Un calcio ai pregiudizi: l’allenatore dell’anno è Esposito

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Mi tocca dare ragione a Beppe Grillo: i giornalisti ne scrivono tante di bufale. Come quella di Jeremy Pargo che secondo il Gazzettino dovrebbe tornare a Venezia. Sì, in vacanza. Magari assieme a Julian Stone, Kobe Bryant e Melania Trump. Due o al massimo tre giorni. Un giro in gondola, una puntatina al Casinò Vendramin Calergi, un salto all’Aciugheta in campo SS. Filippo e Giacomo. Dietro la canonica della basilica di San Marco. Un cicchetto e n’ombra. E, già che ci sono, un bel selfie con il sindaco di Venezia sul Ponte dei Sospiri. Oppure mi state parlando del fratello, Jannero Pargo, che ha giocato nei Lakers e a Chicago, ma anche a Mosca e con l’Olympiacos? Peccato abbia 37 anni suonati e sia bollito da almeno un paio. Come So-Na-Lagna Soragna. Sulla Gazzetta ho anche letto che Capo d’Orlando gioca la miglior pallacanestro d’Italia e che quindi tutti dovrebbero andare a scuola da Gennaro Di Carlo, nativo di Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta. Per far prima chiamatelo allora San Carlo come vi avevo già suggerito. Oppure, meglio ancora, Patata. Perché Patata? Perché vado matto per la patatina San Carlo pubblicizzata persino da Carlo Cheff Cracco. Come del resto Gigi Buffon ha perso la testa per Amica Chips più ancora che per Ilaria D’Amico. Gusti son gusti. E tutti vanno rispettati. Tranne il cattivo gusto di Vittorio Feltri o quello di Napoleone Brugnaro. Che agli arbitri di domenica al Taliercio non so cosa volesse dire mimando con le dita il gratta-gratta del gatto mammone. Tornando all’Orlandina del Patata, che sarà molto meglio, non vincerà lo scudetto e neanche la Coppa Italia. Altrimenti mi faccio frate. E piuttosto, dopo la caduta di domenica al PalaFracchia con Trento, ora deve stare molto attenta perché i suoi playoff sono fortemente a rischio. Non vorrei infatti che Mamma Rosa debba trovarsi presto un altro club di cui innamorarsi dopo che l’ultimo, che le ha fatto le corna, se ne è scappato a Cipro sbattendo la porta e urlandone anche dietro: “Sei brutta e fatta male”. In effetti bella non è da quando Urbano Cairo è diventato il suo padrone. E nemmeno simpatica come si dice di una donna con un occhio che guarda a levante e l’altro a ponente, ma è comunque interessante: ovvero possiede l’intramontabile fascino dello strabismo di Venere. E poi è pure divertente da morire. Oggi per esempio ha fatto dire a Gianluca Basile balbettando che se Capo d’Orlando vincerà tutte le partite in casa da qui alla fine della stagione regolare disputerà i playoff. Bravo Baso, hai scoperto l’acqua calda. Peccato che al PalaFracchia debbano ancora giocare Reggio Emilia e Avellino. Ed è improbabile che ci lascino la pelle entrambe. Altrimenti chi arriverà seconda dietro a Milano? Zitta zitta probabilmente Sassari. E allora mi farei sul serio due pazze risate dal momento che la Gazzetta a dicembre aveva preso per il sedere Pasquino Pasquini scrivendo che “il gm non poteva licenziare il coach essendo la medesima persona”. Se è per questo anche il Gazzettino ai primi di novembre aveva ipotizzato una Reyer da bassi fondi della classifica, né io avrei mai pensato che Vincenzino Esposito potesse diventare un bravo allenatore. Anzi, per dirla proprio tutta, non avrei mai immaginato che potesse un giorno fare l’allenatore uno che da giocatore era un immenso talento in attacco, ma non ne voleva sapere di spendere una sola goccia di sudore per difendere. Viveva nel suo mondo e s’accontentava di far canestro nella cruna di un ago. Devo invece ricredermi: solo un mago della panchina poteva infatti reinventarsi un Andrea Crosariol che mette i risi in testa agli americani di Caserta e non ha più paura della sua ombra. Ci avevano provato tutti, ma nessuno in passato c’era mai riuscito. Un miracolo? Sì, quasi. E comunque provate per una volta a dare un calcio assieme a me ai vecchi pregiudizi eleggendo Enzino allenatore dell’anno. No, a voi piace il Patata. Che ho visto lunedì nel salotto della Banda Osiris che pontificava con Ciccioblack Tranquillo. Bene, tenetevelo stretto. Anche se in fondo Pistoia ha gli stessi punti in classifica di Capo d’Orlando. E non venitemi a raccontare che non ve ne eravate accorti. Rimini, Rimini, sto arrivando. E arriverò giusto in tempo per Betaland-GrissinBon, il primo quarto di Coppa Italia. Se invece pensavate che oggi vi avrei parlato di Venezia-Reggio Emilia, che mi sono servito in tutte le salse del mondo, vi dico la verità: non l’ho ancora digerita. Del resto ne ho viste e sentite troppe domenica al Taliercio che non sono ancora così lucido e freddo per volare supra partes. Però posso già dispensare Napoleone Brugnaro dal rispondere al mio saluto se gli costa tanto: credo che riuscirò lo stesso a sopravvivere acciambellato alla mia povera satira. Che evidentemente a lui va di traverso e anche lo capisco: non discuto infatti che non sia alla portata di tutti.