Ci sono titoli e titoli. In borsa come sui giornali. Titoli che, se anche ti sfuggono, è lo stesso: non cambia assolutamente nulla. Come: “Draghi: l’economia sta peggiorando”. Perché non ce ne eravamo forse accorti da soli? O doveva dircelo il presidente della Banca Centrale Europea? Col quale una volta a Roma ho giocato a golf. Ma questo ve l’avevo già raccontato. E quindi, se mi ripeto, ha evidentemente ragione la mia dolcissima Tigre: sto anch’io peggiorando a vista d’occhio. Giorno dopo giorno. Ci sono invece titoli che ci fanno anche riflettere. Come quello di ieri su Repubblica: “Il crepuscolo di Barack, l’uomo delle promesse che non poteva mantenere”. Ellekappa ci ha anche scherzato sopra. “Il dato di fondo è che Obama ha deluso l’elettorato moderato”. “In effetti in sei anni non è riuscito a diventare bianco”. Io invece proprio non riesco più a divertirmi con la satira politica. Anche se ho avuto sempre il terrore delle persone che non ridono mai. Come di quelle che non ti guardano diritto negli occhi. Forse perché questo titolo mi ha intristito e mi ha fatto pensare a Matteo Renzi. Che per una volta neanche accosto ai boy scouts che giocano con le cerbottane o con gli aeroplanini di carta. Come fa ogni martedì Maurizio Crozza che, per dirvela tutta, è bravo bravissimo, ma mi ha persino lui un po’ stufato. Barack Obama almeno qualche volta si perde dietro alla pallina butterata e gioca a golf quasi ogni fine settimana. Invece non passa giorno che Matteo Renzi non faccia promesse da marinaio in televisione. Pure al sabato e alla domenica. E il suo sport preferito è baruffare spocchioso con tutti quanti dalla mattina alla sera. Se non è Landini che lo fa arrabbiare è Berlusconi. E se non è Grillo è Pippo Civati. E se non è la nuova manovra è l’Italicum. Scricchiola e s’inceppa anche il Patto del Nazareno. Almeno il presidente degli Stati Uniti d’America se la prende con Michael Jordan che lo ha definito un pessimo golfista con 17 d’handicap. “Pensi a Charlotte e non al mio swing”. Al nostro presidente del Consiglio tirano invece le uova e lui se la ride: “Ma non scappo: non sono un coniglio”. Ma un lupetto sì. “E poi le uova mi piacciono per fare le crepes”. Questo sarebbe stato un bel titolo. Come quello che la stampa indiana ha dedicato ad Alex Del Piero: “Pallida ombra del suo passato”. Domanda: ma chi gliela ha fatta fare d’andare a giocare a quarant’anni (domenica) nel Delhi Dynamos? Risposta: una montagna di rupie che copre qualsiasi vergogna. Se invece non sapete chi sia Charlotte, vi aiuto io. Non è una delle tante olgettine mantenute con i nostri soldini dal signore d’Arcore, ma una delle trenta squadre della Nba. Presieduta dal più grande giocatore di basket di tutti i tempi. O no?