E’ il primo giorno di primavera. Magari nessuno ci ha fatto caso avendo ben altri pensieri per la testa. E anche lo capisco. Però spalanco lo stesso le finestre mentre scendono le prime ombre della sera perché è così strano (e bello) sentire gli uccellini cantare dal parco lontano come se fossero sulla magnolia nel mio giardino. Prima della pandemia invece il loro canto era soffocato dal rumore della città che proprio non sopportavo. Almeno quanto non riesco a digerire Luca Zaia quando straparla e sembra un gerarca del Ventennio fascista. Stamattina ha detto in televisione alla padovana Eleonora Daniele che viene dal Grande Fratello 2 di Daria Bignardi con Flavio Montrucchio e Mascia Ferri: “I veneti sono persone per bene che rispettano le regole”. E sarà anche vero, soprattutto se non hanno votato per lui, ma allora perché nel pomeriggio ha emanato un decreto, il più restrittivo in Italia, che i suoi elettori impiegheranno due giorni per capirlo e quattro per farselo decifrare da qualche egizio? In verità mi hanno raccontato che sino a pochi giorni fa i pendolari rientravano a Venezia dal lavoro in terraferma stipati come sardine nei bus e nei tram. E ovviamente senza mascherine. Ha dovuto allora pensarci Napoleone Brugnaro a rimettere le cose a posto senza ricorrere allo stato di polizia come invece vuole imporci il truce governatore di Bibano di Godega di Sant’Urbano. Capirai. Sì, insomma, di Conegliano. “Questo del coronavirus non è un gioco qualsiasi” come pensava lui sino alla settimana scorsa. “Ma è una roulette russa. E prima o poi arriva anche la tua ora”. Tatatatàn: rullo di tamburi. Catastrofico, apocalittico, menagramo. Come domenica passata: “E se non vi comportate bene, saranno due milioni i veneti contagiati dal Covid-19 entro la fine del mese”. Cioè uno su due. Ma allora ‘sti veneti sono bravi o disobbedienti oltre che somari e ubriaconi? Si decida. Intanto non potranno più andare in bicicletta e a far jogging nei parchi o allontanarsi più di duecento metri, mi raccomando, da casa. Personalmente è dall’8 marzo, quando il generale Zaia dichiarò guerra ai crucchi perché Austria e Slovenia avevano chiuso le frontiere con l’Italia, che non ho messo il naso fuori dalla porta neanche per portare il cane a fare i bisogni. Anche perché il cane non ce l’ho e neanche il gatto. Mi basta la Tigre. Se non mercoledì 11 quando ho fatto una toccata e fuga da Padova in visita ad un barone dell’ematologia che si è fatto profumatamente pagare per dirmi quello che già sapevo: “Hai ancora un mozzicone di tumore alla gola”. Grazie mille. Ripasserò. Quando mai? E sono tornato in trincea. Dove per la verità non sto nemmeno male ora che soprattutto ho smesso ovviamente di fumare e non devo accendermi la Marlborina rossa. Così il cecchino della Banda Osiris non può prendere la mira e spararmi. Insomma non tutti i mali vengono per nuocere. Come il mio maestro Tommaso Campanella declamava in quel sonetto: “Io nacqui solo a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi e ipocrisia”. Oltre all’ignoranza. Quindi cosa volete che me ne importi del resto? Però, se durante questa peste, dove tutti han più tempo per pensare e per voltare gabbana, i fratelli veneti non leggessero soltanto le epigrafi sul Gazzettino e le bugie di Alda Vanzan, ma anche qualche altro buon quotidiano, tanto per non far nomi il Fatto di quel fuoriclasse che è Marco Travaglio, magari molti salvinisti redenti potrebbero anche uscire dalla culla d’incultura nella quale sono nati e finalmente capire che non è con il coprifuoco o la protezione civile, l’olio di ricino e il manganello, l’odio e il razzismo, o uccidendo i ratti e i pipistrelli, le nutrie e i comunisti, o chiudendo i supermarket la domenica e i massaggi delle cinesi al sabato, che si combatte e si sconfigge