Oggi parlo solo di Milano. Ancora? E pure molto bene. Posso? Ma certo: stavolta se lo è meritato. O forse mi sbaglio? Non penso. Anzi, sapete cosa faccio? Do una scorsa agli appunti che ho tirato giù ieri sera vedendo a caldo la bella partita di EuroLega. E il derby di Bologna? Non ne so niente. A conferma che non era poi l’evento del secolo come l’aveva presentato la tivù di Murdoch. Ma non guardi i giornali? Se posso, li evito. Come Giannino e Ciccioblack. O come la peste. Dunque leggo dal mio block notes: la diretta in tubo è dei Tom e Jerry di Sky. Con i migliori in studio: Andrea Meneghin e Niccolò Trigari. “L’atteggiamento dell’EA7 è quello giusto” si sbilancia subito Geri De Rosa dopo i sette punti di fila di un magnifico Kalnietis. E non capisco se il suo è coraggio o impudenza. Neanche Jerry non fosse già stato scottato quest’anno da almeno una dozzina di partenze scoppiettanti e da altrettanti tonfi finali dei milanesi di Gelsomino Repesa. “Pure Raduljica ha un passo diverso dal solito: è avantissimo”, lo segue a ruota Hugo Sconochini. Che è da prendere così com’è. E io me lo tengo ben stretto perché mi è troppo simpatico. Datome persino in rovesciata. “Ma proprio stasera doveva rinascere Gigi?”. Da Tom a Jerry: “Tutti toccano la palla e si muovono in attacco ma anche difendono con voglia”. Ed è vero. Solo Macvan è ancora in pigiama. E Dragic? Spadella quattro tiri alla Findus ed è molto meglio che si vada a sedere presto in panchina per falli. Datome indemoniato spara in faccia ad Abass e legna un elegantissimo McLean anche sin troppo signore. Kalnietis strepitoso ed è sempre parità nel punteggio. L’Armani tiene botta e non si perde in oziosi palleggi. Nunnally è una mitraglia disumana, ma segna persino Cinciarini e allora “Obradovic esplode di rabbia” e vorrebbe mangiarsi Bogdan Bogdanovic. Sempre Jerry: “McLean è energico, deciso, coraggioso: anche questo non lo si vedeva da tempo a Milano”. Si accende Sconochini invece per Fontecchio: “Il ragazzo è davvero incredibile e, secondo me, potrebbe avere un lungo viaggio in EuroLega”. Beh, sì, insomma: ci siamo capiti. Basterebbe solo che Gelsomino lo facesse giocare un po’ di più. “Questa Armani ha deciso di mettere velocità sotto ai piedi”. E lo si vede nelle schiacciate di McLean in contropiede. Ma è il Fenerbahce che prova a scappare e tutto perché Macvan è sempre addormentato e “i suoi passaggi sono molli e lenti: con la pancia. Facili da leggere”. Può piacere o non piacere: a me Hugo piace. Come Mantas Kalnietis. E da impazzire: 18 punti nel primo tempo, 3/3 da due e 4/5 da tre. Non so se mi spiego. E comunque si spiega benissimo Meneghin all’intervallo lungo: “Il lituano ha fatto i bambini coi baffi”. Il paradosso non è farina del suo sacco, ma di quello del grande Barone Sales. Così come non è mai reato copiare dal maestro e ricordare che “Kalnietis era già all’aeroporto con le valige in mano”. Però poi Proli per fortuna ci ha ripensato. Approfitto anch’io della pausa per aprire e chiudere velocemente una parentesi: vogliamo parlare degli addetti alla grafica e al pallottoliere dell’EuroLega? Sono uno più vergognoso dell’altro. Ed ancora peggio è Sky che non protesta con Andrea Bassani, la iena ridens di Bertomeu. Secondo tempo e Tom non molla. Come Milano. “Dove si erano nascoste nel girone d’andata le scarpette rosse che oggi vedo brillare all’Arena di Istanbul?”. Bella domanda. Semmai Dragic è da rimandare al suo paese, ma questo lo dico io e non ditelo a Repesa che stravede per il dannoso sloveno. Anche Hickman per le palle stupidamente perse mi fa arrabbiare. Mentre Jerry non lo frena più nessuno negli strilli d’amore dedicati a Milano e a Fontecchio che “scherza in sottomano Udoh, il miglior stoppatore d’Europa, con la faccia tosta che i giocatori italiani d’oggi non mostrano più nei finali di partita”. Ed è ancora 80-79 a cinquantanove secondi dal suono della sirena. Ma dopo Datome (con il dente avvelenato) è Nunnally, dimenticato dall’egoista Simon, ad ammazzare l’Armani. Sbaglia anche Kaltienis, è corto il tiro di Macvan. Peccato. Un vero peccato. Gli ultimi restano gli ultimi, le cadute di Milano in EuroLega diventano dodici (in 16 partite) e nove di fila, ma stavolta l’Armani merita solo applausi. E comunque nessuno mi può togliere dalla testa che con Sanders e con Gentile sarebbe andata diversamente.