Bufera arbitri: Cerebuch e Paternicò sotto inchiesta

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Dal palcoscenico del Teatrino della Lega, dove Marco Aloi, lo Zio Fester, recitava la parte dispiacendosi solo di non avere il sostegno della sua Ombra, Francesco Riccò, che di solito lo accompagna anche ai giardinetti pubblici, sino al Palazzo romano della Federbasket, dove Giannino Petrucci fa finta che tutto vada bene, Madama la Marchesa, quando è solo lui che cerca di tenerlo in vita, tra le scartoffie e le ragnatele del parastato, sembra che questa nostra pallacanestro sia l’ottava meraviglia del mondo. Peccato che il mondo non se ne sia accorto e si domandi piuttosto se non siamo un mondo di esaltati. I diciassette club di serie A, a parte quattro o cinque, che pensano per lo più ai cavoli loro, fanno fatica ad arrivare a fine mese. Avellino e Torino sono saltate in aria. Cantù e Pistoia stanno in piedi per miracolo. Reggio Emilia vorrebbe vendere, ma non trova uno straccio d’acquirente. Cercavano uno sponsor per il campionato, irregular season più playoff, e si sarebbero anche accontentate di 30.000 euro a testa. Invece niente di niente. Baruffano tra loro per un tozzo di pane duro e un potere che non esiste. Le tivù scappano e la Rai generalista dà più spazio al biliardo a stecca e alle boccette. Se la prendono allora tutte con Egidio Bianchi che è il meno colpevole e il più buono di tutti. Anche troppo. E comunque è stato l’unico a inventarsi la grande abbuffata di basket che è Eurosport player. I settori giovanili fanno piangere e le squadre nazionali sono una peggio dell’altra. L’Italia di Sacchetti è felice perché al Mondiale è arrivata decima dopo la Polonia e la Repubblica Ceca. E la rimpiangeremo, profetizza Cassandra Datome ripensandoci forse anche non a torto. Non vediamo le Olimpiadi dal 2004 nemmeno con il binocolo e pure alle prossime sarà facile che non ci saremo. Solo l’under 16 azzurra di Gregor Fucka ha conquistato quest’estate una medaglia di bronzo nelle rassegne europee. Quella invece di Andrea Capobianco, l’under 20, si è salvata per il rotto della cuffia dalla retrocessione e quella di Antonio Bocchino, l’under 18, ha chiuso al nono posto. Ebbene a quale dei tre cittì il presidente federale non ha rinnovato il contratto? Ovviamente all’italo-sloveno perché si vende male e si veste ancora peggio. Ed è come un figlio per Boscia Tanjevic. Persino la seconda Convention della Banda Osiris è stata un buco nell’acqua e chissà se il buon Virginio San Bernardi avrà voglia di finanziare una terza. Mi cadono le braccia. I migliori giocatori scappano all’estero e MaraMeo li spinge anche a farlo, mentre lui con Cremona non gioca una Coppa, ma nemmeno una partita a tressette fuori dai confini d’Italia. A Venezia son contenti perché finalmente avranno l’aria condizionata al Taliercio che d’estate era un forno e d’inverno mette tristezza con quei tifosi ospiti richiusi nella gabbia. A Varese si sono svenati perché ad Artiglio Caja hanno comprato Luca Gandini che affiancherà gli eterni Ferrero, Tambone e Natali. Alla Virtus sono già ai ferri corti Djordjevic e Baraldi perché Sasha voleva Alessandro Gentile e l’ad della Segafredo Zanetti gli ha chiesto se era diventato matto. I palazzetti cadono a pezzi e come impianti sportivi non siamo neanche da terzo mondo. I migliori dirigenti, Alessandro Dalla Salda e Nicola Alberani, sono a spasso forse solo perché sono troppo bravi. Davvero un bel quadretto di famiglia a tre giorni dalla SuperCoppa di Bari: Sassari-Cremona e Venezia-Brindisi. Mentre Frank Vitucci perde per un mese l’ala centro Tyler Stone (contrattura) e neanche all’Happy Casa si può più far festa. Se invece date retta alla Gazzetta e a Time Out, il suo inserto del mercoledì, sarà la prossima una stagione fantastica. Su il sipario ha titolato e via alla commedia. E ancora: Serie A, l’alba di un nuovo giorno. Altro che la notte fonda che vi ho dipinto io. Ma a me nessuno passa un soldo, mentre, se a Mamma Rosa e a Papà Urbano la LegaBasket allunga una mancetta, sono capaci di scrivere anche che Ciccioblack è un tipo taciturno che sta molto sulle sue o che il Gallo è un ragazzo generoso che offre pizza e birra a tutti ogni primo mercoledì del mese. Come la storiella che vi ho già anticipato di Battista, il maggiordomo della marchesa, che la rassicura al telefono: “La sua amata cavallina è morta, le stalle hanno preso fuoco, un’ala del castello è crollata e suo marito si è suicidato. Ma, a parte questo, tutto va bene, Madama la Marchesa”. Mentre questa che ora vi vado a riportare è una storiella molto meno divertente che non piacerà di certo a Giannino anche se penso che la sa già di sicuro e vi dirà che è vecchia. Si racconta che tre giorni prima dello scorso Natale tre arbitri sarebbero andati insieme a pranzo a Brindisi: sono Carmelo Paternicò, Lorenzo Baldini e Gianluca Calbucci che la sera hanno diretto Happy Casa-Virtus finita 89-81. Al momento di pagare il conto Paternicò avrebbe chiesto quattro ricevute all’oste e due le avrebbe tenute per sé. Una delle quali l’ha passata poi al commissario Guerrino Cerebuch (al centro della vecchia foto) prima del salto della palla a due sotto agli occhi di Calbucci. Al quale sarebbe scappata una battuta del tipo: “E’ stato buono il pranzo?”. Il triestino, capo dei commissari di serie A e oggi dell’organo tecnico degli arbitri, non avrebbe gradito e, offesissimo, avrebbe punito il fischietto di Pomezia con un brutto voto in pagella. Che non sarà l’unico, a detta di Calbucci, che Cerebuck gli affibbierà nel corso di tutto il campionato. Tanto che l’arbitro romano al termine della stagione finirà ultimo in graduatoria e per questo è stato escluso quest’anno dalla serie A. Di qui la denuncia di Calbucci alla Procura federale che ha aperto un’inchiesta su Cerebuch e Paternicò. Ci mancava solo questa…