Posso dire la verità? “E quando mai l’ha nascosta?”. Solo alla mia Tigre qualche volta. Però prima lasciami scendere di sella che riprendo fiato. Anche Ronzinante è stanco di questo mulo contro mulo tra Bau Bau Mann e Bertomeu, più vostro che meu, e vorrebbe un po’ di biada. “Mi perdoni, vossignoria, ma questo sarebbe compito mio”. Fratello Sancio, sono ormai quattro secoli che sei il mio fido scudiero e la mia ombra confortante, ma non ti riesce ancora di darmi del tu. “Sono ignorante più del mio borracho e non conosco troppo le cose. Mentre voi siete il mio cavaliere errante”. Contro i mulini a vento? “Questo lo lasci credere agli altri. Io so che non più di due giorni fa tra le pale ci è rimasto ferito e quasi secco anche il povero Giannino maltrattato da Megalò”. Ma se tutti dicono che sono una carogna e un matto? “Bizzarro e sognatore semmai. Al punto da diventare sublime”. Non esagerare. Dovresti saperlo che i lecca lecca del regime e delle gazzette non mi sono mai piaciuti. “Or dunque, signor Don Chisciotte, quale verità ci tiene oggi nascosta?”. Brutta per i benpensanti dei salotti del basket. “Non mi tenga oltre sulle spine. Coraggio”. Che di certo non mi manca. “Le passo allora la lancia?”. Forse avrei più bisogno dello scudo. “Molti nemici, molto onore”. Ma chi si è inventato questa panzana? “Credo Giulio Cesare”. E non Napoleone Brugnaro? Al quale per Pasqua ho regalato Ho due papà di Fabri Kramer e Luca Panzini, ma non credo che gradirà il misero dono di un libretto illustrato. “Quanto la fa lunga, mio signore”. Ne convengo. E così allora subito ti dico che son contento che abbia vinto Trento. “Se è per questo anch’io, mezzo mondo e tutta la Mancia”. Però stammi bene attento: non ho detto che son felice che abbia perso Milano e che sia stata eliminata dall‘Eurocup. “Perché non è forse l’identica cosa?”. Caro Sancho, sei proprio un somaro. La differenza è invece trasparente. Mi rallegro, gioisco ed esulto ogni qual volta vedo un monello che con la fionda e la cerbottana abbatte un gigante d’argilla, però al tempo stesso anche me ne dispiaccio che tanti bei quattrini siano stati gettati al vento per costruire una squadra come l’Armani che in Europa non sta né in cielo né in terra. Del resto anche Dindondan Peterson mercoledì sera, nella sua sempre brillante telecronaca, ha raccontato dei nostri che non facevano mai canestro, e si riferiva soprattutto a Gentile (0/6 da tre) e a Jenkins (0 punti), mentre loro segnavano da tutti i cantoni e ha applaudito Sutton e Pascolo, ma anche Wright e Poeta. “Eppure va sempre in vacanza a Folgaria nei boschi sopra Rovereto”. Per l’appunto. Non c’è faziosità in me o in lui. E’ solo l’eterno gioco delle parti. Spero che tu l’abbia finalmente capito. Se invece vuoi continuare a pescare nel torbido, fai pure domanda d’iscrizione alla Confraternita dell’Osiris di Ciccioblack Tranquillo che d’acchito te la accetto. “Non credo, mio eccellentissimo maestro, che lei possa dubitare della mia fedeltà e dunque perché umiliarmi in siffatto modo?”. Hai ragione e te ne chiedo venia. Ma quando penso a quei scimmiotti e al loro capo smargiasso, mi salta la mosca al naso e perdo il lume dell’intelletto. E comunque, per farmi perdonare sino in fondo, ti dirò la verità per intero. “Son tutto orecchie”. Ho anche spedito un sms di sinceri complimenti al cavalier Maurizio Buscaglia. “Un sms?”, sbalordì Sancio. Buonanotte, Miguel de Cervantes ci ha messo al mondo 411 anni fa regalandoci l’arma della satira e dell’ironia e tu nel venerdì di Pasqua del 2016 non sai ancora cosa sia un messaggino? “Ho capito, ho capito: mica sono Dembinski, o come cavolo si scrive, che ci copre di statistiche che non interessano a nessuno per dimostrare che lui ha studiato e ha imparato tutto a memoria”. Bravo il mio scudiero, finalmente ora siamo cavallo. “Io veramente sono in groppa a un asino che tra poco schiatta sotto al peso mio e delle bisacce”. Dicevo tanto per dire e per illuminarti prima d’andare di nuovo all’assalto lancia in resta di altri giganti dalle braccia rotanti. “Illuminami, ti prego”. Volevo solo umilmente spiegarti che non basta dare i numeri o sapere di pick and roll per pensare di intendersene di basket o, peggio, d’insegnarlo come dio comanda. E ti faccio un esempio che vale per tutti: Maurizio Buscaglia. Conosce molto bene il pick and roll, ma lo usa poco o niente. E preferisce giocare senza playmaker o addirittura con due. Rischiando con i giovani e mescolando continuamente le carte. Così Repesa, il Gelsomino piangente, ha finito per non capirci più niente anche se aveva in mano l’asso, il tre e il re di briscola. In più sono d’accordo con Dindondan: Sutton e Pascolo sono stati i migliori. Ma vogliamo parlare di Toto Forray o del ventenne Flaccadori o del sorprendente Lechthaler? Magari un’altra volta. (continua)