Ciccone non è più in giallo ma Alaphilippe è così carino…

madonna

Lo consiglio anche a voi d’imparare a leggere il giornale cominciando dalla penultima pagina e risalendo alla prima. Così ho sempre fatto con la Gazzetta che in coda propone le sue cose migliori: l’oroscopo e lo sport in televisione. Anche se giovedì mi sono ribeccato Urbano Cairo. Che è peggio del prezzemolo e come l’aglio: lo butti via prima che ti rovini l’alito. Più sgradevole di una pigna nel sedere adesso vuole portarsi la Mole Antonelliana a La7. Magari. Lo si sarà capito: nemmeno Antonella Clerici sta in cima alle mie simpatie da quando, appoggiandosi sulla mia spalla, fissava l’appuntamento con l’amante. Intanto la Gialappa’s ha trovato una nuova sistemazione dopo i fiaschi nei reality-pattumiera di Mediaset: Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci del resto dovevano immaginarlo d’essere di un livello ben più alto del Grande Fratello Vip e dell’Isola dei famosi. E comunque, ravvedendosi, adesso hanno traslocato a Discovery Italia. Dove supporteranno Maurizio Crozza che è impareggiabile nella sua graffiante e a volte anche feroce satira politica sul piccolo schermo. Nella penultima pagina del Corriere trovi A fil di rete di Aldo Grasso che è il numero uno dei critici televisivi quando non fa il tifoso del Toro e deve reggere la coda del suo padrone. Mentre in quella di Repubblica ci sono innanzi tutto le parole crociate di Stefano Bartezzaghi che sono difficili da morire. O almeno questo è quel che sostiene la Tigre impegnatissima a risolverle ogni mattina assieme al caffè di un’intera moka da tre (tazze). Per me invece c’è l’imperdibile #bravimabasta di Luca Bottura o il Cucù di Sebastiano Messina o la battutaccia di Maurizio Crosetti in Sportineria. Ieri: “Cori entusiastici per Gonzalo Higuain nei primi giorni d’allenamento. “Resta alla Juve!”, gli hanno gridato i tifosi. Del Napoli. Del Milan. Del Chelsea”. Contrariamente a quel che si pensa in giro, Crosetti è gobbo come me, ma è bravo a nasconderlo. Poi ovviamente non mancano le eccezioni alla regola come le Lettere al Direttore se il direttore è Roberto Papetti, ma il Gazzettino si sfoglia in ascensore e se i piani sono più di otto, come diceva il grande Avvocato Porelli in merito al Resto del Carlino, cambi quotidiano perché, oltre la pagina dei morti, c’è ben poco ancora da leggere. Un altro consiglio che mi permetto di ridare ai miei aficionados, come Gianni Clerici, l’immenso Dottor Divago, chiama i suoi lettori: seguite la Grande Boucle nei racconti di Gianni Mura su Repubblica piuttosto che davanti alla televisione dove rischiate di prender sonno. A meno che la corsa non sia tutto un saliscendi come l’odierna. “Le origini di Madonna (nella foto, ndr) sono abruzzesi, ma non c’è parentela con Ciccone (Giulio) che è uno scalatore, la cosa che gli riesce meglio”. Sul Cote de la Jalliere, a una decina di chilometri dal traguardo di Saint Etienne, il corridore del re del caffè (Segafredo Zanetti) ha invece perso la maglia gialla che indossava da due giorni. E’ scattato Alaphilippe insieme a Pinot e nessuno del gruppo li ha più ripresi. La tappa l’ha vinta per la verità il belga De Gendt, ma il transalpino dal nome carino e comunque molto francese, tra i secondi d’abbuono (8) conquistati col Gran Premio della montagna e il terzo posto all’arrivo e quelli (20) di distacco, ne ha guadagnati 28 su Ciccone e si è ripreso il primo posto in classifica per 23”. Sempre che non abbia sbagliato i conti. Domani in Francia si festeggia la Presa della Bastiglia (14 luglio 1789) e Julian Alaphilippe, che è l’orgoglio del ciclismo francese, ci teneva molto a vestirsi di giallo. E ci è riuscito. Chapeu. Mentre Vincenzo Nibali si è impiantato sullo stesso strappo finale e ha beccato oltre quattro minuti di ritardo. Insomma il suo Tour de France è bello che finito almeno per quel che riguarda la corsa al podio di Parigi. Mi sembra che non vi possiate lamentare della mia produzione su questo blog: sedici pezzi nei primi tredici giorni di luglio. Onde per cui, se vi avevo promesso per oggi la lista completa dei bandaosiris della loggia cestistica, so che mi perdonerete. Vorrà dire che domani non andrò al mare. Tanto grandina a secchi. E scriverò tutto il pomeriggio buttando un occhio logicamente su Wimbledon e la finale tra Federer e Djokovic senza ancora sapere per chi fare il tifo. Per il tennis e così vincerò di sicuro. Mentre ora è ufficiale: Matthijs de Ligt, il giovane fenomeno dell’Ajax, è della Juventus. Finalmente. E adesso avanti con Federico Chiesa. Così il nono scudetto di fila non glielo porterà via più nessuno.