Se volete tapparmi la bocca, dovete solo provarci. Ma se volete prendermi anche per il cesto, non rispondo più di me stesso. Questo premesso, quasi in rima baciata, penso che non abbiate il minimo dubbio: non ho una bella giornata. Per forza. Bevendo il caffellatte con tre cucchiaini di zucchero, distrattamente mi sono messo a sfogliare la Gazzetta e mi è andata subito di traverso il biscotto con la deliziosa marmellata di mirtilli che ho comprato da un contadino di Versciaco, in Val Pusteria, ai confini di quel gran Paese che sarebbe l’Austria se solo i suoi crucchi sapessero giocare a basket come sono fenomeni sugli sci. Ora non mi è mai piaciuto correre dietro agli altri: o posso fare gara di testa, gonfiando il mio libero ego, o piuttosto neanche mi ci metto. Però se di pallacanestro in Italia scrive purtroppo solo la Gazzetta, la connessione con Internet in montagna è faticosa e i siti di basket non si possono proprio vedere, nel senso che sono tutti (o quasi) gestiti da Cacasenno o da Cacasotto, magari pure con la coda di paglia, posso anche arrivare a sopportare un lingua in bocca tra il Chiabo e Giannino Petrucci, che ha compiuto 70 anni, un canestro d’auguri, ma non i giochini di Degli Schiavi, o come cavolo anche lui si chiama, che si diverte a fare tirando spesso, per non dire sempre, la volata a Milano. Soprattutto adesso che è tornato in sella Livio Proli. Passi allora l’intervista ad Andrea Cinciarini che, più che a me, non sarà piaciuta ai reggiani e men che meno a Max Chef Menetti. Se ho preferito l’Olimpia alla Grissin Bon, ha detto in pratica il Cincia, è perché Repesa mi ha fatto sentire importante e non vedo l’ora d’essere allenato da lui. Ma bravo. Magari dimenticandosi che proprio Max Chef lo raccolse tre anni fa dalla Cantù di Gas Gas Trinchieri con il morale sotto i tacchi più sconsolato di un salice piangente. Pazienza, la gratitudine non è di questo mondo. Ha invece il sapore della presa per i fondelli l’articolo del giornalista bolognese, con il quale per la verità non ho mai mangiato i tortellini insieme, che usa il condizionale per spiegare il presunto giallo Cervi. Sarebbero sorti dei problemi, scrive, circa l’accordo biennale che lega il pivot al suo nuovo club. E sarebbero pure in corso degli accertamenti. Sulla natura dei quali non è dato a sapere. Visto che da Piazzale Lotto sotto tutti arroccati dietro a un rigido no comment. Ed è qui che mi arrabbio e mi girano perché Dei Schiavi, o come cavolo pure lui si scrive, non mi entrerà mai nella zucca, proprio come Denbinski, pare che abiti a Milano nella sede dell’Olimpia e dorma su un divano letto che ogni notte apre nell’ufficio-stampa. E quindi è praticamente impossibile che non sia a conoscenza di come stanno per filo e per segno le cose tra Cervi a primavera e l’EA7 che ha rimosso il profilo del giocatore dal sito ufficiale della società e non è detto, come sostengono i maligni della Confraternita, che non l’abbia anche fatto personalmente. Verità per verità (per 3,14) il giovanotto della Gazzetta, che pure ha scritto il libro di (meritato) successo “Gentile secondo Ale”, mi è anche simpatico. Non fosse altro perché è inviso all’Osiris che detesta Proli. Ma non può neanche approfittarne e men che meno buttare là l’ipotesi che Reggio Emilia possa riprendersi Cervi. Così come è da scartare che torni all’ovile Angelo Gigli. Nella buona cucina di Max Chef Menetti non è difatti tollerata nessuna minestra riscaldata. Semmai il fatto che Cervi sia in ritiro con la nazionale a Folgaria, abbia passato le visite mediche azzurre e s’alleni regolarmente con Pianigiani escluderebbe che abbia i soliti vecchi problemini alle ginocchia. E allora? Vincenzino ce lo rivelerà nei prossimi giorni. Questo è poco ma sicuro. E prima, come sempre, del comunicato ufficiale dell’Olimpia che giusto otto giorni fa annunciò l’ingaggio di Riccardo non proprio cuor di leone ma di sicuro un bravo ragazzo, sano come un pesce. Se invece Repesa ha preferito prendere al suo posto l’ex reyerino Daniele Gattamelata Magro, allora non ce ne capisco più nulla e mi faccio in fretta passare la luna. Conclusione: non esiste nessun giallo e nessun mistero che la Gazzetta vorrebbe farci bere. Semplicemente Repesa ha cambiato idea su Cervi. Tutto qua. E ha voluto disfarsene subito. Perché è proibito? No, solo pericoloso. Come indica il famoso triangolo stradale.