C’è ancora qualche faccendiere che in Italia va in galera e ci resta anche cinque anni, ma deve averla combinata davvero molto grossa. Come Salvatore Cuffaro, ex potentissimo governatore della Sicilia condannato in via definitiva nel 2011 per favoreggiamento a Cosa Nostra. “Io ho pagato, altri no” dice uscendo da Rebibbia. Dove si è comportato bene e quindi per buona condotta gli hanno ridotto la pena che era di sette anni. Andrà in Africa a fare il medico volontario nell’ospedale che aveva finanziato. Con quali soldi? Nessuno glielo ha domandato. E intanto, appena ha messo piede nella sua bella isola, si è inginocchiato e ha baciato la terra. Devo buttare via un po’ di ritagli di giornali, altrimenti la Tigre m’ammazza. E quindi provo a restare in tema, ma potrei anche saltare di palo in frasca. Al contrario c’è qualche altro pregiudicato che ha avuto sette condanne in primo grado e una definitiva (quattro anni di reclusione, di cui tre condonati) per frode fiscale e non ha passato un solo nano secondo in gattabuia. E vorrebbe ancora dettar legge in Italia. Siamo proprio un Bel Paese. Adesso saranno due medici, un cardiologo e un diabetologo, a decidere se lo stato di salute di Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto, votato da un milione e mezzo di veneti, è compatibile con la detenzione d’ancora 15-16 mesi. Tre le ipotesi: il carcere, i domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali. Scommetto che se la caverà come il Cainano. Il quale ha una mezza idea Bruno Vespa per Roma. Il conduttore di Porta a Porta sindaco della capitale? Magari, così il resto dell’Italia se lo toglierebbe finalmente dai piedi in seconda serata. Alberto Stasi dovrà invece scontare 16 anni nel carcere di Bollate che è considerato il più “aperto” e accogliente d’Italia. Vicino a casa. Una magra consolazione. Avrà diritto a sei ore di colloquio al mese. Palestre, ludoteca, laboratori e un ristorante che nel nome dice tutto: “InGalera”. E una confortevole – come è scritto nel sito – cella di due metri e mezzo per quattro da dividere con altri due “bravi e gentili” detenuti. Il calcio non gli interessa. “E ancor meno la politica”. Meno male. Del Venerabile non voglio proprio parlare. E’ morto a 96 anni, è anche scappato di prigione, oggi lo hanno tumulato nella cappella di famiglia del cimitero di Pistoia. Al suo funerale non si è visto nessun piduista eccellente. Eppure erano quasi mille: per la precisione 962 iscritti. Tra i quali Silvio Berlusconi e Maurizio Costanzo. Questa è la vita, ma ora lasciamolo riposare in pace. Al carcere della Giudecca domenica gli albergatori veneziani hanno servito il pranzo a ottanta detenute e sei bambini che vivono dentro le mura della prigione. E’ Natale anche per loro. Il menù è stato a cinque stelle: insalatina di mare, tris di primi, guancette di vitello all’Amarone e clementine con cioccolato fondente. L’ha preparato lo chef dell’hotel Ca’ Sagredo, Davide Fanti, che in cucina ha coordinato il lavoro di alcune recluse. Come ha rivelato l’ottimo Giorgio Cecchetti sulla Nuova Venezia. “Se potessero uscire le assumerei subito: brave e disponibili”, ha confessato il grande cuoco. Ogni promessa è un debito: se lo ricordi. Allarme cinghiali: fermateli, sono un milione. C’è ancora a Venezia chi di notte, forse ubriaco, cade in canale e sta annegando. E c’è ancora chi si tuffa nell’acqua gelida e gli salva la vita. E’ successo a Rio San Trovaso. Questo è il Natale che più mi piace. Un paio d’ore fa Abramovich e Mourinho hanno divorziato. Ora è ufficiale. Risoluzione consensuale: lo ha confermato pure il Chelsea. Lo Special One aveva un contratto da 40 milioni sino al 2019 e adesso sono proprio curioso di vedere sin dove le due parti si sono venute incontro. A metà strada? Il traghettatore dei Blues potrebbe essere Hiddink o Juande Ramos. Poi il sogno del magnate russo sarebbe Guardiola, che però sembra essersi già promesso al Manchester City. Mi permetto di consigliare il Conte Antonio che da mesi sta studiando l’inglese assieme a tutto il suo staff. Ma anche Acciuga Allegri potrebbe andare a fagiolo. Mentre Carletto Ancelotti ha nel mirino il Bayern. Magari: tutti gli juventini tifano per lui. Dai, forza, Cinghialone, che ce la fai.