Finalmente alle tre del pomeriggio, dopo un brutto bogey alla diciassette, buca rognosa come il numero, Francesco Molinari ha preso il coraggio a due mani e dalla lunga distanza, saranno stati anche dieci metri da quel buco nero di un quarto di pollice, ha sparato un putt forte e deciso che ha centrato la buca della diciotto in mezzo agli occhi, come si dice in gergo, completando così il suo buon terzo giro in 69 colpi, tre sotto il par del percorso blu del Golf Club Torino. Tanto ci voleva. Certo, si fa presto a parlare seduti in poltrona, beatamente digerendo la pasta al sugo o sorseggiando un caffè con la moka, ma è pacifico che Chicco venerdì sia stato eccessivamente timido specie sui green e poco aggressivo nell’attacco alla bandiera. E adesso? Domani, nell’ultimo giorno dell’Open d’Italia, il più giovane dei fratelli torinesi, lui nerazzurro, Edoardo juventino, si presenterà al tee di partenza della uno della Mandria in settima posizione con un -9 che gli concede pochissime speranze di successo finale. In percentuale non più di 10 su cento. Hennie Otto non è stato perfetto come ieri, quando ha imbucato anche dal rough e ci sarebbe riuscito pure dal giardino della sua casa di Boksburg, ma è ancora molto distante: a ben sette colpi. In più la fortuna ha deciso di non abbandonarlo nemmeno oggi. Come alla dodici, un par cinque abbastanza semplice nel quale la pallina del sudafricano non ne ha voluto sapere con il secondo colpo di prendere la strada della foresta di Sherwood, come l’ha simpaticamente soprannominata Silvio Grappasonni, e invece, aiutata dai rami degli alberi del fitto bosco, e forse pure da qualche scimmietta, è rotolata quasi in fairway e comunque in un prato dal quale si poteva lo stesso vedere e prendere, come ha fatto, il green. Difatti non solo ha salvato il suo -15, ma ha addirittura firmato con un cortissimo putt un birdie che l’ha stabilizzato a -16. Piuttosto Hennie Otto ha accusato nelle seconde nove buche più di qualche dolore alla schiena operata ad inizio stagione per un’ernia, ma ha saputo stringere i denti e terminare ugualmente al comando il terzo giro precedendo lo scozzese Richie Ramsey di due colpi (-14) e sempre di tre il viennese Bernd Wiesberger (-13) che resta comunque il mio favorito. Se mi domandate invece quante siano le possibilità che Francesco Molinari rigiochi la prossima Ryder Cup a fine settembre al castello di Gleneagles vi rispondo subito: una su un milione. E non solo perché Stephen Gallacher probabilmente se la merita più del nostro piemontese o perché lo precede ancora in classifica di un colpo (-10), ma per almeno altre due buone ragione. La prima è che Gallacher è scozzese. E la seconda, per i pochi che ancora non lo sapessero, è che Gleneagles si trova nel cuore della Scozia. E questo il capitano irlandes Paul McGinley non può certo ignorarlo. A meno che non voglia scatenare dopo quasi cinque secoli un’altra guerra dei tre regni. Un poker di birdie ha realizzato oggi Edoardo Molinari, ma anche purtroppo un bogey e un doppio bogey per un 71 di giornata e un -5 in totale che l’hanno fatto scivolare in 40esima punizione. Più indietro ancora Matteo Manassero, addirittura 55esimo con Filippo Bergamaschi e Alessandro Tadini: tutti se lo coccolano e nessuno pensa piuttosto a scuoterlo. A parte il grande Costantino Rocca che non gli ha risparmiato in diretta-tv un “devi migliorare e di molto” che suonava più da rimprovero che da sprono.