Potevo dire di no a mia figlia che mi ha invitato a teatro soprattutto se il titolo della pièce è “Il padre”? Non vado spesso a teatro. Anche se ce l’ho sotto casa. E sbaglio. Perché un dramma come quello del francese Florian Zeller, uno dei più intelligenti commediografi contemporanei, ti fa pensare. Alessandro Haber è Andrea, un padre con l’Alzheimer. E Lucrezia Lante della Rovere è la figlia Anna disorientata e angosciata dalla malattia di un genitore che ama e che vede, giorno dopo giorno, perdere sempre più la memoria confondendo tempi, luoghi e affetti. L’incipit della brochure che presenta Il Padre è un invito molto ardito ad una chiave di lettura che pure mi convince: l’ironia per salvarsi dal dolore della vita. Un’ironia pungente e geniale. Che vorrei far mia. E in effetti ho sorriso anche. Ma è una storia amara che soprattutto ti prende e ti coinvolge. Anzi, proprio ti sconvolge. E stai male quando esci dal teatro e cerchi di pensare a qualsiasi altra cosa per fuggire al tormento di diventar vecchio e al terrore di finire in casa di ricovero. Non so: ho pensato a cosa ha fatto il Milan con l’Arsenal a San Siro. Ha perso 2-0. E ti pareva. E’ bastato che Repubblica titolasse così un’articolessa di Gianni Mura dopo il successo dei rossoneri con la Roma due settimane fa all’Olimpico: “Non solo furia con Gattuso: ora il Milan è squadra vera”. Anche se ha pur sempre 24 punti meno della Juve. Che non sono pochi. E allora che squadra sarà mai la Juve di Max Allegri? Una squadra solo dal gran carattere, molto fortunata, vedi il palo in Coppa Italia di Gomez, che il coatto Caressa chiama il Papu, vero Beppe?, e il golletto di Dybala al 92esimo e 29 secondi con la Lazio. Ma che diverte senz’altro meno del Napoli di Marx Sarri. A me piuttosto il Milan del nuovo corso ha sempre dato l’idea di un cagnolino isterico a molla che salta a due zampe sul tavolino e incuriosisce da matti il bimbo con il quale gioca. Però, quando finisce la carica che Ringhio gli ha dato, cosa succede? Il bimbo torna alla playstation. Mentre Mamma Rosa si sveglia: “Ahi Milan, che botta!”. E così all’improvviso ci si accorge che Davide Calabria non è Golia, che Gattuso (voto 5 largo di manica) non è un fenomeno (“e diventa anzi un pulcino”) e che Bonucci quando rincula mette paura. Intanto se la Rubentus fa quattro punti in casa tra domani e mercoledì con Udinese e Atalanta ha esattamente il doppio dei punti del Torino. E dunque cosa aspetta Papà Urbano Cairo a richiamare Massinissa Mihajlovic e a dare un bel calcio sul sedere a quel simpaticone di Walter Ego Mazzarri prima che sia tardi? Non mi ero dimenticato del giovane Florian Zeller e del suo Padre. Ma non volevo angosciare pure voi. Già è ripreso a piovere. Però dovevo ancora dirvi che Alessandro Haber è davvero molto bravo: perfetto nel ruolo. E Lucrezia Lante della Rovere non meno. E molto meno algida di come me la ricordavo. Anche se preferisco la Giorgia. Che è mia figlia e la spalla, spero, della vecchiaia. Che mi viene incontro a gran passi, ma ancora ci rido. E l’allontano. Perché a pensarci fa troppo male.