Non ho assolutamente il tempo di riordinare tutti i pensieri che mi rimbalzano dentro la zucca in un periodo della vita nel quale pur passo molto tempo della giornata a pensare. Che poi non è mai stato il mio forte: lo so benissimo, ma a settant’anni uno deve magari cominciare a farlo soprattutto quando ha l’ago della flebo nella vena del braccio e non gli resta altro che guardare se la goccia di glucosio scende dalla sacca. E così oggi vi sbatto giù le prime cose che mi vengono in mente tentando di centrifugarle e di trasformarle in satira. E lo stesso (forse) farò domani. Anche perché sarei anche stufo di spiegare, a chi non sa nulla del mio plasmocitoma, la ragione per la quale non scrivo più da un bel pezzo su questo blog che pure adoro. Nella foto della serie “Non c’è paragone” Alessandro Zanelli, 27enne playmaker di Motta di Livenza, al secondo anno di serie A, cerca probabilmente invano d’opporsi al mitico Sergio Rodriguez ieri sul far della sera al Forum. Devo ancora sfogliare la Gazzetta del lunedì dopo una domenica di basket nella quale gli irresistibili vicecampioni d’Italia del Banco di Sardara sono riusciti nell’impresa unica al mondo d’essere meritatamente battuti in casa dalla Trieste del Paisà, il Genio Dalmasson della Gazzera, che soltanto qualche giorno fa si era beccata tra capo e collo un trentello (o quasi) al PalaRubini, che non chiamerò più Allianz Dome, dalla piccola Varese di Attilio Caja e Matteo Tambone. Non sarà per caso che è finito il culo del Poz che vorrebbe cambiare nome? Prozzecco proprio non gli piace. Vedrò cosa posso fare. Intanto non si doveva forse sposare quest’estate sul parquet di Milano con Tanja che vive a Formentera con Coco, il suo inseparabile gatto che non va mai in tangenziale? In verità Gianmarco aveva annunciato il matrimonio con la bella spagnola quando, una volta eliminata in semifinale l’Armani di Giorgio, credeva di poter fare un sol boccone anche della Reyer di Ray-ban De Raffaele al quale ho regalato il libro “E’ molto semplice” di Max Allegri. Che resta l’allenatore che ancora preferisco sul pianeta-calcio. A proposito penso pure che Marx Sarri non ha cambiato la Juve, ma è stata semmai la Juve degli otto scudetti di fila ad aver cambiato lui. Non so chi tra Zanelli e Tambone guadagni di più. Anche se Marino è un sacco più splendido del Vittorelli che è buon amico di Guido Bagatta, ma che a Varese non faranno più presidente a meno che non apra finalmente il portafogli a fisarmonica. E comunque i due play insieme non intascano un trentesimo dello stipendio che becca il Chacho che viene da Mosca dove ha rimpiazzato Milos Teodosic e ha vinto a metà maggio l’Eurolega con Daniel Hackett. Il quale a sua volta ha mandato a quel paese Sacchetti e la sua nazionale del cavolo. E non ha fatto poi tanto male per come era stato in precedenza trattato. Prozzecco, se non mi sbaglio, non ha poi vinto il campionato e quindi non ha sposato Tanja, ma comunque non giochi troppo con il fuoco (e alla playstation) dal momento che già una volta è stato piantato in asso a due passi dall’altare da Maurizia Cacciatori. Oggi ho scritto solo perché non l’ha fatto sull’Indiscreto l’Orso che si sta aggiustando pure lui e tornerà più arzillo (e velenoso) di prima. In fondo state freschi se lui o io non scriviamo qualcosa di diverso sulla nostra pallacanestro della quale Mamma Rosa, fedelissima consorte di Urbano Cairo, s’interessa unicamente se le dai quattro soldini per gli inserti. Giannino Petrucci ha stanziato per la stampa di nuovo un centinaio di milioni che allungherà alla Lega: coraggio, fratelli giornalisti, fatevi sotto. Altrimenti quelli della Banda Osiris si mangiano tutto e non vi restano nemmeno le briciole. Però una Lega di serie A senza sponsor, ma con una dozzina di dipendenti nella torre di Bologna potrebbe anche arrangiarsi a fare tutto da sola senza ricorrere ai mendicanti del tempio o a chi per essi o a Giulio Iozzelli che, lo ripeto, manco conosco, ma che l’anno scorso ha costruito una Pistoia, di cui era il diggì, che sarebbe giustamente retrocessa se la stagione fosse stata regolare e se si fosse chiuso un occhio con Torino come era stato invece fatto per Cantù. Il permaloso Bagatta dice d’essere un mio ex amico e per questo non ho pubblicato una sua foto mentre dorme, e di grosso, durante una partita infuocata d’Eurolega seduto a bordo parquet in prima fila. Eppure l’Happy Casa di Frank Vitucci da Cannaregio, Zanelli contro Rodriguez, i magnifici Stone (Taylor) e John Brown III contro gli impalpabili White (Aaron) e Tarczewski, ha dato un altro dispiacere a Ettore Messina al secondo scivolone in tre partite giocate al Forum dopo quello con Brescia. Eleni e io non la pensiamo sempre eguale. Lui lo chiama Erode, io il Nazareno. Però anche Oscar sarà spero d’accordo con me se affermo che, se Simone Pianigiani fosse ruzzolato due volte in casa alla quarta di campionato, Milano l’avrebbe già messo in croce con una corona di spine intorno al capo. Mentre il Messi(n)a gode sempre di grande credito con Leo Dell’Orco e con Sandro Gamba. E non sarà mai cacciato perché non si è mai visto al mondo che un presidente mandi a remengo il proprio tecnico se presidente e allenatore sono la stessa persona nello stesso club. A domani. Promesso. Con questi titoli a scelta: arbitri sul piede di guerra, la Lega di Egidio Bianchi in pugno a Luca Baraldi o i tre giorni di Stone (Julyan) con Goodelook in lista d’attesa.