Ci mancava solo che la nebbia a mezzogiorno s’infilasse tra la partenza e il traguardo della discesa maschile e da lì non abbia più voluto sentir ragione d’andarsene: stava troppo bene accucciata tra i boschi di Sankt Moritz e non mi sento di poterle dar torto. Però intanto questi Mondiali di sci, già nati sotto una cattiva stella, rischiano davvero di continuare ad essere un pianto. Un rinvio dietro l’altro. Sino alla sospensione definitiva delle 14 e trenta. Quando tutti avevano ormai perso la pazienza e correre la libera a fari spenti nel buio pomeriggio sarebbe stata solo follia pura. Gli svizzeri sono pieni di soldi. Quindi, se anche ne buttano qualcuno dalla finestra, non sarà per loro poi la fine del mondo. Mentre noi dovremmo cominciare a ripensarci: hanno un senso i Mondiali tra quattro inverni a Cortina d’Ampezzo dopo gli ultimi chiari di luna e tutte le spese che si dovranno sostenere per metterli dignitosamente in piedi? Io ancora dico di sì, perchè le voglio molto bene, però anche un po’ barcollo nella tempesta di no che sono in arrivo. Perché la Perla delle Dolomiti è rimasta terribilmente indietro. Specchiandosi nella sua indiscutibile e inossidabile bellezza, ma pure facendo poco o niente per nascondere le rughe. Cortina ha oggi come oggi bisogno di tutto: strade, alberghi, piste, impianti e soprattutto passione se vorrà almeno allinearsi alla pari della Val Gardena e della Val Pusteria. Che potrebbero ospitare i Mondiali anche domani. E dunque se Cortina 2021 può essere l’innegabile occasione per rifarsi comunque il look, bisogna che anche la smetta di dormire sugli allori di un’Olimpiade vecchia ormai sessantun’anni e cominci piuttosto a rimboccarsi subito le maniche rendendosi conto che la terra le sta davvero franando sotto i piedi e non soltanto dai canaloni del Sorapis. Indipendentemente se si faranno o meno i Mondiali. Persino la magnifica Coppa del Mondo di Enrico Valle e Benito Ferronato pareva infatti addirittura dar fastidio al resto del paese (senza sindaco). Dal quale scappano i giovani e che è sempre più nelle mani dei foresti così chiamati con tutto il disprezzo che comunque non meritano. Ieri Lara Gut, orgoglio rossocrociato, si è rotta il crociato del ginocchio sinistro e Sofia Goggia, la nostra donna di punta, ha inforcato dopo sei porte dello slalom della combinata. Ha vinto la Holdener, semisconosciuta anche in Svizzera. Settima Federica Brignone che vi aiuto io: è proprio la figlia di Ninna Quario. Troppo poco perché domani a mezzogiorno gli italiani si accomodino davanti alla televisione, come succedeva ai tempi di Alberto Tomba e Deborah Compagnoni, e seguano su Raisport la discesa iridata femminile di St. Moritz. Sperando che almeno vinca Lindsey Vonn, la Divina a stelle e strisce. Che fu anche la morosa di Tiger Woods. Altrimenti non ne parlerà di nuovo quasi nessuno.