattini delle scuole medie. Mentre negli Usa è in crisi nera. Che più nera non si può. Persino sui telefonini. Ed io invece nel frattempo mi sono tolto grazie a trentacinque radioterapie un bel peso dalla gola, ovvero il plasmocitoma, e tengo sotto controllo il mieloma cronico che mi procurava più di qualche lisi alle ossa con un sola puntura chemioterapia alla pancia e qualche goccia di cortisone al mese.
Ebbene sì, mi sono sbrodolato addosso, come sicuramente penserà il grande Larry, sino a dovermi togliere in tutta fretta il pullover rosso che mi sono appena fatto fare dalla magliaia e che qui potete ammirare ancora pulito nella foto dell’articolo che non pubblicherò più su Facebook per le ragioni che ieri non vi ho nascosto. Ma avevo proprio bisogno di confessarmi con chi mi è davvero amico. Come Nico che mi ha detto che sono diventato troppo buono e non si è sbagliato. Forse. E comunque sono felice d’essermi un cincinin addolcito. Sotterrando l’ascia di guerra con P(r)ozzecco, che vedrò volentieri a Torino mercoledì e giovedì alla Final Eight di Coppa Italia, e con il Messi(n)a col quale ci siamo scambiato canestri d’auguri per il 2025. Anche se la satira non può far sconti a nessuno. E difatti tirerò di nuovo le orecchie al cittì azzurro se, come credo, porterà Davide Casarin con lui in nazionale a Istanbul il 20 febbraio contro i turchi e poi a Reggio Calabria tre giorni dopo con i magiari. Dal momento che persino Olivetta Spahija lo ha ultimamente escluso nella ripresa dalle sue rotazioni se vuole vincere pure lui qualche partita e non giocare quasi sempre in quattro contro cinque. Contento Nico? Del resto la pensano come te il 99 per cento degli allenatori italiani che mi pregano però di non scriverlo e non il 100 per cento solamente perché con Ettore non voglio rompere il ghiaccio con queste storie che in fondo entrambi sappiamo che sono monate rispetto ai grossi problemi che stanno divorando la nostra pallacanestro. Armani e Segafredo escluse. E forse la vispa Brescia e la deludente Tortona.
Un’altra volta vi spiegherò cos’è la salsa di pevarada e la Tigre, che la sa fare altrettanto bene, vi detterà la ricetta. Così come cercherò invano di convincere gli ignoranti che l’intelligenza è la peggiore delle minacce. Molto più di un maglione di cachemire rosso fuoco che secondo loro i comunisti non possono indossare specie quando scrivono o stanno mangiando i bambini. Adesso invece, prima dell’anticipo della Juventus a Como che vedrò dopo cena e dopo aver finito di buttar giù questo pezzo molto confidenziale, vi confesso anche le ragioni per cui cambierò da domenica le mie abitudini di giornalista in pensione che voleva seguire più avvenimenti sportivi possibili in televisione, come la prima sconfitta stagionale del Padova a Verona con la Virtus di Gigi Fresco, magnifico presidente-allenatore dal 41 anni della società del quartiere di Borgo Venezia, o del Qatar Masters del tour europeo di golf dove dopo le prime diciotto buche Andrea Pavan ieri era terzo ad un colpo dal danese Neergaard-Petersen e dall’inglese Robinson-Thompson. Ovviamente in registrata e senza conoscere anzi-tempo l’andamento degli eventi. Col rischio però di venire a sapere quasi per sbaglio a mezzanotte della conquista della medaglia d’argento della mia preferita, Federica Brignone, in superG ai Mondiali di Saalbach che ho seguito dalla mattina alla sera come inviato del Giorno già nel 1991 prima dei Mondiali di fondo in Val di Fiemme che esattamente tra un anno sarà sede delle gare olimpiche a tecnica classica, che prediligo, e a skating. O di non sapere nemmeno adesso come è finito il superG iridato maschile d’oggi che si è disputato a mezzogiorno e dintorni.
No, questo non è assolutamente possibile: è da stupidi. E allora ho deciso che dovrò da domani smettere di registrare anche le partite di ping-pong al meglio dei cinque set cominciando dal calcio che quasi sempre mi rattrista, specie quando guardo la Juve del Presuntuoso, e di cui a nessuno devo spiegare niente di niente perché tutti come Mottarello ormai sanno tutto di tutto. Anche che l’Inter avrebbe sicuramente perso 3-0 a Firenze e che Kean avrebbe firmato un’altra incredibile doppietta arrivando a 19 reti segnate da metà dello scorso agosto. Inoltre, per non sapere i risultati finali delle partite, non leggo più da una settimana la Gazzetta disperata per la sconfitta dei nerazzurri con la Fiorentina bidoniera di Italiano che è nato in Germania, a Karlsruhe, e di questo riesco a farmene facilmente una ragione, ma non posso non sfogliare per giorni le pagine sportive dei quotidiani e scoprire solo ieri che due giornalisti che pure stimo come Marco Bucciantini e Daniele Dallera, che hanno idee di sinistra, o almeno le avevano prima di lavorare per l’impossibile Urbano Cairo, non si sono trovati politicamente d’accordo con Yannik Sinner che ha preferito andare a sciare sulle sue nevi piuttosto che perder tempo a Montecitorio.
E così, ora che il mio meraviglioso professore d’ematologia oncologica di Padova mi ha dato il permesso di mangiare quel che voglio, basta che mangi sano, e d’andare dove voglio, basta che faccia quel che più mi piace, ho questo programmino per domenica: alle 12.30 sarò a Sant’Elena per Venezia-Roma, ultima spiaggia, poi volerò al Palaverde per Treviso-Reggio Emilia delle 16.30 e, se farò ancora in tempo, assisterò alle 19 dal vivo anche a Reyer-Napoli avendomi il presidente Federico Grassi, che mi piace assai, regalato un biglietto per il delicato match del Taliercio. Mentre mi registrerò solo le partite di pallacanestro o nemmeno quelle. Visto che sono abbonato anche a Dazn che le trasmette tutte pure in hightlights. Con gli ottimi commenti di Simone Pianigiani. Al quale il magnifico Vate, Valerio Bianchini, ha pregato di fare i complimenti che, fatti da lui, sono sempre sinceri. Buona notte. Ma prima vi dico che Pierre dalla Puglia avrebbe dovuto accettare i 70.000 euro e non in extremis i 25.00 che gli ha offerto il dottore d’Affari tuoi ingolosito dai 300.000 che non aveva dentro pacco, ma appena 50 euro. Meno male. Perché mi diverte molto Stefano De Martino, per me secondo solo al desaparecido Rosario Fiorello, che non perdo mai di seguire tutte le sere dopo cena. Girando le spalle alla tivù dallo scrittoio del salotto nuovo (nella foto, ndr) prima di vedere il gran finale d’Affari tuoi sprofondato sul divano con i piedi sul pouf. Non mi credete? Fate pure a meno. Sono diventato buono.