4 febbraio, martedì Aspettavamo che ci portassero le crescentine con i salumi, crudo e mortadella, quando il magnifico Larry, conoscendo le mie ossessioni (maniacali), tipo quella che non voglio conoscere il risultato di una partita durante il suo svolgimento perché più tardi potrei anche vederla in registrata su Sky-Dazn, si è scusato con me perché gli è scappato di dirmi che la Juve di Panna Montata Motta(rello) stava perdendo alla fine del primo tempo 0-1 con il Lecce. Bene, gli ho risposto, così lo mandano via. Pur sapendo che il presuntuoso allenatore di Sao Bernardo do Campo ha un contratto che gli scade il 30 giugno 2027. Robe da matti. “Ha segnato di testa De Sciglio”. Non dirmelo. Per Mattia ho un debole. Come ce l’aveva il mio Acciuga Allegri. Che l’ha fatto esordire in Champions League a diciotto anni e poi se l’è portato a Torino dal Milan. Giocando con lui in bianconero 44 partite e vincendo tre scudetti, tre Coppe Italia e tre SuperCoppe in tre anni, ma segnando un solo gol, che io mi ricordi, se non sbaglio contro il Crotone e non di zucca ma di sinistro. Che non era il suo piede preferito. Tantissimi infortuni di tutti i tipi purtroppo hanno segnato la sua carriera che altrimenti sarebbe stata molto più entusiasmante. Anche se in nazionale ha in fin dei conti pur sempre disputato 40 partite. Che non sono poche. Se pensi che il grande Daniele Adani e l’impeccabile Massimo Ambrosini, che sanno tutto loro di calcio e d’altro, insieme sono arrivati alla stessa quota azzurra (5+35) senza aver avuto i suoi accidenti al menisco, alla tibia e al perone, al bicipite femorale e al crociato destro.
Alla Casa Buia di Bologna, in via dell’Arcoveggio, di fronte al laghetto con i cigni di Corticella, le crescentine sono uno spettacolo, come i tortellini in brodo e le tagliatelle (larghe) al ragù. Ma una tavolata con Larry e il Ciccio, la Giorgia e Rocco, sarebbe per me il top anche a pane e acqua. Così come non potrei mai rinunciare almeno un paio di volte all’anno a respirare l’amore per la pallacanestro che s’avverte dovunque nella città di Lucio Dalla, con il quale ho pranzato più spesso di quanto possiate immaginare, tutti ospiti ovviamente di quell’uomo straordinario e d’incredibile generosità che era l’avvocato Gigi Porelli. Con il quale ho passato più Pasque e Pasquette a Cannes che con i miei gemelli ai monti o al mare. Evviva. E qui dovrei parlarvi di Virtus-Reyer da come l’ho vista io in prima fila. Sotto canestro. Accanto a Will Clyburn e Ante Zizic, entrambi infortunati. L’ex dell’Armata Rossa di Mosca e dell’Efes di Istambul addirittura ncora con le stampelle. Onde per cui non giocherà le prossime due sfide con l’Armani nei quarti di finale di Coppa Italia mercoledì prossimo a Torino e nemmeno di campionato il 2 marzo al PalaFiera. Dove non mancherò d’esserci. Meditate gente, meditate: mi raccomando.
E intanto vi lascio con l’acquolina in bocca perché il mio tempo a vostra disposizione è purtroppo finito. Mi ero infatti dimenticato che nel tardo pomeriggio doveva andare da Stefano, il mio amico dentista che mi ha tolto un molare parecchio malconcio, e che solo dopo cena, prima non poteva, è venuto il buon Matteo a ripararmi lo Sky Q che non funzionava più su ben tre televisori su quattro. E sul quarto la Tigre non avrebbe poi e poi mai rinunciato a vedere la seimilaseicentotrentasettesima (6.637) puntata di Un posto al sole. Nella quale – glielo ho invano anticipato io – l’avvocato Niko Poggi, interpretato da Luca Turco di Torre del Greco, ha deciso di trasferirsi da Valeria (Benedetta Valanzano) molto carina dando una svolta forse decisiva alla sua vita sentimentale. Mentre Samu, che non so neanche chi sia, come del resto tutti gli altri protagonisti della soap opera napoletana, sta attraversando un periodo turbolento assai che potrebbe avere serie (?) ripercussioni su chi gli sta intorno.
No, non sto scherzando. Non vado più a letto dopo mezzanotte nemmeno se dovessi scrivere un nuovo racconto del Decameron di Boccaccio, che per cinque giovani padovani su sei è una pizzeria-trattoria a San Gregorio di Camin. E quindi vi racconterò magari domani come mi sono sembrate la Segafredo e la Reyer che faccio sempre fatica chissà perché a chiamare Umana. Forse perché Umana è la squadra femminile d’Andrea Mazzon, giusto oggi nominato allenatore Benemerito dal consiglio federale, che va molto meglio di quella di Olivetta Spahija, il croato che per la verità mi sta simpatico, ma Federico Casarin non ha figlie che giocano basket e dunque Mazzon ha un compito cento volte più facile del suo. Ovviamente qui si che sto scherzando, ma il guaio è che il Pesciolino Rosso non apprezza la (mia) satira e non ride delle stupidaggini che scrivo. Come invece fa Napoleone Brugnaro e spero pure sua moglie Stefania che domenica non era a Bologna a far compagnia al sindaco-consorte che ha lasciato il palazzo con una faccia così buia che minacciava di scatenare di lì a poco chissà quali tuoni e fulmini nello spogliatoio oro-granata.
Sicuramente d’ora in avanti le articolesse del mio blog non supereranno mai più le due cartelle se non di qualche riga. Come stasera. Però non posso nemmeno lasciarvi senza un titolo che giustifichi la foto di Marco Belinelli che il 25 marzo compirà 39 anni e allora vi domando: non era forse il caso che avrebbe fatto bene a ritirarsi già l’estate scorsa dopo essere stato nominato (esagerando) mvp della stagione e per questo beccando un altro centone in premio da Massimo Zanetti? A voi l’ardua risposta. Mentre devo ammettere che ho più paura di star seduto dal barbiere che mi fa la barba al sottomento, insomma alla gola, che da Stefano quando m’aggiusta la dentiera. Così come Matteo mi ha riparato la televisione in modo tale che adesso finisco di vedere in registrata Venezia-LietkaBelis di EuroCup che era 18-5 al 7’ quando sul parquet del Taliercio ha messo il piede Davide Casarin e il primo quarto è terminato 18 pari con un ennesimo e incredibile 0-13 di parziale in favore dei lituani. Tre puntini di sospensione. Che quando ci vogliono, ci vogliono. O no?
ps: Al massimo posso darvi al volo le pagelle (generose) di VIRTUS SEGAFREDO-REYER VENEZIA 85-74 (37-34). Così capite molto meglio com’è stata la partita di domenica sera al Palafiera di Bologna – VIRTUS: Hackett 6.5, Tucker 6.5, Cordinier 6.5, Shengelia 7, Diouf 6.5, Belinelli 5, Pajola 6-, Grazulis 4.5, Morgan 6.5, Polonara 5, Akele sv. All.: Ivanovic 7. REYER: Ennis 5.5, Parks 6-, Wheatle 4, Wiltjer 7, Kabengele 6-, Tessitori 6, McGruder 4.5, Casarin 4, Simms 4.5. All.: Spahja 4.5. ARBITRI: Attard 7, Bongiorni 5, Pepponi 4.5.