“A te che sei un leone, a te che guai a chi tocca la tua Tigre, a te che hai fatto due figli in un colpo solo, a te che la comoda vita di provincia ti andava stretta, a te che hai sempre cercato la tua strada anche mentre era difficile e tortuosa, a te che hai girato il mondo in cerca di quelle risposte che non sono scritte da nessuna parte, a te che hai intervistato anche i sassi, a te che hai scritto anche nei giorni di lutto e di terrore, a te che mi riempivi la stanza di bambole perché sapevi di mancarmi, a te che mi chiedi sempre se sono felice, a te che mi hai cresciuta a pane musica e libertà, a te che trovavi i biglietti di tutti i concerti, a te che mi portavi allo stadio o al palazzetto anziché in chiesa, a te che mi portavi al cinema a vedere due film alla volta, a te che alimenti la mia passione per il teatro, a te che ti commuovi quando senti il Nabucco, a te che adori il mio ragù bianco ma mi ricordi che quello della mamma è unico, a te che mi leggi negli occhi, a te che credi in me anche quando non siamo d’accordo, a te che al telefono mi chiedi cos’hai se senti la mia voce diversa, a te che sei della mia pasta, a te che mi ripeti che sono stupenda anche quando mi sento una merda, a te che sei sulla mia stessa lunghezza d’onda ma molto molto più saggio e sai vedere lontano, a te che preferisci essere scomodo piuttosto che disonesto, a te che hai il sorriso più profondo di qualsiasi altro eccetto Rocco, a te che sei il miglior nonno dell’universo, a te che non sai dirmi di no e mi rispondi vedremo, a te che vai pazzo per il pesciolino ma hai imparato a digerire anche il fieno, a te che ti chiamo babbo perché Papi ti ricorda Berlusca, a te che stai sempre dalla parte dei buoni e dei giusti, a te che scrivi poesia liquida con la calligrafia pulita come te, a te che sei un’icona per me e per mio figlio, a te che hai un carattere più cazzuto del mio, oggi più che mai urlo: auguri papà e ‘sti cazzi a tutti. @peaclaudio mors tua vita Pea #andràtuttobene finchè ci sei tu”.
Questa è la più bella lettera che una figlia possa scrivere a un padre: me l’ha scritta mia figlia Giorgia. Oggi nel giorno della festa dei papà. Una lettera che se la rileggo mi commuove ancora. Ma quant’è bello piangere. Chiuso in casa da due settimane, Giorgia con Rocco a Jesolo da un mese e Dio solo lo sa quanto mi mancano. Una lettera che ho ricevuto su Facebook e che ora giro sul mio carissimo blog. Perché dovete leggerla tutti. Per capire chi sono io e chi è mia figlia. Dalla quale ho imparato a scrivere: ci voleva tanto a capirlo? Nella foto insieme ad altre due grandi e belle donne: Catherine Deneuve e Juliette Binoche. All’ultima Mostra del cinema di Venezia. Quando ancora nessuno sapeva cosa fossero il coronavirus e una pandemia. Mentre in un giorno (oggi) i decessi in Italia sono stati 475: nemmeno in Cina si era mai registrato un numero così alto. E qualcuno è preoccupato non perché le scuole riapriranno solo a settembre, ma perché ancora non si sa quando si tornerà a giocare a pallone negli stadi o a palla in cesto nei palazzetti. Come Claudio Lotito, presidente della Lazio, e Giannino Petrucci, presidente della Federbasket. Mentre la Gazzetta dello sport è molto turbata perché Gigio Donnarumma sta studiando l’inglese e il prossimo anno potrebbe andare al Paris Saint Germain. Dove mi pare, sempre che non mi sbagli, che si parli il francese. Al Pepita Higuain invece scade tra quindici mesi il contratto di sette milioni e mezzo di euro esentasse: poveretto. Ma se Mamma Rosa vuole potrei sempre organizzare una colletta tra amici. Mentre il concorrente blog satirico Spinoza ci regala sul Fatto Quotidiano (e non Cuotidiano come scriverebbe Luca Zaia) l’ultima apprezzatissima Cattiveria: Il governatore Fontana si raccomanda: “Restate a casa. Se non la capite con le buone, siete il leader della Lega“.