Mi diverto ormai con niente. Per esempio mi scappa da sorridere a fior di labbra ogni qual volta Luca Bottura (#bravimabasta) tira in ballo il Ministro contro le Infrastrutture e lo chiama Tony Nelli. O quando penso a Giorgia Meloni che ha un diavolo per capello col Conte Giuseppe e per questo ha la faccetta nera (Fratelli di Crozza). Mi spaventa invece Salvini, Matteo o Marteo, c’è ben poco da scherzare, per la sua ignoranza abissale e la sua somiglianza ad un maiale. Rima obbligata. Il quale però incanta un italiano su tre e si fa presto a dire che lo sostengono gli incolti e i forcaioli che invocano la pena di morte. Questi sono i salvinisti (nella foto) della nuova Italia (s)fascista. Ai quali chiedo soltanto un ultimo favore: giratemi alla larga perché puzzate d’ignoranza dalla testa ai piedi e siete uguali a quelli che prendevano a calci gli ebrei. Ho ritagliato un editoriale di Massimo Giannini. Che nell’incipit si chiede: cosa hanno fatto di male gli italiani per meritarsi di correre su queste stupide montagna russe nel folle Luna Park gialloverde? A milioni hanno votato prima Grillo e poi la Lega: dici niente? Continua l’articolo di Giannini di domenica scorsa che però può andare bene ancora oggi: “Nei giorni pari, in un gorgo di penultimatum, il governo precipita nell’abisso della crisi: Salvini braccato dai fantasmi putiniani di Moscopoli accusa Di Maio di aver tradito la sua fiducia, mentre Di Maio, esasperato dalle prevaricazioni leghiste, accusa Salvini di averlo pugnalato alle spalle. Nei giorni dispari, in un vortice di pentimenti, il governo ridà l’assalto al cielo: lo stesso Salvini, spaventato dall’idea di un ribaltone Cinque Stelle–Pd, ritrova miracolosamente la fiducia in Di Maio, terrorizzato dalla prospettiva di tornare a vendere bibite al San Paolo, ritende generosamente la mano a Salvini”. Il discorso non fa una grinza e sarebbe pure spassoso se non fosse anche terribilmente vero. Nei salotti della sinistra democristiana e dei grillini pentiti che leggono ancora il Fatto Cuotidiano ammoniscono che più dai spago al porcellino di Francesca Verdini, vent’anni meno di lui, più lo ingrassi. Sarà anche così, ma come si fa a star zitti di fronte a certe sue sparate? Il Cucù di Francesco Merlo proprio non ci riesce: “Di nuovo di Maio e Salvini fanno la pace. Rumorosi e sgangherati, sin dal giugno 2018 si danno false sberle, cazzotti di scena come Bud Spencer e Terence Hill. Trucchi, maschere da commedia, tutto è finzione, anche il premier Balanzone “tenetemi che me ne vado”. Mi spiace ripeterlo, ma ogni tanto qualcuno deve dirlo: non credeteci, preparatevi: questo è un regime”. E io cosa vi dicevo e cosa vi ho sempre detto? Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. O come dicono in Spagna: “no se puede ilevar un caballo al agua”. Serve la traduzione? Nemmeno ci penso: io non do speigazioni ai salvinisti. Cioè agli ignoranti. Savoini chi? si domandava il Pinocchio. Conoscevo il grande Giulio, capitano del Lanerossi Vicenza a cavallo degli anni sessanta, ma è morto quattro anni fa e comunque a sbugiardare Salvini in Senato ci ha pensato mercoledì il Conte Giuseppe: “Savoini aveva contatti quotidiani con il leader della Lega ed era al suo fianco in Russia”. Con Al Bano. Giovedì Marteo ha chiesto le dimissioni di Tony Nelli e, già che c’è, oltre a quella di Giovanni Tria, anche del suo presidente del Consiglio: “Il discorso di Conte m’interessa meno di zero”. Una al giorno. Venerdì Salvini ha promesso su Twitter “carcere a vita e lavori forzati per l’omicida del carabiniere caduto in servizio a Roma”. Quando ancora pensava che i colpevoli fossero nordafricani. Poi, una volta appurato invece che erano americani a stelle e strisce, ha modificato il tiro. Poveraccio, non gliene va dritta mai una e per questo, facendo un sacco di pena, il volgo lo acclama e lo vota facendo anche finta di non vedere il tesoro di Siri. Però sabato Luca Bottura su Repubblica non ha temuto di chiamarlo la Bestia come si merita e oggi il Merlo gli ha regalato questo Cucù: “Salvini e Di Maio, che volevano un assassino africano per accusare tutta l’Africa, le navi Ong e i radical chic, ora dovrebbero accusare tutta l’America, da Trump alle tre Caravelle”. Buon pranzo. E, se questo pezzo vi è andato di traverso, vi auguro pure una cattiva digestione.