Provo a menare il can per l’aia perché di Milano non saprei più cosa dire o pensare. Ma con questo caldo neanche il cane da caccia di mio fratello ha molta voglia di girare a vuoto per il giardino di casa. Dove una volta c’era un canestro con la retina appeso al muro del garage e si giocava a basket dall’alba al tramonto. Mi chiamavano Maggetti. Perché di talento ero privo e tiravo anche a due mani, ma avevo la stessa grinta del povero Remo al quale Roseto degli Abruzzi ha intitolato il suo palasport. Remo Maggetti, re di Napoli, vinse con l’Ignis Sud di Giovanni Borghi la Coppa Italia nel 1968 segnando 26 punti e quattro anni dopo la Coppa delle Coppe con la Fides di Paron Tonino Zorzi. Altri tempi. Oggi è Toto Forray con le dovute proporzioni a ricordarmi l’abruzzese che non era bello da vedere, ma buttava l’anima su ogni palla e nove volte su dieci la pigliava. Un grande. Come l’argentino di Buenos Aires che Forlì scartò non ritenendolo buono per la Legadue e se lo prese Fred Buscaglia a Trento in serie C. L’affare del secolo: poche storie. “Si tuffa, cade per terra, si rialza, segue il pallone, lo riprende, un altro tuffo: uno spettacolo”. Questo raccontava ieri il vivace Paperoga Crespi di Forray, il migliore con Aaron Craft, cose buone dal mondo, dei sette trentini che hanno espugnato di nuovo il Forum e adesso sono a metà del cammin della loro vita e a due vittorie dalla finale più incredibile di tutta la storia dei playoff del nostro basket. E non esagero. Vi vorrei anche parlare di Paul Biligha che venerdì sera era in tribuna del Taliercio con la moglie e il figlio, un cespuglio di capelli neri, un amore di morettino che t’incanta all’istante. Biligha è il primo acquisto della Reyer per il prossimo campionato: l’ha preso da Cremona ed è un pivot di due metri tondi tondi che compirà 27 anni martedì prossimo. Vi vorrei anche domandare quale è stata l’ultima squadra che ha battuto la Dolomiti Energia in questa stagione. Ve lo dico io: Varese alla vigilia di Pasqua. E poi non chiedetemi più perché considero Artiglio Caja uno dei migliori allenatori del Belpaese. Il setter di mio fratello Beppi si è intanto appisolato all’ombra della magnolia e non so più come arrampicarmi sugli specchi per non parlare della Milano di Giorgio Armani con la canotta bianca e l’ombelico fuori. Che è una tristezza e anche più di un disastro come la definisce persino Mamma Rosa. Ma adesso e non prima quando con i suoi ArLecchini ancora la difendevano. Eppure ha perso 23 partite su 30 in EuroLega, ha mandato via Melli, Hackett e Gentile, per il quale pagherà anche l’anno prossimo uno sproposito d’ingaggio: molto più di centomila euro al mese. E non ha fatto l’unica cosa che l’Olimpia poteva fare e avrebbe dovuto fare già stanotte: sostituire Repesa con Cancellieri. Perso per perso: l’ultima disperata mossa così tanto per tentare di dare una scossa ad una squadra che è caduta ormai in depressione, non si scuote nemmeno al rombo di un cannone e non vede l’ora d’andare in vacanza al mare. Con la pancia piena e la moglie ubriaca. Ma a Livio Proli mancherà il coraggio di fare il passo che avrebbe già dovuto fare a Natale. Gelsomino, che resta un gran signore, mi dispiace, ma è ormai in confusione totale e non ne azzecca più una di giusta: ieri si è dimenticato Kalnietis in panchina nel quarto periodo insistendo su Hickman, dal quale non ha avuto neanche un punto, e sul povero Cinciarini che non so se ve ne siete finalmente accorti: vale molto meno di Forray ed è un playmaker incasinato e probabilmente finto. Sanders è irriconoscibile e non ha più voglia. Pascolo e Abass giocano da soli contro tutti. Persino gli arbitri hanno abbandonato i campioni d’Italia che il Forum fischia e contesta. E l’ambiente è negativo in tutto. Difatti sono sicuro che Milano sotto al Bondone starà meglio che a casa propria. E non è detto che perda. Proverei anche Bruno Cerella: non si sa mai. E Raduljica che è sempre meglio di niente. Cioè dell’eccesso di zero che è diventato McLean. Ieri ho preso un caffè con Sacripantibus, ma ve ne parlo domani. Se non vado anch’io al mare. Che al lunedì è di una pace celestiale. E vi parlerò degli allenatori di seconda lega in partenza da Treviso e da Bologna sponda Virtus. Così almeno dicono. La De’Longhi sta pensando di sostituire Oro Pilla con Ciani. E mi domando se nella città di Signore e Signori stiano per caso diventando tutti pazzi. Difatti a Pillastrini domani sarà addirittura prolungato il contratto. La Segafredo invece sta sfogliando la margherita: Bucchi o Moretti. Consiglio Pierino. Se posso. E Ramagli? Se ne andrà anche se ha un altro anno di contratto e conquisterà la serie A. Robe da matti.