Quando lunedì a mezzogiorno ho saputo che a Palazzo Vecchio l’amico Mino Taveri non sapeva più quali pesci pigliare e cosa inventarsi per spiegare che gli allenatori delle final eight fiorentine di Coppa Italia presenti in Sala d’Arme erano sette perché Enzino Esposito “aveva perso l’aereo”, mi è venuto in mente quel fortunato carosello dei Cracker Gran Paesi di cinquant’anni fa in cui un Re Artù affamatissimo si domandava sgomento: “Come mai non siamo in otto?”. E i cavalieri della tavola rotonda gli rispondevano in coro: “Perché manca Lancillotto”. Che si era perso chissà dove. Forse tra le gonne di Ginevra. Ma questo non potevano di certo raccontarlo al loro sovrano che di Ginevra era lo sposo becco e scontento. E ho cominciato a ridere che non la smettevo più immaginando anche le facce che avevano fatto Simone Pianigiani e Walter De Raffaele. Ai quali avevano già detto da un pezzo che il nuovo allenatore del Banco di Sardara sarebbe stato Gianmarco Pozzecco in arrivo da Formentera. Come – fatalità – mi era scappato di scrivere proprio su questo blog esattamente il 25 settembre dell’anno di grazia 2018. Quindi figuratevi se mi posso essere sorpreso di un cambio di manico a Sassari che avevo annunciato ai primi d’autunno e del quale ovviamente Mamma Rosa non era a conoscenza prima dell’altro giorno. Quando ha tirato giù dal letto lo 003 della Banda Osiris, al secolo Mario Canfora, meglio conosciuto nell’ambiente come il famoso C10H16O, e l’ha spedito a Firenze senza dargli tempo di farsi la barba e nemmeno la doccia. Così impara a dormire nelle stanze del Palazzo romano dove Giannino Petrucci gli ha messo a disposizione un divano-letto nel sottoscala, ma non gli ha ancora sistemato il bagno e non gli passa più le notizie come faceva un tempo anche perché ormai persino lo scemo del villaggio della pallacanestro ha capito qual è la sua fonte. Mentre in altri uffici s’indaga giorno e notte su chi sia la talpa della Lega che è pappa e ciccia proprio con C10H16O e di cui la caccia non è proibita. Anzi. Anche perché Livio Proli non ha ancora dimenticato la brutta storia del tranello Nunnally nel quale è caduta l’Armani in assoluta buona fede. E domani infatti farà la voce grossa contro la Federazione nella riunione fiorentina delle sedici società di serie A che precederà di qualche ora il via delle attesissime final eight di Coppa Italia al PalaMandela. Delle quali avrò modo di parlarvene nei prossimi giorni. Ammesso e non concesso che trovi il tempo. Visto che l’occasione sarà particolarmente ghiotta per stabilire una volta per tutte dove si mangia la miglior bistecca con l’osso del posto. Cominciando da quella che addenterò a pranzo da Cosimo. All’uscita del casello autostradale del Mugello. Accompagnata dai carciofi fritti che sono la fine del mondo e dei quali al solo pensiero mi viene già l’acquolina in bocca. Certo è che Esposito e Sardara, due prime donne, non si sono mai presi sin dal primo giorno. Così come è vero che il capriccioso Enzino poteva almeno giocarsela venerdì con la Reyer e poi decidere il da farsi. Tanto più che Venezia ha un brutto rapporto con la Coppa Italia essendo sempre stata eliminata al primo scontro per ben sei volte su sei nelle sette passate edizioni. Domenica poi l’ho vista male contro Trento al Taliercio. Al di là della meritata sconfitta a tavolino e di un supplementare strappato per i capelli. Messa sotto da un meraviglioso Aaron Craft (nella foto) che si è portato a spasso capitan Haynes per calli, ponti e campielli come Gino, il cagnolino di mio nipote. Non bastasse, a Firenze sarà presente in prima fila, mi raccomando, Napoleone Brugnaro. Che di solito, quando accompagna la sua squadra in trasferta, non è che porti molta fortuna. A parte nel giugno 2017 quando gli oro-granata proprio a Trento diventarono campioni d’Italia. E comunque, siccome MaraMeo Sacchetti l’ha menata da non dire con la solfa “del speriamo non vinca il migliore, altrimenti già sappiamo chi è, ovvero Milano” senza tener conto che per tradizione la Coppa Italia non va mai al club preferito alla vigilia, gli dico subito con un cincinin di perfidia che la squadra favorita è la sua, perché la più fresca e la meglio allenata in Italia, come sostiene Petrucci e tutta la sua corte, e che quindi la finale mi spiace per lui ma se la giocheranno quest’anno proprio l’Umana contro l’Armani. Scommettiamo? Ovviamente una cena contro cinque. Quelle che già avanzo da ET Fanelli. Mentre se C10H16O vuole una notizia da copiare gratis gli dico subito che Pistoia ha strappato Phil Goss al Paok Salonicco che non lo pagava. Così si riducono ora al lumicino le possibilità di salvezza dei grissini di Reggio Emilia che hanno un calendario di partite terribile. Sperando che poi non diano la colpa al Pilla Pillastrini. Mentre al Poz dico soltanto che dimostri con i fatti e non a parole d’essere un allenatore di basket perché sino a oggi non lo è ancora stato.