Mi spiace, e non poco, per Claudio Coldebella che proprio oggi compie gli anni (51) e ci teneva molto a tornare a Milano, ma sul filo di lana è stato bruciato da un fratello massone che nella corsa alla poltrona di direttore generale dell’Armani non era stato tenuto minimamente in considerazione. L’avevo visto un paio di settimane fa al Palaverde con la bella moglie, Milena Mutafova, e la cosa mi avrebbe dovuto già insospettire visto che quella sera a Treviso c’era pure Virginio Bernardi che della Banda dell’Osiris è il numero tre e aspira a diventare l’uno, ma io francamente non me la sento dopo quasi trent’anni di buttar giù dal trono Ciccioblack Tranquillo ora che le cose non gli vanno troppo a fagiolo come del resto a Zio Fester (Marco Aloi) e alla sua Ombra (Francesco Riccò). Coldebella per la verità è di Castelfranco Veneto e quindi anche ci stava che fosse da quelle parti dopo che con il Kazan, di cui è il massimo dirigente, era stato eliminato nelle semifinali dei playoff della Lega russa dal Khimki che a sua volta avrebbe poi perso il titolo con il Cska di Mosca. Come del resto la stessa cosa potevo pensare di San Bernardi che è l’agente dei due allenatori finalisti di A2: Max Chef Menetti e Marco Sodini senza soldini. Ora anche ricordo che con Virginio avevo pure scambiato un paio di battute sul futuro prossimo dell’Armani e lui mi aveva strizzato l’occhio quando gli avevo buttato là il nome di Daniele Baiesi come possibile digi delle scarpette rosse, ma evidentemente mi voleva depistare e anche lo capisco. Quella stessa sera Coldebella e Bernardi sarebbero andati a cena insieme e avrebbero buttato giù in gran segreto il piano per la scalata a Milano. Dal momento che sapevano benissimo entrambi che il numero 35 di tessera della Band del Lambro aveva appena firmato il rinnovo del contratto per altri due anni con il Bayern di Monaco, che domenica si è laureato campione di Germania a spese dell’Alba Berlino, e non se l’era quindi più sentita di tirare il bidone a Marko Pesic, il figlio di Svetislav che il Barcellona vorrebbe confermare nonostante la sconfitta con il Real Madrid nell’ultimo duello per il titolo di Spagna. Non so se lo sapevate, ma per completare il quadro delle prime donne in Europa volevo anche informarvi che lo scudetto in Italia l’ha conquistato sabato la Reyer di Venezia. Ridete? Io no. Perché capisco che tifavate tutti per il Banco di Sardara e per Prozzecco dopo l’eliminazione della Vanoli di MaraMeo Sacchetti e ci siete rimasti da cani, ma che nel Daye After Daye il Corriere della sera non abbia dedicato nemmeno una riga ai campioni tricolori e Mamma Rosa solo un’intervista acqua e sale a Walter De Raffaele, che avrebbe potuto essere l’allenatore dell’Olimpia se non ci fosse stato il gran rifiuto di Federico Casarin a Giorgio Armani, spiega tante cose su quanto sia amata nel Belpaese l’unica società che non ha un bandaosiris nelle sue fila. Volevo solo tenervi sulle spine. E spero d’esservi riuscito. Però prima beccatevi ancora questa foto della sfilata storica della squadra di Napoleone Brugnaro in Canal Grande. Dove non passano le grandi navi: ditelo pure a Mara Venier e Barbara D’Urso. E adesso la notizia che, mentre la scrivo, è diventata ufficiale: è Christos Stavropoulos il nuovo general manager scelto da Ettore Messi(n)a per Milano. Christos chi? Stavropoulos. Per oltre tre lustri l’uomo-mercato dell’Olympiacos del Pireo che ha vinto due EuroLeghe di fila (2012-2013), ma che nel caotico campionato ellenico è stato retrocesso in seconda serie dopo che si è rifiutato di giocare i playoff contro i rivali storici del Panathinaikos. Il farmacista ateniese parla benissimo l’italiano. Perché ha studiato all’università di Trieste e sul finire degli anni ’90 ha lavorato presso il consolato greco nel capoluogo giuliano collaborando anche come giornalista a Trieste Oggi e a Telequattro. E non so se sia amico di Ettore. Può anche darsi ma non credo. Di sicuro lo è di Virginio. E per questo Coldebella ci è rimasto due volte male. Uno perché si era raccomandato al presidente PantaLeo Dell’Orco buono o cattivo, fate un po’ voi, che conosceva dai tempi in cui è stato l’assistente di Artiglio Caja all’Olimpia. Due perché si era fidato di San Bernardi, ma il Messi(n)a l’ha già dimostrato in mille altre occasioni: va diritto per la sua strada (e fa bene) senza guardare in faccia nessuno. Un’ultima cosa: avevo un buco nel listone dei quasi cento bandaosiris e così ho inserito Stavropoulos con il numero 059 di tessera. A domani. Perché, se troppo non vi secca, andrò avanti a scrivere per tutta l’estate su questo blog che ha avuto un successo strepitoso durante gli incandescenti playoff. Gli argomenti di certo non mi mancano e non solo di palla nel cestino.