Chi ha il naso più lungo? Donald ma Giorgia li batte

Il pezzo più bello che ho letto nel pomeriggio, dopo essermi gustato in mattinata il sofferto successo di Jannik Sinner (indisposto) sull’insopportabile Rune e del tenace Lorenzo Sonego sul californiano Tien nei quarti dell’Open d’Australia, non mi crederete ma l’ho ritagliato dalla Gazzetta. Che avrebbe la pretesa d’essere ancora un quotidiano sportivo (e libero) che parla bene di tutti, basta che paghino, ed invece le migliori pagine del giornale del presidente del Torino, Urbano Cairo, sono le penultime due, la 46 e la 47, che s’occupano di cronaca, politica e umanità varia. E oggi quindi di Donald Trump e del suo giuramento show che ha molto divertito Giorgia Meloni. Che mi pare avesse alzato un po’ il gomito assieme al presidente argentino, Javier Milei, mezzo italiano e in tutto (e per tutto) d’estrema destra. Passando però in fretta poi alla bottiglietta d’acqua minerale con la quale in mano s’è fatta fotografare. Che brava! La Gazzetta, che ho imparato a leggere dall’ultima pagina alla prima, quando non mi stufo già alla 36esemima con “il tema del giorno” di Luigi Garlando, o le facezie cestistiche di Antonino Morici, dedica pure grande spazio (e attenzione) al festival di Sanscemo che senz’altro vincerà un’altra Giorgia romana, Giorgia Todrani, con “La cura per me”. Fatta apposta per me…

Che ne dice di un bel sciroppo per tosse e gola? Il Fluimucil? Perché no? Lo prende anche Ciccioblack Tranquillo per urlare tutta la sua disperazione ora che la sua Nba è in caduta libera e negli States non la guarda più nessuno in televisione. Come del resto la pallacanestro del BelPaese da quando Giannino Petrucci ha buttato la nazionale tra le mani di Sky, che l’ha subito strozzata, e Alessandra De Stefano, l’ex direttore di Raisport rispedita in fretta e furia al povero marito transalpino, ha chiuso col catenaccio la porta d’accesso alle tre reti ammiraglia della tivù di Stato e buttato via le chiavi. Obbligando la Lega di Umberto Gandini a rivolgersi a Dason (Dazn) che fa quello che può, ma spesso balbetta e non si può proprio sentire. Nemmeno con gli equilibrati commenti del mio grande amico Simone Pianigiani.

Poche righe, cinque su due colonne, che Giorgia Meloni dovrebbe leggere prima di raccontarci altre bugie con le gambe corte sullo stato di salute degli italiani che, guardando la foto che ho (qui sopra) proposto, si sono magari nel frattempo domandati: “Chi tra Melania e Donald ha il naso più lungo mentre il rieletto presidente degli Stati Uniti d’America – pensa un po’ – le porge le labbra per baciarla sulla bocca?”. In verità lei già lo allontana con la tesa del cappello molto ampia prima di girare il collo dall’altra parte per evitare con classe il morboso nonché squallidissimo contatto. Quindi è decisamente Trump il vero Pinocchio tra i due, ma anche l’ex fantastica modella di Novo Mesto non scherza se ha accettato, pur rinunciando a vivere alla Casa Bianca, di stare sempre al suo fianco come first lady nonostante tutte le scappatelle (molto care) che lui si è concesso con la pornostar Stormy Daniel. Ma Giorgia potrebbe batterli entrambi, come ha fatto il meraviglioso Tommaso Giacomel domenica nella prestigiosa mass start di biathlon a Ruhpolding, in Germania, col secondo e il terzo, ovvero i fuoriclasse norvegesi Sturm Holm Laegreid e Johannes Boe. Che Dario Puppo affettuosamente chiama Giovannino.

Il titoletto della Gazzetta basta e avanza: “In Italia 71 miliardari e 5,7 milioni in povertà”. Ma, visto che ci sono, e ho gli occhiali addosso, vi leggo le cinque righe suddette: “Secondo il rapporto di Oxfam, stimata organizzazione non profit, nel 2024 la ricchezza dei milionari  italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro raggiungendo un valore totale di 272,5 miliardi nelle mani di 71 individui che non la finiranno mai di ringraziare il governo Meloni. Tutto ciò a fronte di “un quadro di grande preoccupazione” che vede in tutto 5,7 milioni di persone vivere in condizioni di povertà assoluta”. Avete letto bene: oltre cinque milioni e mezzo d’italiani che vivono sotto la soglia di povertà dei 6 euro e mezzo al giorno. Mentre nello scorso anno la ricchezza dei nostri 71 miliardari è cresciuta al ritmo di ben 166 milioni d’euro al giorno spero non esentasse.

Detto questo è molto meglio, forse, che cambi discorso. E vi racconti per esempio che Andrea Laffranchi del Corriere della sera ha avuto la pazienza, al punto che presto lo faranno santo al posto di Giobbe, d’ascoltare tutti i trenta brani del prossimo Festival. Ebbene secondo lui non dovrebbe trionfare la canzone di Giorgia alla quale ha comunque dato 7, ma o Achille Lauro (voto 8) con Incoscienti giovani o Brunori Sas con L’albero delle noci. Staremo a vedere. O, meglio, starete a vedere. Dal momento che Sanremo non lo guardo da quando Gigliola Cinquetti, che ha due anni più di me, lo vinse con Non ho l’età e non era ancora maggiorenne. E lo stesso farò pure nella settimana dall’11 al 15 febbraio. Quando avevo mezza idea d’andare a Torino per seguire le Final Eight di Coppa Italia sin da mercoledì 12 che propone un quarto di finale parecchio appetitoso: Armani-Segafredo. Oltre alla gustosissima Brescia-Tortona, Peppe Poeta contro Ray-ban De Raffaele. Non sarebbe male. Peccato che poi la finalissima sia in programma domenica 16, credo tra Milano e Trento o Trieste, Trapani o Reggio Emilia,  alla stessa ora, o quasi, di Juventus-Inter e siano già stati venduti tutti i biglietti del derby d’Italia a cifre da capogiro. Ma si può? Mi domando e chiedo: quelli della Lega del basket cosa fanno tutto il santo giorno? Dormono? Comunque sia, dopo aver cenato, adesso vado a vedermi la partita di Champions che ovviamente ho opportunamente registrato e che mi pare sia, se non sbaglio, Brugge-Juventus. O guardo Liverpool-Lille? Quasi quasi. Così non rischio di far fatica di prender sonno pensando a quello che era la Signora degli Agnelli, di Conte-Allegri e di Mar(m)otta ed è diventata la Panna Montata di Motta(rello), il fratello di Lapo e Giuda Iscariota. Buonanotte. A domani. Forse.