Che cos’è questo tramonto? Affermare solo che è una meraviglia è riduttivo. E’ pace. E’ gioia. E’ vita. Un incanto. I prati che accarezzano San Vito di Cadore. Fotografati dalla terrazza del Cardo, un tre stelle che ne meriterebbe almeno un’altra mentre le cinque di Grillo cadono in Senato e spaccano l’alleanza coi salvinisti. Finalmente. Il Pelmo tra i boschi si mangia a bocca aperta le nuvole che sfumano tutti i colori del rosso scivolando a valle. Dove fa di nuovo caldo. Io invece dormo con il piumino e non importa se tutti i giorni piove. Come adesso. Non fosse per le frane con le quali da queste parti devi fare sempre i conti quando il temporale si gonfia e mette paura. Ieri pomeriggio alle porte di Cortina, in località Acquabona, è bastato un forte ma breve acquazzone per far arrabbiare il Sorapis e smuovere i ghiaioni che pure ora sono stati imprigionati in grandi vasche, ma i detriti e il fango sono lo stesso sbordati sulla statale d’Alemagna che ha isolato la città olimpica dal Cadore per quasi quattro ore. Riguardo, estasiato, la mia foto e mi passerebbe la voglia di fare polemica se qualcuno almeno mi spiegasse perché questa Italia è diventata un disastro dopo l’altro. Cominciando da quello politico. Con due vice presidenti del Consiglio che si fanno la guerra dalla mattina alla sera. Anche sotto l’ombrellone e in costume da bagno. Su qualsiasi cosa. E il Conte Giuseppe che, tra i due litiganti, non si dimette. Non avendo nemmeno un’unghia della dignità di Ringhio Gattuso. Adesso poi che la Lega con Giancarlo Giorgetti si è messa a far danni anche nello sport faccio fatica a star zitto. Mentre il tigìuno delle venti dà in chiusura la notizia dell’uccisione in un agguato a Roma di Fabrizio Piscitelli, ex capo ultrà degli Irriducibili della Lazio. Un delitto di mafia: pensano. E non di calcio: spero. E comunque io chiuderei le curve. Tutte. Almeno sino a quando saranno ancora il porcile di quelle bestie che invece Marteo Salvini frequentava e spesso difende. Ora c’è il rischio per l’Italia d’andare ai Giochi di Tokyo della prossima estate in tono dimesso e con le pezze al culo. Ovvero, tanto per capirci, senza poter sventolare il tricolore e indossare la maglia azzurra, ma soprattutto senza il settebello campione del mondo o la squadra femminile di pallavolo che si sono già qualificate. E tutto perché un varesotto ha fatto votare ieri ai suoi e ai pentastelle una legge delega per la riforma dello sport che non è piaciuta al Cio perché in contrasto con la Carta olimpica e che non ha alcun senso se non quello di mettere in un angolo Giovanni Malagò che è l’unico dirigente sportivo del BelPaese che tutto il mondo c’invidia. Solo grazie a lui infatti Milano e Cortina hanno miracolosamente ottenuto le Olimpiadi dell’inverno 2026 che ora rischiano invece sul serio di saltare in aria se Stoccolma dovesse presentare ricorso. O forse credete alla favola che vi hanno raccontato i giornali di regime? Secondo i quali il merito è stato tutto di Luca Zaia e di Giancarlo Giorgetti che oltre Cortina per l’appunto nessuno conosce o al massimo si crede che siano i due nuovi bomber della Padania retrocessa l’anno scorso in terza categoria dopo la sconfitta nei playout con il Pontida. Di sciagura in sciagura, e di frana in frana, per fortuna domani chiude il mercato della Premier League sperando che Dybala non vada al Tottenham, altrimenti poi anche Fabio Paratici dalla Val Tidone mi sente. Perché un conto è giocare al gatto col topo con Beppe Marotta, che ha pagato uno sproposito (quasi 100 milioni) Lukaku, che alla Juve non interessava più di un cavolo a merenda, un altro è vendere la Joya per sistemare con una grossa plusvalenza un bilancio in rosso che soltanto lui ha appesantito con l’esagerato e sbagliato acquisto di Ronaldo. Non è invece una notizia che Paperoga Crespi non sia più l’allenatore della nazionale femminile di basket, che comunque non sarebbe andata a Tokyo, dal momento che l’ho sparata su questo blog giusto un mese fa e che semmai ha stupito Giannino Petrucci che all’epoca me l’aveva smentita e che ieri tranquillamante l’ha confermata. Sorprendendo così (forse) se stesso, oltre che Sky e la Banda Osiris che non gliela faranno sicuramente passar liscia. E auguri a Gallo Danilo Gallinari che oggi compie 31 anni e non ha ancora vinto niente. Nella speranza che almeno vada alle prossime Olimpiadi e che poi l’assurda Legge Giorgetti, sostenuta anche da Petrucci, non gliele tolga sotto al naso.