Ma che giocatore è Cerella? Si domanda ogni due per tre Edi Dembinsky o come cavolo si scrive: non lo imparerò mai. Cerella chi? Cerella Bruno che è nato a Bahìa Blanca, in Argentina, il 30 luglio del 1986, naturalizzato italiano. Ha giocato da noi a Massafra, Sant’Agnese, Salerno, Potenza, Teramo, Casalpusterlengo e l’anno scorso a Varese. Da questa stagione è all’Emporio Armani. Dove è diventato l’idolo dei tifosi del Forum, tra i quali ovviamente Denbinski, o come cavolo si chiama: insomma avete capito benissimo di chi sto parlando. Milano è una città strana: una volta impazziva per D’Antoni. In primis il sottoscritto. Poi Michelino si mise a frequentare brutta gente, non cattiva ma stupida, e qualcuno gli mise in testa di fare l’allenatore. Che non è proprio il suo mestiere. O, meglio, da playmaker era tutta un’altra sinfonia. Ma torniamo a Cerella Bruno e alla domanda di Edi: ma che giocatore è Cerella? Non gli so cosa rispondere. Certo è carino, senz’altro piace alle donne, ha un fisico scolpito nel marmo. Come direbbero dalle mie parti: son figo, son bello, son fotomodello. L’ho tradotto per voi dal veneziano. E poi cosa ancora? Veste Armani, ma questo l’ho già detto, e qualche volta pure Prada. Porta con eleganza il numero 7 sulla maglia, ha gli occhi verdi, somiglia – leggo – a Brad Pitt, è appassionato di fotografia, anche subacquea, ma adesso dovete dirmi voi se è sposato o se ha solo la fidanzata perché a me francamente non importa un bel nulla. Oppure, se avete il pelo sullo stomaco, domandatelo all’Alfonso Signorini al quale invece io non chiederei aiuto neanche in punto di morte. Però quel Denbinsky, indovinerò un giorno a scriverlo giusto?, è sul serio un fenomeno quando sgrana il rosario dei numeri della partita. Ieri per esempio ha sparato ad un certo punto della sua pallosa litania: “Sette punti per Drake Diener in 6 minuti, 2 su 4 da due, 1 su 2 da tre punti. In più ha sin qui preso un rimbalzo, quindi ha fatto meglio della sua peggior statistica da quando è a Sassari, quella relativa ai rimbalzi catturati in gara uno. Cioè nessuno”. Scusatemi, ma non faceva prima a dire che aveva preso il primo rimbalzo delle sue semifinali e uno più di me, lui e voi messi insieme? E comunque, se fosse stato zitto, avrebbe fatto ancora meglio. Così come, ad onor del vero, mi sembrano esagerati i minuti (12) che Cerella Bruno ha giocato. Il triplo di Melli che non si è infortunato, solo 4 meno di Langford che sarà furioso, 1 più di Lawal che Pisa, la torre perdente, pardon pendente di Repubblica, ha strabocciato con un 4,5 in pagella. Un cinque e mezzo molto largo è stato invece il voto per l’italoargentino definito “commovente”, e ridagliela, anche più di Ciccio Graziani. Però anche stroncato in due righe dall’immenso Sandro Gamba: “Cerella? L’idolo è riuscito a sbagliare persino tre o quattro volte da sotto”. In più ha ciccato anche un paio di cross dal fondo e non aggiungo altro perché capisco che già Langford e Melli possano essere incazzati neri con Luca Banchi.