Cicciobello, oltre che ciccio, col doppio mento, e nemmeno poi tanto bello, è anche sfortunato. Perché quelle rare volte in cui lo guardo da grande appassionato dell’horror, e devo essere sopra pensiero o in dormiveglia, lo becco sempre in fallo. Una volta mi sbaglia un congiuntivo e pazienza: ha detto il presidente onorario dell’Accademia della Crusca che in fondo non è questo un dramma. Un’altra sparo in aria e impallino involontariamente Tranquillo mentre sta riscuotendo quattro soldi in nero dalla Montepaschi di Siena che Ciccioblack diceva d’odiare immensamente. Nel pomeriggio invece, mentre saltavo con il telecomando da un canale a un altro di Sky, lo trovo con il nonno di Heidi che se la raccontano in merito ad una partita della Nba che non ha più storia dal momento che Golden State ha 24 punti di vantaggio (90-66) su Memphis e “Kewin Durant è uno spettacolo di pallacanestro impagabile”. Come l’American Circus della famiglia Togni che è in tournée a Bologna sino al 22 gennaio. Succede però che Steph Curry, non ancora contento dei 36 punti già raccolti nei primi tre periodi, comincia a sfarfallare che pare un matto indemoniato e continua a masticare nervosamente la dentiera, pardon, il paradenti in gomma, perché non arriva più a centrare nemmeno una vasca da bagno di un suite imperiale. Adesso Steve Kerr lo toglie e lo tiene seduto accanto a sé in panca. Così si dà una bella calmata. Mi viene da pensare, ma cosa ne posso capire io di basket rispetto a Cicciobello? Niente di niente. Ed infatti Tranquillo, che ha il santino di Kerr e Curry nel portafogli assieme alle foto dei suoi gemelli, Pick e Roll, fa finta di nulla, però s’azzarda a dire a Davide Pessina che i Grizzlies in rimonta sono diventati ora i suoi favoriti per il successo finale. E c’indovina perché i Warriors s’impantanano, beccano un tremendo 0-16 sui denti e dopo un supplementare perdono anche nettamente (119-128). Ora tutti sanno che Ciccioblack commenta le partite della Nba qualche ora dopo averle viste nella notte in diretta e che non s’addormenta mai prima dei titoli di coda. Ma gli piace tanto fare il fenomeno con i grandi capi di Sky e coi ragazzini dell’asilo Mariuccia che sono stati bocciati almeno due volte alle medie. E così non sbaglia un pronostico manco per sbaglio. E tutti gli dicono “ma quanto sei bravo: tu sì che te ne intendi. Altro che quel bastardo che al massimo azzecca il risultato di Brindisi-Venezia”. No, per la verità ho sbagliato anche quello e sarei un Pinocchio come lui se adesso affermassi il contrario. Però quando nell’anticipo della 15esima giornata ho visto che nell’Umana di Ray-Ban De Raffaele oltre a Tonut e a Filloy mancava anche Hrovje Peric, rimasto in albergo con la febbre, e sapendo che Jamelle Hagins aveva lo stomaco in subbuglio, ho pensato che l’Enel di Marameo Sacchetti, in corsa per un posto nelle final eight di Coppa Italia di metà febbraio, quindi motivatissima e in palla, avrebbe sistemato la pratica grattandosi la pancia. E invece non avevo fatto i conti con il cuore di questa Reyer che si esalta quando imbarca acqua e la butta via, se occorre, anche con i mestoli di legno o, come ieri al PalaPentassuglia, con un incredibile parziale di 3-21 nell’ultimo quarto. Un’altra vittoria di squadra e di coraggio, ancora all’over time, con sei giocatori in doppia cifra, la mano che non trema in lunetta (20/22), Hagins che si supera e Marquez Haynes che ora non teme più il taglio, il secondo posto blindato alla fine del girone d’andata e tutti che vogliono saltare di nuovo sul carro dei vincitori che a Venezia è il Bucintoro, cioè la galea dei dogi ai tempi della Serenissima Repubblica. Stavolta però non li farò risalire. Così imparano a non credere nei miracoli ed aver storto il naso dopo sette colpacci di fila, e il trionfo con l’Armani, per lo scivolone in casa del primo dell’anno con il Banco di Sardara. Che anche oggi a mezzogiorno ha messo in castigo Caserta e sta scalando posizioni su posizioni in classifica. Alla faccia di chi pensava che Federico Pasquini non potesse fare l’allenatore ai massimi livelli. Mentre se siete ancora curiosi di sapere se ho finalmente visto in tivù il derby di Bologna vi potrei benissimo rispondere che mi hanno detto che comunque non mi sono perso niente. Ma sarei un bugiardo e allora vi confesso che mi sono sciroppato durante l’intervallo persino l’intervista di Claudia Angiolini a Nina Zilli, la cantautrice piacentina che credo sia anche l’ultima fiamma di Stefano Mancinelli e quindi fortitudina nel cuore. La quale ci ha spiegato, magari un filo esagerando, che il misero 10-11 con il quale si è concluso il primo quarto, tutto da dimenticare, altro non era stato che “l’indice di grande agguerrimento delle due bolognesi nella partita del secolo”. Agguerrimento? Sì, agguerrimento. Che se è una parola italiana dovete chiederlo a Tranquillo.