E se vi dicessi che la Juve che ho visto ieri a Ferrara con mio nipote Rocco non mi è dispiaciuta? Bella forza, potreste subito cucirmi la bocca: con la Spal ultima in classifica. E allora? Cosa c’entra? Ed è probabile anche che la squadra di Crapa pelata, Gigi Di Biagio, torni in serie B. Non lo escludo. Purtroppo, consentitemi almeno d’aggiungere questo. Dal momento che nella cara e civilissima città del Palazzo dei Diamanti e di Vittorio Sgarbi, e nemmeno vi domando dove stia l’errore, ho passato i migliori anni della mia gioventù. Prima frequentando a tempo perso l’università di medicina e poi i laboratori di farmacia. Esami pochi insomma, per non dire quasi niente. Tanto ero convinto che da grande avrei fatto il giornalista sportivo. Come è successo di lì a poco. E non per caso. Con grande dispiacere di mio padre che mi voleva laureato. E come gli aveva predetto il cugino di mia mamma, Roberto Bortoluzzi. Che sessant’anni fa s’inventò con Guglielmo Moretti e Sergio Zavoli, il Calcio minuto per minuto. Sponsorizzato dalla Stock di Trieste. Quando la radiocronaca dal campo principale la faceva ancora Nicolò Carosio. E Ciotti e Ameri già litigavano tra loro non tanto per strapparsi la linea quanto per quel sette bello perso giocando insieme a scopone scientifico. Anch’io ho cominciato dalla radio e, proprio su consiglio di Roberto, dallo studio centrale di una trasmissione, Corner l’angolo dello sport, che s’occupava tutte le domeniche pomeriggio, oltre che di calcio, principalmente di pallacanestro con le dirette delle partite della Reyer Venezia e del Basket Mestre. Nova Radio era il nome della mitica emittente privata che spopolava in laguna ed era ascoltata pure da Luigi Brugnaro. Il quale all’epoca tifava per il Mestre e non per la Reyer, ma questo, mi raccomando, non spifferatelo troppo in giro. Altrimenti Napoleone non mi rilascia più l’intervista che mi ha (ri)promesso. Ma vi stavo dicendo, prima di perdermi tra i dolci ricordi, che la Juve non mi è dispiaciuta ieri al Paolo Mazza. Anzi. E difatti, così adesso penserete che sono sempre il solito esagerato, la sparo più grossa ancora: ho visto la più bella Signora che Marx Sarri, sempre travestito da benzinaio, ha presentato quest’anno in trasferta. Non ci voleva molto. D’accordo, però è già qualcosa. Forse perché Miralem Pjanic era rimasto a Torino e il suo posto di playmaker in mezzo al campo glielo ha portato via, spero per sempre, ma è una pia illusione, Don Rodrigo Bentancur. Gambette storte, sì insomma il bosniaco di Tuzla, toccherà in media anche più di 150 palloni a partita, ma, vigliacca la miseria, guai se il suo passaggio più lungo supera i due metri e soprattutto se è in verticale. L’uruguagio invece a Ferrara avrà pure occupato un ruolo per il quale non va matto, ma almeno ha cercato e spesso scovato lì davanti quelli che sono stati della Juve ieri i migliori. E cioè non Cristiano Ronaldo, che si è divorato minimo tre gol e ne ha fatto uno che segnerebbe anche Cristiano Malgioglio, ma Dybala e Cuadrado, una spanna sopra a tutti gli altri bianconeri, ma non ditelo a Quello perché è persino capace di lasciare mercoledì fuori a Lione la Joya e di far giocare il Ricciolino colombiano di nuovo terzino. Credo di non aver mai nascosto il fastidio che mi ha sempre dato di vedere il toscano di Napoli sulla panchina dei campioni d’Italia al posto di Max Allegri. Il quale, sia ben chiaro soprattutto a Andrea Agnelli, finché resteranno Nedved e Paratici alla Juve, potrà anche tornare ad allenare il Milan se è matto da legare, ma mai e poi mai il club col quale ha vinto cinque scudetti in cinque anni e perso due finali di Champions con Barcellona e Real Madrid. Eppure se Chiellini (nella foto-abbracci) non sarà in primavera quello impresentabile che contro la Spal prima di cena ieri ne ha combinate di cotte e di crude, e se magari Sarri si convertirà in fretta alla difesa a tre senza vergognarsi di scopiazzare il Conte Antonio, penso che la Juventus possa ancora vincere il suo nono campionato di fila alla faccia di Mamma Rosa, Papà Urbano e i Fratelli di Sky che da mesi e mesi pregano in ginocchio che ciò non succeda stringendo al petto i santini di Lukaku e di Handanovic che tengono nel portafoglio. Fidatevi. Perché se è vero che in settimana ho ritirato un ambito premio, il Reverberi, per la pallacanestro, è pure arcinoto che ne capisco molto più di calcio. E comunque sicuramente più degli strazianti Bombolone Condò e Cicciobello Tranquillo che hanno nel cuore un sogno: poter rispettivamente allenare un giorno la Sampdoria e l’Armani. Anche se ho sentito dire che Ciccoblack ci sia già riuscito ad affiancare Ettore Messina alla guida delle scarpette rosse milionarie dall’inizio dell’anno in corso. Solo così si può del resto spiegare questo scempio in atto di Milano. Come coraggiosamente l’ha definito sul Corriere Daniele Dallera che non per niente è stato un mio allievo al Giorno di Franco Grigoletti.