Povero Corona, deve rincasare prima delle tre di notte

fabrizio

Storie di animali. Ma questa non l’avevo ancora sentita: invasa dai bruchi, scuola sgomberata. E’ potuto succedere a Marghera. Una maestra delle elementari e sette suoi piccoli allievi avevano un prurito da non dire. Hanno allora chiamato il pronto soccorso. E, già che c’erano, anche i pompieri. Il parassita dalla peluria urticante è stato presto identificato: la processionaria. Così chiamata perché si muove sempre in fila indiana. Ai bruchi non deve essere comunque parso vero di trovare un po’ di verde e d’arrampicarsi sugli alberi tra le fabbriche dove una volta il “Mar ghe giera”. Però più bella ancora è la storia di Fabrizio Corona. Chi non lo conosce? E’ stato il fidanzato di Belen Rodriguez, ma ha anche avuto una relazione con Lele Mora, che racconta d’aver “speso per lui due milioni di euro”, ed è stato soprattutto un collezionista eccellente di reati vari: dall’estorsione allo spaccio di denaro falso, dalla ripetuta guida senza patente, ma cosa mai vuoi che sia?, all’evasione (fiscale), la fuga e la latitanza. Dimenticando la bancarotta fraudolenta e la detenzione d’arma da fuoco. Per un totale di tredici anni e due mesi di galera. La Corte (suprema) decise così, ma a furor di popolo la porta (del carcere di Opera) gli hanno dovuto riaprire dopo appena due anni, 4 mesi e 23 giorni dall’arresto. E così il fotoreporter milanese, che io preferisco chiamare il pregiudicato catanese, dal 18 giugno scorso è stato affidato in prova ai servizi sociali presso la comunità di Don Mazzi. Per un tipo che i giudici hanno definito “incline a delinquere per stile di vita” Adriano Celentano, Fiorello e Marco Travaglio chiesero anche la grazia al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il quale, se dio vuole, neanche li badò e nemmeno chiese a loro: “Ma siete diventati tutti e tre scemi?”. Ora leggo che Chi di Alfonso Signorini – guarda caso – ha pizzicato Corona in discoteca, al The Club, in compagnia di Ginevra Rossini, giovane rampolla della Milano bene e del filone femminile dei Ligresti. Massì, che si diverta pure dopo tutto quel ha dovuto passare. Ma non è questo quel che mi scandalizza o, meglio, mi fa un certo effetto, quanto piuttosto che Corona è libero di poter frequentare i locali alla moda e della movida milanese grazie a un “regolare permesso di lavoro”. Sì, di lavoro: avete letto bene. Però deve rincasare prima delle tre di notte. Mi raccomando. Meglio allora che torni anch’io di fretta a casa e mi fermi prima che venga buio a Martellago, sempre in provincia di Venezia, dove sino all’altro giorno era aperta la caccia alle nutrie con la pistola. Povere bestie. Sono così carine quando le vedi pattinare sui canali ghiacciati o d’estate quando a pancia in su prendono il sole negli orti, dove ti mordono se gli rubi le carote, o nei parchi dove giocano i bambini. Che potrebbero essere anche infettati dai loro parassiti e beccare la leptospirosi. Per fortuna c’è anche chi pensa a questi simpatici roditori, invero più brutti del peccato originale e più tremendi di Francesca Zaccariotto, l’assessore di Brugnaro che magari con le nutrie si è fatta la pelliccia di castorino. Come l’istituto (superiore) per la ricerca ambientale che li ha riqualificati e di nuovo inseriti nella specie selvatica e quindi protetta. Sì, protetta: avete letto ancora bene. Di modo che adesso non si può non solo più sparare sul pianista, ma neanche alle nutrie.