il coronavirus. Che non si è fermato in Cadore perché Cortina d’Ampezzo è troppo cara o a Nizza perché nel Principato di Monaco persino il principe Alberto si è beccato il virus. Ma è andato avanti tremendo e ora sta infestando tutta l’Europa. Anche i francesi che con la puzza al naso ci prendevano per il cesto sino all’altro giorno con la solita storia della pizza e ridevano delle nostre paure. E adesso? Hanno cambiato in un lampo idea sull’epidemia, come del resto Alessandro Cecchi Paone o il Cazzaro Verde o il Generale Zaia, e hanno sterzato di brutto all’ultima curva prima di finire tra capre e cavoli e, seguendo la strada indicata dal governo del Conte Giuseppi-2 e il suo staff, hanno addirittura blindato tutte le spiagge della Costa Azzurra vietando anche di fare il bagno da qui come minimo a settembre. Mentre doveva risultare positivo al Covid-19 anche il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, perché ordinasse da stasera di non poter circolare per le strade della sua città dopo le 20 ad eccezione dei mezzi delle forze dell’ordine o delle pubbliche emergenze. Certo è che Silvio Berlusconi non ne fa più una di giusta: si era rifugiato assieme alla sua nuova fiamma (e badante) nella villa della figlia Marina proprio a Nizza per evitare che in Italia lo sbattessero dentro (casa) e stasera Dudù, il suo caro barboncino, non ha potuto neanche accompagnarlo fuori a fare la pipì. Intanto Matteo Salvini rosica per i consensi di Conte che sono saliti al 71% mentre quelli suoi e di Zaia stanno crollando a picco. Come vi dicevo: non tutti i mali vengono per nuocere. E difatti se anche il mio Napoleone girasse le spalle alla Lega di Pontida e si presentasse da solo alle imminenti elezioni comunali di Venezia, che probabilmente da giugno slitteranno a settembre, sono sicuro che i veneziani di mare e di terra apprezzerebbero il gesto e Brugnaro sarebbe confermato sindaco al primo turno senza passare per il ballottaggio e senza stare sotto scacco del Generale destinato presto come Cadorna ad una nuova Caporetto. Avrei voluto parlare anche di sport, ma è tutto giustamente fermo in questo mondo. “Un’Inter mondiale” ha strillato oggi dal balcone Mamma Rosa in mutande e reggiseno nerazzurri e non l’ho nemmeno badata. Mentre il nuovo presidente della Lega Basket, che non costa uno scherzo e per questo è molto attivo, ha inviato nel pomeriggio una lettera alle diciassette società di serie A garantendo che farà tutto il possibile per portare a termine la corrente stagione. “Siamo determinati a trovare soluzioni volte a permettere, quando saremo in condizioni di totale sicurezza, la ripresa dell’attività agonistica e, in particolare, del campionato che mi auguro vivamente possa ricominciare il proprio corso e completarlo entro la fine del prossimo giugno”. Resto basito e mi domando: ma dove vive Umberto Gandini? Su Saturno o su Marte? Perché non sta in cielo ma neanche sulla Terra che si possa tornare a giocare prima di due mesi e mezzo, e poi certamente a porte chiuse, quando almeno una decina di club lo stanno implorando in ginocchio di chiudere la baracca al più presto con il sostegno e un decreto-legge di Vincenzo Spadafora cui nessuno potrà disubbidire. Neanche le ricche Armani, Virtus e Reyer alle quali sarà al massimo concesso di concludere le loro avventure nelle coppe europee anche a luglio o a ferragosto. Quando non si disputeranno neanche le Olimpiadi di Tokyo che nemmeno il 66 per cento dei giapponesi vogliono. Buonanotte. Ci si risente domani. Quando vi spiegherò la ragione anche della foto del vostro scriba tra i suoi tesori: il computer, il blog, le penne, i giornali, le riviste, gli appunti e i ritagli. In pratica il mio piccolo mondo nel quale nessuno può mettere il becco. Neanche pagando. Tranne mio nipote Rocco.