Questo non è un pezzo di pallacanestro e nemmeno di calcio. Ma uno Scacciapensieri. Ovvero scrivo la prima cosa che mi passa per la testa così mi esce di zucca e non ci penso più. E’ una giornata afosa, almeno in laguna, e ci sono zanzare che la notte diventano vampiri e mi girano intorno in elicottero aspettando che prenda sonno. Ma come faccio a dormire se ieri sera alla fine del primo tempo, con la Juve in svantaggio di un gol, Verde dal dischetto, e un rigore che mica c’era, hanno fischiato i campioni d’Italia da sette anni di fila? E non erano i bru-bru della curva del Bologna, ma quelli delle tribune dell’Allianz Arena sobillati da Alex Del Piero, Tuttosport e da giornalisti di provata fede bianconera e del calibro di Damascelli, Padovan e Beccantini che non possono vedere Max Allegri e non se ne capisce francamente il motivo se non la nostalgia che ancora hanno per il Conte Antonio. O forse perché Acciuga e Andrea Agnelli nemmeno se li filano di striscio? Sarò anche fatto male, anche se mia madre mi aveva fatto molto meglio, ma ugualmente penso che il folle non sia io. Semmai loro. E voi che siete tifosi intertristi: la vostra Beneamata ha beccato negli ultimi sette anni 208 punti dalla Juventus, più i dieci che il macellaio Matias Vecino ha stampato sulla caviglia di Mandzukic, e che solo quello scemotto dello Zio Bergomi ha scambiato per una carezza, eppure a mezzogiorno sembrava d’essere a San Siro e non alla Dacia Arena. E ancora siete diventati pazzi per un colpo di frusta del principe Ranocchia e per i quattro gol rifilati alla povera Udinese che dalla Juve in dieci lo scorso autunno ne ha presi per la verità sei. E insultavate con le vene che vi uscivano dal collo il Mark Iuliano, oggi vice di Igor Tudor, che vent’anni fa fermò Ronaldo in area con un fallo che (forse) era da rigore e che comunque, se anche fischiato dall’arbitro Ceccherini e realizzato dal chiacchieratissimo Fenomeno, non avrebbe lo stesso cambiato un’epoca come ha scritto uno che si chiama Gianni Pampinella sul sito dell’Inter ed è più ridicolo del suo cognome. Chi li capisce è bravo: quegli ingrati e stupidi tifosi juventini che non capisco perché non se ne restano a casa con le loro mogli invece d’andare allo stadio a fischiare la Signora dei sette scudetti consecutivi che passerà alla storia, ma anche quelle bestie nerazzurre che non capisco come facciano a sopravvivere cibandosi di solo rancore e ad essere entusiasti di una squadra che da sei anni, quasi sette, non disputa neanche i preliminari di Champions. Vedremo cosa combinerà il vostro intoccabile Marx Sarri in Inghilterra: sono proprio curioso. Mentre mi tocca persino dar ragione allo Zio Aurelio che al buon intenditore ha fatto intendere che un grande allenatore, come voi dite, non può beccare tre peri a Firenze senza tirare nemmeno una volta in porta dopo aver vinto all’Allianz. Così come non può Valentino Rossi non salire sul podio del MotoGp di Jerez de la Frontera dopo che Lorenzo, Dovizioso e Pedrosa si sono accartocciati tra loro. Anche il fidanzato di Belen (terzo) e Danilo Petrucci, che non è nemmeno lontano parente di Giannino, scusatemi ma ho sempre il basket nella zucca, gli sono finiti davanti, ma il primo che mi fischia The Doctor, seppur intertristissimo, giuro che lo strangolo. Intanto Paolo Condò in gramaglie, confuso e impacciato, ha scoperto all’ora del thè, che il prossimo anno Lord Sarri (in tuta e scarpe-tennis) berrà nei salotti britannici, che la differenza reti tra Juve (84-23: +61) e Napoli (73-28: +45) è clamorosamente in favore (+16) dei bianconeri di Allegri che, a sentire lui e i suoi amici di Sky, hanno fatto pena per tutta la stagione segnando con il contagocce e prendendo un mare di gol mentre la squadra di De Laurentiis dava dovunque spettacolo. E poi lo squilibrato e fazioso sarei io. Robe da matti. E non Mamma Rosa che lunedì ha pubblicato la foto di Roberto Orsato, fratello dell’arbitro Daniele, con la sciarpa bianconera sotto il tir dei Drughi, e ci ha malignato sopra assieme ai social nerazzurri. Peccato che tre giorni dopo la Gazzetta abbia con le orecchie basse dovuto ammettere d’aver preso un clamoroso granchio precisando che Roberto Orsato non è il fratello di Daniele ma un parente (forse) alla lontanissima del fischietto vicentino che ve lo garantisco io, ma ovviamente non mi credete: da bambino tifava Inter.