I campioni d’Italia, fidatevi, sono davvero capaci di tutto

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Qualcuno mi dovrebbe spiegare, se ne ha voglia, il motivo per il quale Sassari-Venezia si è giocata a mezzogiorno quando non era stata nemmeno  prevista la diretta in tivù. E già che ci siamo, bontà sua, la ragione per cui l’ultima giornata di campionato si giocherà mercoledì 9 maggio quando la stessa sera all’Olimpico è in programma la finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Delle due una: o ci piace farci del male, e quindi siamo sadomaso, o siamo completamente deficienti come in realtà penso. E allora neanche vi domando in quanti vedranno dopo cena su Raisport l’epica sfida Trento-Pistoia quando su Sky mi sembra, ma mi potrei sempre sbagliare, la Juve di Torino affronta il Napoli di De Laurentiis. E mi dicono che Massimo Giletti, gobbo sfegatato, si vorrebbe davvero suicidare perché deve condurre Non è l’Arena su La Sette di Urbano Cairo, forse ancora più odioso dello Zio Aurelio, e non so quanto pagherebbe per non perdersi la partitissima che contemporaneamente si disputerà in un’altra Arena: l’Allianz che non è proprio la medesima cosa. Io invece mi sono guardato dopo pranzo su Eurosport Player  on demand  il Banco di Sardara contro la Reyer di Napoleone Brugnaro prendendo sul block notes un sacco di appunti che ora svuoto assieme a voi. C’è Cinghialetto Sosa nel primo quintetto di Walter De Raffaele con Haynes, Cerella, Daye e Watt. Dalla parte opposta Stipcevic, Bamforth, Jones, Polonara e Bostic. Che sarebbero anche bravi se non li indottrinasse Zare Markowski. Otto punti di fila del figlio di Darren e altrettanti di Mitchell Watt più quattro di MarQuez Haynes (nella foto, ndr): in totale venti, ma Sassari ne ha ventuno perché Venezia gioca in tre e non difende, il quarto (Cerella) è molto bello e del quinto sarebbe meglio non parlarne. Il Cinghialetto tornato dalla Nuova Zelanda con qualche chilo di troppo combina infatti solo disastri: fa passaggi del cavolo, quando non sono mozzarelle, lo chiamavano il Pistolero, adesso spara ad acqua e sinora ha 3/24 al tiro dopo quasi due mesi che è sbarcato in laguna. Eppure nei playoff sono ancora convinto che potrà fare la differenza: Colombini pensaci tu, mi raccomando. L’uomo che Sosa dovrebbe tener d’occhio è Scott Bamforth, l’americano del Nebraska con passaporto kosovaro al quale non par vero di fargliela sotto al naso e di segnare a raffica. All’inizio del secondo periodo Ray-ban ha rivoltato la Reyer come un guanto: De Nicolao, Jenkins, Bramos, Peric e Biligha sul parquet. E ha ancora Stefano Tonut in panca. Tra i sardi, oltre a Bamforth, in luce Stipcevic, poco o nulla Jones e Pierre, anzi proprio nullo, molto meglio Hatcher e soprattutto Planinic. E Achille Polonara? Mi pare un leone in gabbia. Finalmente Tonut che De Nicolao accende, ma all’intervallo lungo è comunque 43 pari perché Biligha e Peric possono al massimo spaventare i passeri, appena due rimbalzi in attacco e pure Jenkins non pervenuto. Secondo tempo e nell’Umana c’è ancora Sosa che però provvede in fretta ad autoescludersi per fortuna con tre stupidi falli. Il mulo di Alberto Tonut scappa a canestro e persino esulta, ma mi piacerebbe una volta anche vederlo allargarsi in un sorriso: in fondo non lavora in miniera. Daye incontenibile, Haynes una sola flappa in tutto il match, De Nicolao da nazionale se non avesse una concorrenza spietata, Watt tosto e dimenticato da De Raffaele forse un po’ troppo a lungo in panchina. Si quieta Bamforth, esagera Stipcevic a voler fare tutto lui, Spissu due bombe ma anche sei palle perse, nemmeno una tripla di Polonara, Devecchi e Tavernari desaparecidos: la Reyer ha gioco facile stringendo le maglie in difesa e allungando dal 56-55 al 62-69 di fine terzo periodo. E il quarto avrebbe meno storia ancora se i veneziani non sbagliassero dieci volte dalla lunetta e Daye non bisticciasse ingenuamente con Bostic beccando un antisportivo. Si sveglia Peric, chiude comunque Bramos oggi eccezionalmente in ombra: 84-92 e il Banco ormai fuori da tutti i giochi. E adesso? Ora mi guardo l’Armani a Brescia e poi domani vi so dire se Milano può davvero temere per il primo posto nella regular season. Però che i campioni d’Italia siano oggi come oggi una squadra capace di tutto, che non sente le fatiche di Coppa e che non ha paura nemmeno del demonio, questo è poco ma sicuro. E il merito va soprattutto a De Raffaele che la conosce a mena dito. E sa cucirla, disfarla e rammendarla che è un piacere. E un amore. Mentre a Stefano Sardara non posso dare torto: era meglio Sassari nelle mani di Pasquini che in quelle del macedone che solo agli occhi di Mamma Rosa è ancora un buon allenatore. Infine le pagelle che non butto più giù da una vita: SASSARI: Spissu 5 (8 punti), Bostic 5 (8), Bamforth 8 (21), Planinic 7 (12), Devecchi 4, Pierre 4, Jones 4.5 (6), Stipcevic 6.5 (13), Hatcher 6- (9), Polonara 5+ (7), Tavernari 4 e a Markowski pure 4; VENEZIA: Haynes 7.5 (18), Peric 5.5 (8), Sosa 3, Bramos 6 (6), Tonut 7.5 (14), Daye 7.5 (18), De Nicolao 7 (8), Jenkins 4, Biligha 5 (5), Cerella 5.5, Watt 7.5 (15) e a De Raffaele 8, il migliore.