Fatemi capire perché non c’arrivo e non voglio chiedere aiuto a Gesù Cripto in questa settimana santa nella quale dovrà portare venerdì la croce pure per il suo Messi(n)a tradito nell’Orto degli ulivi prima di tutto da se stesso e poi dall’ingordigia di chi vuole essere l’allenatore e il presidente non della bocciofila di Cavarzere, ma della gloriosa Olimpia di Milano. E non è riuscito clamorosamente a fare bene né questo, né quello. Come anche Gianni Corsolini, il Sommo canturino, ha osato scrivere nella rubrica più longeva della Provincia anche a costo di perdere l’amicizia con l’Orso cattivo che dal letargo è uscito più smemorato e criptico di prima dimenticando che Pianigiani ha anche un nome (Simone) e il primo anno nell’Armani dei Giuda Iscariota ha vinto, se non sbaglio, SuperCoppa e scudetto alla sesta finale dei playoff con Trento. Repubblica ha sollevato domenica un gran polverone scoperchiando lo scandalo degli scandali che Gad Lerner è stato bravissimo a denunciare. Ovvero l’epidemia insabbiata al già tristemente famoso Pio Albergo Trivulzio. “Oltre milletrecento anziani ricoverati, il polo geriatrico più importante d’Italia per tutto il mese di marzo ha occultato la diffusione del Covid-19 nei suoi reparti, intanto che il morbo contagiava numerosi pazienti e operatori sanitari. Il professor Luigi Bergameschini, geriatra tra i più qualificati d’Italia, ha subìto il 3 marzo – ha scritto Gad Lerner – un provvedimento d’esonero perché colpevole d’aver autorizzato l’uso delle mascherine chirurgiche al personale alle sue dipendenze”. Trasecolo. Ora s’indaga su settanta decessi. Gli ospiti morivano e a noi, nonostante l’evidenza dei sintomi, dicevano che si trattava solo di bronchiti e polmoniti stagionali, ha precisato un coraggioso sindacalista della Cgil. Il viceministro alla Sanità, PierPaolo Sileri, ha ieri invece dichiarato: “Ho aperto una pratica interna. Attendo una valutazione dei Nas e una risposta da parte della Regione Lombardia”. D’accordo, mi raccomando, ma con molta calma. “Voglio anche consultarmi con il ministro Speranza”. Perché? Non l’ha già fatto? “Credo comunque che un’ispezione sia utile”. Dice? Mi sembra di diventar matto. Si sbrighi piuttosto, sottosegretario della Repubblica fatta a stivale, che gli assassini potrebbero intanto anche darsela a gambe. Però quel che proprio anche non capisco è perché i tiggì e gli altri giornali oggi, appresa la clamorosa e tremenda notizia, non hanno gridato alla vergogna delle vergogne come ci saremmo tutti aspettati. Forse perché Lerner è uno sporco comunista e per questo ha scarsa credibilità agli occhi dei salvinisti? O Repubblica è troppo di sinistra? Del resto in una rassegna-stampa ho letto per sbaglio il titolo d’apertura del quotidiano che non comprerei all’edicola nemmeno con una pistola puntata alla tempia: la Verità di Maurizio Belpietro che farebbe prima, il più antipatico dei burattini di Collodi, a chiamare il giornale che dirige l’Ossimoro. Così andrebbe già un po’ meglio, ma non lo acquisterei lo stesso. Correndo comunque dietro a Matteo Salvini, detto il Cazzaro Verde, l’Ossimoro ha proposto stamattina di spalancare le porte delle chiese ai fedeli per celebrare la santa Pasqua. O per darli in pasto al coronavirus come fece Nerone con i cristiani sbattuti nelle gabbie dei leoni dopo l’incendio di Roma? Ma dove viviamo? Tra matti irresponsabili e sciacalli: c’è poco da scherzare. Anche se adesso mi è tutto molto più chiaro. Oggi altri 636 morti per Covid-19 nel Belpaese che c’era una volta. Seicentotrentasei: avete letto bene. E c’è ancora chi