Ieri l’Armani Exchange Milano di un suntuoso Gudaitis ha giocato e perso molto dignitosamente a Madrid con il Real del favoloso Doncic. Domani giocherà al Forum con il Barcellona e dovrebbe vincere la sua prima partita della stagione di EuroLega dopo tre sconfitte di fila. O almeno questo è stato il pronostico di Sandro Gamba. Che per la verità ha anche scritto su Repubblica: “L’Olimpia può farcela nonostante al momento il Barcellona sia quasi meglio del Real”. Sperando che non sia proprio così visto che i catalani di Sito Alonso e dell’ex Rakim Sanders hanno ieri sventolato bandiera bianca in casa con lo Zalgiris di Kaunas che spero non sia più forte dei blancos di Pablo Laso. Mi ero raccomandato con Mamma Rosa e i suoi figli o figliastri, dipende da chi è il loro padre, d’andare con i piedi di piombo prima di sbilanciarsi in facili entusiasmi: “Quest’anno ci sarà da divertirsi in giro per l’Europa”. Al contrario: bisognerà spettinarsi i capelli ed essere meno belli in attacco e meno allegri in difesa. Anche se non c’è paragone tra la Fatebenefratelli di Gelsomino piangente Repesa e la Milano di Simone Pianigiani che sempre secondo l’ex amato cittì può persino vincerle tutte le trenta impari sfide del nostro campionato. Staremo a vedere. Ma non credo: una almeno la perde con la Reyer che è rientrata nel primo pomeriggio dalla Polonia dopo che ieri sera in Champions s’è divertita ad andare su e giù nell’ottovolante: da -16 (22-6) a -3 (22-19), da -12 (37-25) al 41 pari sino a quando Johnson, Orelik e Bramos, di nuovo loro, hanno smesso di scherzare con il fuoco e con tre triple hanno chiuso il conto (71-81). Nella ripresa bene anche Peric (16 punti) e nel finale Watt e De Nicolao (6 assist), mentre il solo punticino raccolto dall’apatico Haynes e i due di Biligha contro i fantasmi devono suonare come campanelli d’allarme nelle orecchie di Walter Ray Bahn De Raffaele che comunque ha sinora bevuto un sola volta l’amaro calice della sconfitta, come si scriveva ai tempi di Aldo Giordani, nei sette banchetti ai quali ha partecipato e per giunta dopo un overtime con l’Aek Atene. Che è pure meglio del Paok di Salonicco. Il quale a sua volta ha vinto a Capo d’Orlando con la Betaland del Patat(in)a Di Carlo che non può sempre sperare che Arnoldas Kulboka gli tolga le castagne dal fuoco. Il ragazzino lituano in prestito dal Bamberg di Gas Gas Trinchieri, un anno in più dello sloveno magico, Luca Doncic (nella foto, ndr), diciottenne campione d’Europa e già leader massimo del Real Madrid, per la verità un missile terra-aria l’ha infilato pure ieri sera nel canestro del nemico, quello del 57-60 a un minuto dal suono dell’ultima sirena, ma poi Justin Edwards ha pasticciato da non dire e i greci hanno portato in porto il primo successo in una Champions che quest’anno ha fatto un bel salto qualitativamente in alto. Mentre l’Orlandina è rimasta ancora a bocca asciutta. Come del resto la Grissin Bon in campionato. Dove l’aspettano dopo il colpaccio in Lituania due trasferte di fila: a Trento e a Brescia. Non so se mi spiego. Come non so se riesco a stare dietro a tutto e tutti, ma almeno ci provo. Sperando di non fare troppo casino. Dal minestrone devo poi estrapolare a bassa voce, altrimenti se mi sentono sono nuove polemiche di cui veramente ne avrei le scatole piene, una breve considerazione a proposito dell’Armani che gioca due partite in quarantott’ore. Non poteva Jorge Bertomeu inventarsi un altro doppio turno infrasettimanale di qui a primavera in modo tale che le nazionali potessero contare nelle partite di qualificazione per i prossimi Mondiali su tutti i giocatori impegnati invece in Eurolega? Io dico di sì. E avrebbe quanto meno dimostrato con un ramoscello d’ulivo in mano di voler sgelare la guerra fredda con la Fiba di Bau Bau Mann che sarebbe pure lui stufo d’abbaiare dalla mattina alla sera e di minacciare squalifiche a raffica che non fanno ancora paura a nessuno. Ma che potrebbero danneggiare persino Milano se Giannino Petrucci dovesse escludere dai playoff di serie A i disubbidienti italiani di Pianigiani. E invece Bertomeu vorrebbe addirittura organizzare prossimamente un’Eurolega a diciotto se non a venti squadre perché evidentemente cinque spagnole ancora non gli bastano e avanzano. Ricordandogli solo un proverbio che va via sempre come il pane e che potrebbe un giorno, non si sa mai, valere anche per il potente tiranno catalano: chi troppo vuole nulla stringe. E i cocci sono suoi, se rompe oltre misura.