Gonfio il mio piccolo ego e dico, senza darvi la possibilità d’essere smentito, che un cicinin di pallacanestro ne capisco anch’io. Il ciliegio dei playoff era infatti ancora in fiore che un paio di certezze avevo già tirato giù dall’albero e deposto nel cestino. Frutto dei miei capelli bianchi e del mio proverbiale culo. Rassettate per favore le trenta partite del campionato: i playoff sono tutta un’altra storia. Questo era stato il mio invito, raccolto ai massimi dall’uomo Dalmonte, vecchia volpe mai abbastanza apprezzata, e di nuovo ovviamente snobbato da Edi Dembinsky che, se vuole che impari finalmente a scrivere il suo cognome, deve smetterla con le lagnose giaculatorie statistiche della regular season. Magari cominciando a leggere quelle quattro cose che scrivo tutti i giorni su questo blog. Gli chiedo forse troppo? No, però non c’è neanche peggior sordo di chi non vuol sentire. Ne avrei pure due da dire ad Alice Pedrazzi che ieri sera ha brillantemente fatto il suo ingresso ufficiale nel Paese delle meraviglie e delle schiacciate a due mani affondando i polsi nella retina, ma le voglio troppo bene, avendola vista crescere, per rovinarle il ballo della debuttante in serie A con Maurizio Fanelli. E poi prima devo tirare le orecchie al grande padre che una volta di più ha sbagliato pronostico: quest’anno vincerà lo scudetto Cantù, mi aveva detto a settembre portando i ranuncoli sulla tomba del nostro Grigo. Vedremo, ma non credo. Sono così nel frattempo maturate le ciliegie e, come volevasi dimostrare, Cantù, che durante tutto l’anno aveva sempre vinto in casa, è caduta al Pianella contro Roma nella prima uscita dei playoff. E ancora Reggio Emilia, che in quindici trasferte di campionato aveva sempre perso o quasi, persino a Venezia e Cremona, e pure di dieci punti a fine gennaio a Siena, eccola che fa il colpaccio in casa dei campioni d’Italia. Vi avevo anche detto che la serie tra la Montepaschi e la Grissin Bon sarebbe stata lunga da morire e molto dura da vincere per gli eroici guerrieri di Paperoga, ma questo lo sapeva benissimo anche Marco Crespi e quindi ho poco da fare la ruota come i pavoni. In fondo anche nella passata stagione per la verità i playoff hanno rovesciato la classifica dei valori espressi da sette mesi di campionato se le favorite Milano e Sassari sono uscite già ai quarti e se la finale è stata tra Siena e Roma, cioè tra la quinta e la terza della griglia di partenza dei playoff. E comunque se ieri Reggio Emilia e Roma hanno vinto la prima battaglia, non è poi detto che vincano la guerra. Perché sarò anche un bastardino, ma soprattutto sono un bastian contrario.