A cosa stai pensando? Te lo domanda continuamente, e anche con una certa petulanza, Facebook. Che ancora non ho ben capito se sia un social network di destra o di sinistra. Bisognerebbe chiederlo a Giorgio Gaber, un grandissimo che era di sinistra, ma aveva sposato una di destra, Ombretta Colli, senatrice del Popolo della Libertà per due legislature. Fare il bagno nella vasca è di destra. O almeno così la pensava il signor G nel 1995. Fare la doccia è invece di sinistra. E io la faccio tutti i santi giorni. Eppure talvolta mi gridano “sporco comunista” e ho appena pagato una bolletta del gas di oltre 800 euro. Difatti, rispondendo a Facebook, proprio a questo sto pensando: sono quasi alla canna del gas. Anche la pisciata in compagnia è di sinistra, altrimenti sei un ladro e una spia. E non credevo pure un fascista. Il cesso è sempre in fondo a destra. Pure a casa mia. E allora? Non ci capisco più nulla. Però “un figone resta sempre un’attrazione che va bene per sinistra e destra”. Verissimo. Come un gol. Che non importa se lo segni di destro o di sinistro: va bene anche di testa. Ma cos’è la destra? E cos’è la sinistra? Probabilmente, oggi come oggi, non esiste più la sinistra, né la destra se Marco Travaglio è considerato di destra, e scriveva per il Giornale del fratello di Silvio, e se Curzio Maltese, eletto in Europa con la Lista Tsipras, ha per anni scudisciato i politici di destra che avevano un doppio (o triplo) incarico e poi non ha accettato l’aspettativa non retribuita che gli aveva proposto Repubblica. E continua a scrivere sul Venerdì. Dove sempre tiene una rubrica che non dovrebbe più chiamarsi “Contromano”, ma “Tutti uguali”. O, se preferisce, “Predica bene ma razzola male”. O meglio ancora: ruzzola male. Pensavo anche che Roberto Mancini avesse altro a cui pensare prima che alla nazionale del Conte Antonio. Per esempio ai 30 punti che separano oggi la sua Inter dalla Juve. Ma evidentemente mi sbagliavo. Così come credevo che fosse di sinistra se non altro per rispetto al suo cognome e invece se ne è uscito con un’idiozia (“L’Italia agli italiani”) che non si sentiva più dai tempi di Benito Mussolini e che al massimo mi sarei aspettato che la ritirasse fuori Matteo Salvini, ribattezzato il Garrincha della destra perché come dribbla lui i discorsi su Belsito e il Trota, gli investimenti in Tanzania e le lauree farlocche, non ci riusciva neanche Tomba la Bomba con gli sci tra i paletti. Trentatré righe: le ho contate. Per oggi è tutto. A domani. Nel frattempo sappiatemi dire: a quanti punti era la Beneamata dalla Signora quando il Mancio subentrò a Walter Ego Mazzarri?