Se Ronaldo si chiamasse Giaccherini il giornale di Mamma Rosa e Papà Urbano gli avrebbe dato quattro in pagella nel posticipo con la Cenerentola di serie A e non cinque. Giaccherini ha almeno pennellato una palla d’oro nel cuore della difesa bianconera per Meggiorini che ha sprecato, ma Max Nerozzi sul Curierun di Cairo l’ha lo stesso bocciato: “Non la vede mai: voto cinque”. Come a Cristiano che non ha fatto nemmeno quello. E non c’entra niente il rigore che gli ha parato Sorrentino, quarant’anni il 28 marzo prossimo. Succede. A CR7 è già capitato altre ventidue volte di sbagliare dal dischetto. Anche agli ultimi Mondiali in Russia contro l’Iran. Ed è inutile che Granatina Gamba di Repubblica si sia arrampicato sugli specchi inventandogli il merito di un movimento senza palla (“l’unica cosa buona del portoghese in novanta minuti”) in occasione del capolavoro di Douglas Costa “con un superbo sinistro a giro dal limite”. Perché le cose non sono andate proprio così: il brasiliano, quando ha caricato lo schioppo per l’1-0, era accerchiato da cinque sioux del Chievo, mentre Ronaldo al massimo s’era portato appresso la sentinella Rossettini. Anche se al posto di Max Allegri avrei ordinato che a tirare la massima punizione fosse stato Paulo Dybala che, per la partita che aveva giocato, se lo sarebbe davvero strameritato. Adesso sarà però il caso di chiarire ancora che, quando mi occupo di calcio uno o due volte a settimana sul mio blog prevalentemente di satira cestistica, parlo sempre da gobbo ai gobbi non avendo la pretesa d’essere letto, e men che meno capito, dal resto del mondo e soprattutto da quei poveri frustrati, invidiosi e imbecilli, che da otto anni, invece d’urlare “al ladro al ladro”, tanto non li bada più nessuno, dovrebbero solo buttarsi giù dal quinto piano. Se non fosse che hanno la zucca così dura che rompono il selciato e purtroppo ci sono già troppe buche sulle strade d’Italia. Però, detto tra noi bianconeri, ve lo bisbiglio ad un orecchio: questo Ronaldo mi ha sul serio rotto. E non dall’altra sera. Quando il perfido amico ha scritto: “Colpevole d’evasione (dalla partita) prima di quella fiscale che patteggerà stamattina a Madrid”. Come è poi stato ieri. Diciotto milioni e ottocento mila euro e ventitré mesi di reclusione così non andrà in galera: il minimo della pena per chi quei soldi li guadagna da Natale a Pasqua e la metà li ha spesi di recente soltanto per arricchire il suo garage-caveau con oltre una ventina d’auto di lusso. Dalla Bugatti Chiron (nella foto, ndr) da due milioni e mezzo alla Ferrari F12 TDF per andare a far le spese al supermercato con la sua bella. Ma non è neanche questo. Né l’altra vicenda giudiziaria legata ad una folle notte d’amore, si fa per dire, di dieci anni fa a Las Vegas con Kathryn Mayorga che potrebbe pure costargli molto cara perché l’ex modella lo ha accusato di stupro e per queste cose negli Stati Uniti non si scherza. Difatti mi dà quasi più fastidio, e sottolineo il quasi, che il corrispondente della Gazzetta abbia contato ieri gli scalini che Ronaldo ha dovuto affrontare, mano nella mano con Georgina Rodriguez, per raggiungere l’aula del tribunale di Calle Santiago di Compostela: trentacinque gradini. Perché se invece fossero stati trentasei o trentaquattro sarebbe cambiato qualcosa? Piuttosto è tutta questa attenzione a volte pruriginosa, a volte sciocca, spesso ossessiva, sempre esagerata, verso CR7 che mi ha stomacato. E più ancora mi ha stufato il giocatore Ronaldo che sbaglia goffamente gol che segnerei anch’io con la stampella destra o che sparacchia tutte le punizioni addosso alla barriera quando la Juve ha per esempio Pjanic, Dybala e Bernardeschi che le tirerebbero senz’altro molto meglio di lui. Ma soprattutto il Ronaldo che non sopporto è quello che deve essere ad ogni costo il terminale di tutti gli attacchi bianconeri e che non si siede in panchina nemmeno se non si regge più in piedi. E quindi vuol giocare sempre e segnare da tutte le posizioni. Altrimenti gli salta la mosca al naso, s’innervosisce e non si spara. Insomma ti tira per i capelli al punto che ti spinge a dire un’eresia. E cioè che il Cannibale stava anche bene dov’era: al Real Madrid. Con tutti i suoi gol e con tutti i suoi problemi. Se invece pensate che solo con lui la Juve potrà vincere un giorno questa maledetta Champions, intanto vi sbagliate di grosso e poi fate un grave torto a chi in questi anni ha vinto comunque parecchio anche senza che Ronaldo fosse al centro dell’universo bianconero. Con Chiellini o Giaccherini. Con Mandzukic e Infradito Vucinic. Prima col Conte Antonio e adesso con l’Acciuga di Livorno. Che evidentemente ha molta più pazienza di me. Che da tempo in verità l’ho persa con i fratelli che ancora lo contestano e non sanno, poveri gobbi, purtroppo quel che fanno e dicono.