Cosa vi avevo detto? Non fate i merli. O siete tordi? Vi avevo detto che la serie tra Reggio Emilia e Venezia non sarebbe finita domani. E così sarà. Ma non me ne vanto. L’ho semplicemente sparata e mi è andata bene. Forse perché non vado mai dietro l’onda. E non sono pecora, né somaro e men che meno pesciolino rosso. Ma conosco i miei polli. Come quelli dell’Umana che ieri sera pensavano che sarebbe stato un gioco da ragazzi spezzare in due i grissini di Max Chef Menetti che Napoleone Bonaparte chiamava les petits batons de Turin. In effetti la Grissin Bon di Reggio Emilia era proprio ridotta male: Lavrinovic ko, Della Valle mezzo zoppo, Cinciarini con la febbre e Drake Diener con un ossicino della mano rotto. Eppure ha pareggiato il conto (2-2) trascinando la semifinale almeno alla sesta partita di martedì prossimo se non addirittura alla bella delle belle di giovedì al Taliercio. Tutti inguardabili nella Reyer, a parte Viggiano e l’ammiraglio Nelson, e difatti Re Carlo s’è molto arrabbiato a fine partita con i suoi svogliati e teneri pavoncelli della corte dei miracoli. E non ho sentito Napoleone Brugnaro, ma non mi è difficile immaginare, conoscendolo, che abbia anche lui tirato giù tutti gli angeli dal cielo. Devono invece andare orgogliosi Dalla Salda e Frosini dei loro giganti che si sono rimboccati le maniche dopo aver gettato via le stampelle e col cuore in mano hanno tolto il coperchio dai canestri anche quando sembrava impossibile che ci potessero riuscire. Immenso Kaukenas, sbalorditivo Silins, generosissimo Polonara che si è preso tutte le rivincite di questo mondo con il fratello gemello di Peric pure lui senza capelli. E adesso come la mettiamo? Avrei scritto che sarebbero state non più di 55 su cento le possibilità di Venezia di centrare comunque la finale scudetto, ma adesso devo alzare le quotazioni degli oro granata perché a una manciata di secondi dal termine di gara 4 si è scavigliato pure Fede Mussini, ostacolato nel tiro da Jackson, e Chef Menetti deve aver pensato (non a torto) d’avere lassù qualcuno che decisamente non lo ama. Il diciannovenne di Reggio Emilia, che vorrebbe iscriversi all’Università del basket negli States e ne ha pienamente diritto, si è infatti lesionato il legamento del peroneo astragalico e dovrà stare fermo per almeno tre settimane. Vale a dire: playoff addio. Ma, qualora la Grissin Bon riuscisse per gara 6 a recuperare Darjus Lavrinovic, non so come potrà mai andare a finire dal momento che questa Grissin Bon sembra avere otto vite, una cioè più dei gatti neri. Ieri sul blog ho anche scritto che Milano non è ancora spacciata come invece tutti credono e ho spiegato le ragioni per le quali può ancora conquistare lo scudetto vincendo le tre prossime partite, due delle quali al Forum, contro Sassari. Ma le squadre sono già in campo e quindi vi lascio vedere se una volta di più non ho sbagliato pronostico. Altrimenti, dovesse l’EA7 perdere anche stasera, mi offrirò scornato alla vostra irridente lapidazione. Io intanto mi riguardo goloso la terza finale dei playoff di A2 tra Agrigento e Torino che avevo provveduto ieri sera a registrare su Tele44gatti, in fila per sei col resto di due. In verità la tv federale aveva perso un suo fedele telespettatore dopo essermi preso del bugiardo da qualche arbitro di La Guardia nemmeno fossi un ladro. Ma non ce l’ho fatta a rinunciare a vedere la fantastica squadra del magnifico Franco Ciani e del veneziano Christian Mayer ad un passo dalla prodigiosa promozione nella massima serie. E poi, per dirvela tutta, non nascondo d’essermi innamorato senza speranze di Ilaria Capponi, 25 anni, perugina, terza al concorso di Miss Italia nel 2007 ed ex azzurrina di basket, che adesso fa le interviste del dopo gara per il desaparecido Niccolò (mi raccomando con due ci) Trigari. Brava, disinvolta, di classe ed ovviamente molto carina. Elegantissima nel suo gonna e giacca di seta rosa. Peccato che coi giocatori si prenda a volte troppe confidenze e, ammiccando, le scappi d’aggiungere a Jacopo Giachetti che le diceva di non volere neanche pensare che l’avventura di Torino possa finire domani al PalaMoncada: “Sinceramente anch’io penso che non sarà così”. Ma come? Tutto il mondo tifa per la Fortitudo d’Agrigento. Tranne la bella Ilaria? Robe da non credere. O forse, come al solito, ho capito male io.