conta di poter tornare a giocare a breve negli stadi gremiti di gente o di correre al mare non appena farà un po’ più caldo e il Conte Giuseppe, accontentando l’altro Matteo, cioè il boy scout di Rignano, cancellerà dopo Pasquetta il decreto che affama gli italiani. Qui bisogna salvare la serie A e la stagione nelle nostre spiagge. Altro che storie. Come quella della presidentessa del Volley Monza che forse vi è sfuggita e alla quale non è stata data la rilevanza che avrebbe meritato nemmeno dalla Repubblica dei corsivisti che quest’anno per gli sport minori si è aggiudicata l’ambito premio “Fuga dalla notizia 2019-20”. Alessandra Marzari, che è anche medico, ha rescisso il contratto con la capitana della sua squadra, Serena Ortolani, e non una qualunque, ma argento mondiale in Giappone 2018 e quattro scudetti conquistati con Bergamo, Casalmaggiore e Conegliano, “perché non voleva allenarsi temendo il contagio”. Ora, a parte il fatto che la moglie del cittì della nazionale, Davide Mazzanti, ha una figlia Gaia di sette anni e una coscienza, e che i campionati di pallavolo sono stati giusto ieri definitivamente sospesi, il fattaccio è successo un giorno prima che il leader del nostro governo giovedì puntualizzasse che il suo ultimo decreto proibiva gli allenamenti a tutte le squadre professionistiche italiane sino (per il momento) al 13 aprile. Ha capito, cara la mia dottoressa? Pare di no perché ha dichiarato: “Non capisco, ma obbedisco”. Anche per il fatto che non avrebbe potuto fare diversamente. E comunque, se io fossi l’Ortolani, brava e sin troppo buona, oltre a cercare un’altra squadra il più lontano possibile dalla Brianza, mi procurerei un buon avvocato, che magari le consiglio io, e pure gratis, per far capire alla sua terrificante padrona che i tempi del manganello e dell’olio di ricino sono finiti da un sacco di tempo. Anche se qualcuno, giocando ai quattro cantoni, e saltando cioè dalla Meloni a Salvini e da Renzi a Berlusconi, vorrebbe che tornassero al più presto. Ma prima, lo ripeto, dovrà anche passare sul mio cadavere. Ci siamo. E qui potrei anche darvi la buonanotte precisando, perché si capisca almeno questo, che Gesù Cripto e l’Orso cattivo sono la stessa persona: Oscar Eleni. Che spero non mi voglia sfidare anche a duello come ha fatto Littorio Sgarbi con Andrea Scanzi che su Facebook (un milione di contatti!) si è dichiarato pronto eventualmente anche ad accettare la sfida televisiva, ma a condizione che si svolgesse negli studi di una delle televisioni di Berlusconi, cioè fuori casa, per avere da Mediaset un compenso minimo di mezzo milione di euro. Come mi sembra equo e giusto. E invece, sbadigliando, mi tocca andare avanti e non perché sono un fanatico che non può vivere senza la pallacanestro nei palasport, a porte chiuse o aperte, purché si giochi, ma perché Luca Baraldi e il suo simpatico scudiero, Christian Pavani, non si danno pace se non potranno affrontarsi anche a Ferragosto alle due e un quarto, sotto il solleone, per la diretta del derby su Raiquattro. E magari in Piazza Maggiore come aveva proposto il mio amico Renato Villalta che forse quel giorno aveva esagerato un po’ con il Prosecco. Dite la verità, non vi sembra un po’ bizzarro che l’ad della Virtus e il presidente della Fortitudo siano pappa e ciccia e che, prima del 9 marzo, tutta Bologna li abbia visti sconcertata girare per i portici di Basket City a braccetto? E comunque ieri, in vista del video-riunione di domani tra le diciassette società di serie A, non vi pare pure strano che l’uno e l’altro abbiamo inviato due distinte mail