Gli indovinelli del basket: chi ha fatto fuori Vescovi e dove andrà Datome?

pozzecco

Aspettando il salto a due tra Venezia e Brindisi e il salto del pasto, concedendomi al massimo delle noccioline, in inglese Peanuts, ovviamente con la pi maiuscola, facciamo un gioco. Magari quello degli indovinelli di Febo Conti, buonanima, che era un fuoriclasse rispetto al vostro Carlo con Arisa e Emma bocciatissime e Rucio Munoz Morales almeno intrigante. La prima: dopo quanti anni l’Olimpia tornerà a vincere la Coppa Italia? Oscar Eleni (Il Giornale) ha scritto che Milano non la conquista dal 1966, Roberto De Ponti (Corriere della sera) dal 1996. Mettetevi d’accordo, ma forse ha sbagliato l’Orso. Succede. Anche ai migliori. E pure a me. Che sono nessuno. Come il Ciclope di Ulisse. Ma quanti sono i sette nani? Se ci mettete anche Brunetta e Giovinco sono nove, ma non è detto. Nella nostra pallacanestro del resto non sempre due più due fa quattro. Quasi sempre ci manca qualcosa per tornare ad essere quelli che eravamo ai tempi di Rubini e Gamba, Porelli e Sales, Meneghin e Villalta, ma anche dopo. Quando Bepi Stefanel vinse la Coppa Italia. Diciannove anni fa. Con Bodiroga e Blackman, ma pure col Bonsai Gentile, Fucka, Lupo Portaluppi e soprattutto Tanjevic e Paperoga Crespi (suo) vice. Ora il grande Boscia dice che il giovane Tonut dovrebbe giocare un altro anno a Trieste per farsi le ossa, ma mi permetto eccezionalmente di non essere d’accordo: Stefano ha ventun’anni e alla sua stessa età il padre dagli occhi verdi (Alberto) aveva già vinto l’Europeo del 1983 a Nantes con la nazionale di Rubini, Gamba e Sales. Altra domanda: qual è stato il primo allenatore in Italia ad esonerare il suo general-manager? E’ accaduto ieri a Varese. E quante pagine ha dedicato oggi la Gazzetta al basket? Cinque. Anche se quattro a pagamento e solo un trafiletto di poche righe (mezza biro) a Vescovi che si è dimesso. Ora col Cecco non sono mai stato tenero, ma non posso neanche far finta di niente e bermi la storiella all’acqua di Rosea delle sue dimissioni per colpa di uno striscione degli ultras della curva di Masnago. Lo dico pari pari e non ci giro neanche troppo attorno: l’ha fatto fuori il Poz e non serve aggiungere altro. Ho anch’io le mie talpe. E una di queste mi ha sussurrato ad un orecchio che la Formica (e non la Zanzara) atomica è intoccabile per i suoi amici del Consorzio. Quanti secondo voi hanno visto su Sky o Fox, che dir si voglia, venerdì scorso la partitissima di EuroLega tra il Cska di Mosca e l’EA7 di Milano? Tenuto conto che gli abbonati alla tivù di Murdoch sono più di quattro milioni e mezzo almeno il due per cento. Cioè intorno ai centomila. Cala Trinchetto. Gli ascolti medi infatti sono stati appena 17 mila. E allora cosa parliamo a fare? Adesso vedremo quelli della Coppa Italia su Raisport. Saranno comunque più alti. Anche se stasera, all’ora di Milano-Avellino, di nuovo tanti a pochi?, c’è Juventus-Atalanta. Non so se mi spiego. E nemmeno voglio sapere quanti seguiranno la sfida tra i titani della Gold in Verona-Brescia su Tele44gatti di Giannino Petrucci e Niccolò (con due c) Trigari. Non voglio rovinarvi il fegato e comunque fate come me: registratevela su Sky Sport 3 e gustatevela quando vorrete. Un’ultima domanda a meno di mezzora da Venezia-Brindisi. Che seguirò per voi in diretta. Cambia qualcosa ora che Gigi Datome è passato dai Detroit Pistons ai Boston Celtics? Assolutamente nulla. Fidatevi: Datome finirà a Milano che ci ha già messo gli occhi addosso e con lui ha già parlato. Dulcis o, meglio, Dulkis in fundo. La Reyer, dopo le solite smentite e contro smentite del Pesciolino Rosso, ha ufficializzato stamane l’acquisto di Ivica Radic, un bel due metri e otto, 25 anni, quindi non più un bimbo, che viene da Veroli fallita. Per farne cosa? Mi chiedo. Per far numero o “mucio”, mucchio, come direbbero tra ponti e calli, e ingrossare il gruppo di Recalcati? Ben altro lungo e ben altro acquisto mi sarei infatti aspettato da Fassotuttomi se vuole davvero puntare a rendere la vita difficile alla sua Milano amica.