Sul percorso di Virginia Water, dal quale con un buon binocolo si può leggere l’ora sulla torre di Westminster, o quasi, Francesco Molinari ha conquistato domenica scorsa un ottimo settimo posto con il miglior giro (in 65) nel terzo giorno del Bmw Pga Championship che è, a prova contraria, il più prestigioso dei tornei dell’European Tour. Acqua fresca. Perché in verità nessuno se ne è accorto. O quasi. Tutti nel Belpaese infatti sono preoccupati a chiedersi: ma cosa mai sta succedendo a Matteo Manassero? E a me lo domandate? Ha provato a spiegarlo Silvio Grappasonni: “Matteo tira il tee shot storto”. E sin qui siamo tutti d’accordo: se ne sono accorti anche gli gnomi di mezza Europa che si sono stufati di cercare le palline di Matteo tra l’erba incolta nei boschi. Ma poi Grappasonni s’è addentrato in un problema di shaft, che è la canna che unisce il grip alla testa, e qui francamente non ci ho capito più di niente io, che magari un po’ di golf anche ne mastico da qualche anno, figuriamoci il profano. Né ci ha aiutato molto Massimo Scarpa che si è anche lui perso nel labirinto del loft dal quale non ne esci vivo nemmeno se qualcuno ti illumina chiarendo che il loft altro non è che l’inclinazione della faccia del driver misurata in gradi. E allora? Ricomincio daccapo: perché in parole povere Manassero non è più quello degli anni passati? Non sarà forse che mangia poco? E non sarà che i maestri e i signori del golf non parlano come mangiano? L’uno e l’altro. E quindi il doppio nodo gordiano sarebbe semplicemente sciolto con un solo colpo di spada. Cioè allungando sotto al naso di Matteo, Silvio e Massimo una buona e abbondante carbonara fumante. E’ ovvio che sto scherzando, ma poi non tanto: la dieta perenne a volte può fare brutti scherzi. E comunque sia chiaro che il veronese è la luce dei miei occhi che brillano di luce intensa quando come oggi, nell’Open di Svezia, dopo aver passato finalmente il taglio, ha chiuso con un birdie al difficile par 5 della 18 e un dignitoso 69 nell’ultimo giro per un totale di -5 che l’ha fatto risalire intorno alla 34esima posizione. Meglio di niente. Tornando a monte, Chicco Molinari ha dovuto impegnarsi per riconquistare l’attenzione di tutti gli italiani. Come? Sparando giovedì ben tre palline di fila col secondo colpo nel laghetto, proprio dell’ultima buca del percorso di Malmoe, e raggiungendo il green solo con l’ottavo. Poi due putt per un quintuplo bogey. Ovvero un bel 10 tondo tondo. Capita. Anche se al più piccolo dei Molinari e al numero uno dei nostri golfisti non succedeva, come minimo, da cinque lustri. Mentre all’ora di pranzo, e sempre in Svezia, al fratello Dodo riusciva di chiudere un Open di nuovo tra i migliori venti d’Europa. Forza e coraggio. E, massì, facciamoci tutti insieme uno spago.