E se invece vi dicessi che Pianigiani resta a Milano?

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Potete scrivere tutto quel che volete su Simone Pianigiani, nella foto, tanto non vi legge. E non dall’altro giorno, ma da quando è sbarcato due anni fa a Milano e subito ha capito che i giornalisti più dei tifosi non gli avrebbero perdonato niente se non avesse vinto tutto. E ditemi che non è vero perché prendo tutti gli articoli che sono stati scritti contro di lui e ve li faccio mangiare ad uno a uno. Così vi scoppia la pancia e andate al creatore. La sua colpa in primis è stata che viene da Siena. La seconda che non è un ruffiano e mangia solo con me il galletto con le mani. Infine e non ultima, anzi, che era l’allenatore scelto e voluto da Livio Proli. Il quale non è mai piaciuto a nessuno per quasi tre lustri sino a domenica sera dopo la resa di Sassari. Quando ha dato le dimissioni da presidente dell’Olimpia e la gente è scesa in piazza abbracciandosi e festeggiando la caduta del tiranno assieme ai capi storici della Banda Osiris che lui aveva sempre tenuto tenacemente distanti mille miglia dalla società di Giorgio Armani. E così si sono visti i topi ballare sotto la pioggia e dividersi già i compiti nella notte infinita: tu diventi general manager mentre tu sarai il nuovo coach, tu prendi in mano l’ufficio stampa che poi tanto ci penso io a tenerli tutti buoni con una bella cena e qualche mozzarella di bufala. Nessuno però aveva pensato che Proli, abdicando, dicesse chiaro e tondo: “Simone resta: è confermatissimo” e sono cavoli della proprietà se vuole licenziarlo con un altro anno di contratto in essere. Ora neanche questo sarebbe un problema dal momento che il doppio stipendio dell’allenatore è ormai un vizio di famiglia di cui non ci si dovrebbe vantare ma che nella casa delle scarpette rosse è diventato quasi un sorta di porta fortuna dal momento che con Don Gel Scariolo, Luca Banchi e Gelsomino Repesa sul libro paga (senza far nulla) Milano ha vinto gli scudetti negli anni (pari) 2014-16-e-18. Piuttosto Re Giorgio è uomo di una parola sola: su questo potrei mettere la mano sul fuoco. E all’inizio della primavera, pochi giorni cioè dopo che Proli aveva lasciato la direzione generale del Gruppo Armani, aveva tranquillizzato Pianigiani confermandolo per un’altra stagione. E difatti stamattina non di persona, ma attraverso Leo Dell’Orco, suo storico braccio destro e presidente in pectore, gli ha fatto sapere di non aver cambiato idea. Perché i giornalisti milanesi possono raccontargliela e condirgliela come vogliono, e parlare anche d’apocalisse o d’immane disastro, quando invece per banalizzare Milano ha perso in fondo due partite col Banco di Sardara al supplementare, come può succedere per un fischio o un tiro libero sbagliato, e lui lo sa poi meglio di tutti come sono andate storte quest’anno troppe cose nell’Olimpia. Dal crociato che si è rotto alle Canarie Arturas Gudaitis ai primi di febbraio, quando Milano in campionato era scivolata appena due volte ed era settima in EuroLega, alle lacrime di rabbia di Kaleb Tarczewski che domenica nell’albergo di Sassari non riusciva a darsi pace per quel tecnico e il quinto fallo che Alessandro Martolini gli aveva fischiato mentre Ciccio Cooley l’aveva passata liscia dopo averlo menato e pure sfottuto. La vera tragedia sarebbe solo se Giorgio Armani mandasse all’inferno tutte le vostre guerre tra bande e la smettesse anche di riempire di pubblicità quei giornali che prima chiedevano la testa di Proli e adesso quella di Pianigiani pretendendo pure di dettar legge in casa d’altri. Vi avevo avvertito: non si fanno i conti senza l’oste. E comunque, se Simone decide di rimanere un altro anno sul ponte di comando dell’Armani, voglio proprio vedere se Maurizio Gherardini e Claudio Coldebella, che non sono mai andati giù a Livio Proli in quanto fratelli dell’Osiris, accetteranno di prendere in mano una società che ha già scelto l’allenatore e fatto un paio d’acquisti parecchio interessanti sul mercato americano. Ecco allora che tornano in pista i Bucchi, i Peterson, i Cappellari o i Costa che erano stati a suo tempo ipotizzati. O Alessandro Dalla Salda in rottura prolungata con la Virtus. Ma forse sono questi soltanto miei auspici. Mentre provate a chiedere ad Alberto Lupo Rossini, direttore sportivo in carica a Milano, quanti agenti si sono fatti avanti nelle ultime ore per offrire il loro protetto al posto di Pianigiani. E, se lui non vi farà i nomi degli allenatori, ve ne sparo qualcuno io: David Blatt (Olympiacos), Xavi Pascual (ex Panathinaikos), Pablo Laso (Real Madrid) e persino Zeljko Obradovic che tra un anno lascerà comunque il Fenerbahce. Ma sinceramente spero che debbano rivolgersi altrove.