E’ scoppiata l’estate. Anche se la chiamano ancora primavera. E non voglio neanche pensare al caldo sahariano che farà tra un’ora al Taliercio. Nella foto. Che sembra un salottino fucsia ed invece è un forno. Dove c’è persino in curva un coglione, spero uno solo, ma non credo, di solito sono almeno due, che si diverte a fare l’arbitro, come era nei sogni di Ciccioblack Tranquillo, e a fischiare nei grappoli sotto canestro contro gli avversari. Nell’occasione quelli di Trento. E così venerdì è successo che Gutierrez, pensando che il fischio fosse di Sahin o di Baldini o di Vicino, e non venisse dagli spalti oro-granata, ha lasciato cadere la palla. Che Tonut ha raccolto ed è voltato in contropiede per segnare i due punti più facili della sua affannosa partita in salita. Ora non fatemi pensar male. Anche perché fa un caldo boia e mi sono già scolato una bottiglia da 100 cl di Kaisser Wasser, l’acqua minerale naturale dell’Imperatore. Però la Reyer avrebbe anche potuto sportivamente restituire il canestro alla Dolomiti e il suo nobile gesto sarebbe stato apprezzato anche dai telegiornali che non si occupano di palla nel cestino. E comunque sono sicuro che Walter De Raffaele ci avrebbe anche pensato se non l’avessi mai visto così nervoso come l’altra sera e con la testa forse, se un po’ lo conosco, su cose che alla vigilia di una semifinale dei playoff non dovrebbero accadere e che non dovrebbero soprattutto nemmeno sfiorarlo di striscio. Due post scriptum ancora e stavolta a freddo. Uno: mi dicono che Tolga Sahin sia il miglior arbitro italiano. Non lo so e non me ne intendo, ma voglio sperare che ce ne sia qualcuno di più bravo. Secondo: duemila e duecento euro ha beccato d’ammenda la società del mio sindaco “per utilizzo di strumenti sonori (fischietti) atti a disturbare (ma come parlano questi?, ndr) e per lancio di carta colpendo gli arbitri”. Ebbene a me non spiacerebbe se Napoleone Brugnaro stasera andasse a prendere per le orecchie quei quattro somari (ben noti) della curva del Taliercio e facesse a loro pagare per intero la multa. Chiedo troppo? Questo è poco ma sicuro. Di gara-1 tra Venezia e Trento non ho scritto niente perché ieri il computer mi ha chiesto un adeguamento e non l’avessi mai fatto d’avergli dato ascolto: mi è andato in tilt tutto il maledetto sistema e non vi dico quanto mi sono incazzato. Meglio così. Così non ho sparato sulla Reyer che mi è sembrata giocare con la puzza sotto al naso: tanto alla fine vinciamo lo stesso. E invece ha perso giocando peggio dell’Aquila di Fred Buscaglia con Shavon Shields che mi ha incantato persino più di Austin Daye. E non importa se non siete d’accordo: non ho la verità in tasca come quelli della Banda Osiris che non sono morti come sento raccontare in giro e difatti sono pronto ad appenderli all’attaccapanni un giorno per l’altro e magari quando Ciccioblack sarà di ritorno dagli Stati Uniti d’America dopo le finali della Nba. Intanto Klay Thompson ne ha segnati 35, 9/14 da tre, non male, e Golden State-Houston sono 3-3 nella serie. Come i Cavs e i Celtics: stanotte la bella delle belle dell’Est a Boston. E come pari (1-1) sono l’Armani e la Germani. Andrea Barocci (Corrsport) ha titolato “Milano su Brooks” e gli credo senza vergognarmi di citare la fonte. Jeff Brooks, ex Cantù e Sassari, sarebbe il nono italiano dell’Olimpia per la prossima stagione perché ha sposato Benedetta, sta per ottenere la nostra cittadinanza e potrebbe giocare in nazionale di qui a breve assieme a Danilo Gallinari. Il quale ieri sera era al Forum ed è stato intervistato da Edi Dembinski che lo chiama affettuosamente Dani, ha una sua foto incorniciata sul comodino e il tatuaggio di un gallo nello stesso punto dove Belen ha una farfallina, si scioglie quando gli mette il microfono sotto al naso e va in totale confusione. “Dani è nato l’8 dell’8 dell’88 e quindi in estate saranno 29 anni”. Come no? O non forse 30? Come l’ha subito corretto Alessandro De Pol che per fortuna è sveglio, telegraficamente cresce di partita in partita e non mi fa prender sonno come So-na-lagna Soragna. Piuttosto se fossi Luca Vitali sarei molto preoccupato perché ha abbracciato il Gallo a fine partita e gli ha imbrattato di sudore la giacca di Armani. E così ora è scontato che in settimana arriverà al leone della Leonessa il conto della pulitura da pagare. Non mi credete? Fate pure a meno. Nel frattempo cominciate a pensare di cosa può farsene Simone Pianigiani di nove italiani. Potrebbe come il Maccabi di Tel Aviv fare due squadre: una per il campionato (questa) e un’altra per l’EuroLega. Oppure dovrà liberarsi come minimo di Pascolo e Abass che potrebbero benissimo anche continuare a giocare insieme a Trento: il general manager Salvatore Trainotti li accoglierebbe infatti a braccia aperte e farebbe (di nuovo) assai bene. Mentre per Fred Buscaglione avrei un’altra bella idea che magari vi confesso domani. E intanto, ipocriti e farisei, buttate via il martello ed i chiodi perché semmai c’è da tirar giù il mio Nazareno che avevate già messo in croce dopo la prima semifinale persa con Brescia solo per via di una tripla che Goudelock aveva incredibilmente sparato in aria. Quando non è – perdiana! – che la squadra di Diana ha giocato un basket stellare, ma è stata l’Armani a prenderla sotto gamba proprio come ha fatto la Reyer in gara-1. E quindi a buon intenditor poche parole.