Sono in ritardo da morire. Come al solito. E come Napoleone Brugnaro. Devo ancora finire di fare la borsa da viaggio e Nico già mi aspetta sotto casa. Ma è un amico e sa come sono fatto (male). Quattro giorni a Firenze per le final eight di Coppa Italia e mi piace pensare che ci divertiremo. Anche se durante una delle due partite d’oggi mi verrà pericolosamente da sbadigliare ricordandomi magari di mettere la mano davanti alla bocca come non fa di solito il nonno di Heidi, al secolo Davide Pessina, che non era così prima di frequentare Ciccioblack Tranquillo e purtroppo di scimmiottarlo adesso in tutto. Stanotte per la verità ho fatto l’alba per vedere la medaglia di bronzo in gigante della figlia di Ninna Quario, l’intrepida Federica Brignone che Sabrina Gandolfi ha chiamato Francesca. Viva la Rai. La quale per questa Olimpiade della neve ha pensato (bene) d’oscurarsi sulla piattaforma di Sky. Così non proprio tutta l’Italia si potrà accorgere di quanto ultimamente sia invecchiata di brutto e sia completamente fuori dai tempi. Essendo rimasta ai Giochi di Cortina del 1956 di Toni Sailer e del mio grande amico Bruno Alberti. Ma lo capisco benissimo: di tutto quello che sinora vi ho raccontato non ve ne importa assolutamente una pippa. Che a Firenze chiamano sega, ma fa lo stesso. E non ditemi che non è vero. A voi infatti interessa soltanto sapere quale squadra secondo me alzerà domenica, prima di cena, la coppa al cielo nel palasport intitolato a Nelson Mandela. Pronti a spernacchiarmi ovviamente se sbaglierò pronostico. Come è molto probabile. E comunque penso Milano. O Venezia? O Avellino? Una delle tre comunque senza vantarmi d’essere un indovino. E Brescia? La Leonessa mi pare in fase calante dopo essere stata luna piena, ma quattro giorni fa ne ha presi 100 da Varese che francamente mi sembrano un po’ tanti. E ha perso di 28 a Masnago. Serve aggiungere altro? Non credo. Ieri sera oltre tutto avevo fatto molto tardi perdendomi anche dietro alla sudatissima vittoria delle azzurre di Paperoga Crespi a Pavia con la Macedonia: 93-33. E adesso sono io a prendervi in giro, ma non scherzo: 21-0 tanto per iniziare e 56-19 all’intervallo lungo. 21 di Cecilia Zandalasini e 20 di Giorgia Sottana: sempre loro. Però anche Olbis Futo Andrè, diciannove anni, centro di uno e 88, bolognese di Castel San Pietro Terme, genitori angolani: doppia doppia (12 punti e 11 rimbalzi). E ne parleremo ancora. L’anno scorso la Coppa Italia di Rimini-Rimini fu un bagno di sangue: 150 mila euro di buco e Mago Zurleni messo alla porta con una robusta ed esagerata liquidazione. Adesso al suo posto come responsabile marketing e commerciale della Lega è arrivato Marco Aloi. Napoletano, 46 anni, due figli, viene da Pesaro. Speriamo bene. Sperando soprattutto che costi meno e faccia qualcosa. Firenze invece si preannuncia già un successo di pubblico e d’incassi: sold out per le semifinali di sabato e la finale di domenica, solo oggi non sarà il pienone, ma Avellino-Cremona e Venezia-Torino di giovedì dopo Carnevale non potevano catturare un altro mare di tifosi. Quelli che ne sanno una più del libro dicono che la Sidigas avrà vita dura con la squadra di Marameo Sacchetti che per altro in campionato, nel giorno dell’esordio di Simone Fontecchio (15) con la maglia della Vanoli, ha già messo in ginocchio (86-73) gli irpini. Ma credo che Sacripantibus sia riuscito a ficcare finalmente in testa ai suoi giovanotti un concetto molto semplice: è più facile far canestro con Fesenko o Ndiaye che schiacciano a due mani che con le triple di Filloy e Rich che pur sono degli ottimi bombardieri. E quindi? Penso che Avellino affronterà in semifinale la Reyer lasciando che Ray-Ban De Raffaele si tocchi pure i maroni. E fa bene perché Venezia non ha mai superato nelle final eight il primo turno, ma poi dovrebbe spiegarla a Napoleone Brugnaro questa impossibile sconfitta con la rissosa e rabberciata Fiat di Bimbo Galbiati che stamattina ha sospeso Lamar Patterson per motivi disciplinari e domani probabilmente lo lascerà andare via.