alla Lega dicendo però le stesse cose? Ora non chiedetemi come faccio ad averle entrambe ora sotto agli occhi e men che meno di leggerle perché sono anche abbastanza lunghe e complesse. Però, ricordandovi che a me piace sempre scherzare e pungere con la mia satira da due soldi, spero che venga da sorridere anche a Baraldi e a Pavani se li descrivo come Don Chisciotte e Sancio Panza che, a guardarli bene, anche assomigliano moltissimo ai due magnifici personaggi di Miguel de Cervantes e a Franco e Ciccio della foto. Anch’io per anni su questo blog ho poi combattuto contro i mulini a vento e ho sempre perso. Don Chisciotte rincorre ancora il sogno dello scudetto perché di quello di carta non sa cosa farsene. Mentre Sancio Panza vorrebbe fare qualche bel incasso nella stracittadina in casa e negli eventuali playoff. Peccato che la Lega sia ormai orientata a chiudere qui la stagione dopo che anche il Banco di Sardara e la Reyer di Napoleone Brugnaro hanno raggiunto l’accordo con i loro tecnici e i giocatori che rinunceranno alle ultime due mensilità su undici. Come Venezia, che zitta zitta ha già piazzato il suo primo colpaccio, anche l’Armani è sul mercato e cambierà l’intero primo quintetto salvo Tarczewski (pivot) con Micov e Rodriguez pronti all’uso dalla panchina. Domani o al massimo dopo domani Giannino Petrucci abbasserà intanto la saracinesca sull’A2 scontentando per la verità 18 club su 28, ma non di certo il primo ministro delle Lnp, Pietro Basciano, che non entrerà mai in rotta di collisione con l’amico presidente federale. Credo che per oggi possa bastare. O volete anche un riassunto delle lettere che Baraldi e Pavani hanno scritto alla Lega? Vi accontento, perché sono buono, checché ne possiate pensare, ma copiando qua e là i punti essenziali. Segafredo: “La scrivente invita formalmente la Lega a non adottare in questo momento alcuna decisione concernente l’anticipata conclusione del campionato di serie A… Per tali motivi auspichiamo che l’integrità della competizione possa essere ancora perseguita e ci batteremo affinchè tale soluzione sia raggiunta. Con ogni più ampia riserva nel caso in cui il superiore invito non sia accolto… La scrivente si ritiene inoltre libera di condurre autonomamente con i suoi tesserati le trattative per raggiungere le intese che saranno ritenute opportune e convenienti…”. Pompea: “Si invita la Lega di serie A a non addottare, in questa fase, alcun tipo di decisione in ordine all’interruzione del campionato, attenendosi scrupolosamente alle disposizioni in materia dell’autorità governativa e adeguandosi alle stesse…”. A voi il compito di trarre le conclusioni. Intanto, anche se non è proprio l’ora, mi sparo un paio di compresse di Alka Seltzer e aggiungo solo che, tra le righe, emerge una chiara sfiducia d’entrambe le bolognesi nei confronti di Umberto Gandini, presidente della Lega da neanche un mese, soprattutto da parte di chi l’ha voluto a tutti i costi in quel posto assieme al vicedirettore Pier Bergonzi della Gazzetta dello Sport. Ma Luca Morticia Baraldi è fatto così: si stufa presto dei suoi uomini e difatti l’anno scorso ha segato prima il bandaosiris Marco Martelli, che è tornato a Casale Monferrato, e poi il validissimo Alessandro Dalla Salda (di nuovo a Reggio Emilia nel ruolo di ad?) dopo aver messo l’uno contro l’altro. E Massimo Zanetti non dice niente perché evidentemente gli va bene così ed è allora complice. Ma sino a quando? Non mi sembra infatti che il re del caffè sempre in giro per il mondo con il suo piccolo yacht ci stia facendo in Italia una gran bella figura.