Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E tutti rimasero di sasso davanti all’adultera. Come gli scribi e i farisei del tempio che accusano tutti d’essere la sciagura della nostra pallacanestro e poi sono i primi a trasgredire spalleggiandosi un contro l’altro. Risultato: il campionato italiano di serie A è diventato il più ridicolo d’Europa o almeno dell’Europa che conta. E non lo dico perché all’undicesima giornata Pistoia, Cremona e Trento stanno in testa alla classifica assieme a Milano e Reggio Emilia, ma semmai guardando un po’ più in basso dove, checché vi raccontino i cantastorie di Sky o della Rai e i loro menestrelli, ci sono squadre e presidenti che fanno ridere i polli. La lista nera è così lunga che nemmeno comincio a fare i nomi e i cognomi. Tanto più che, essendomi messo in testa di raccogliere i miei pastrocchi in un libercolo e cercando disperatamente un editore che abbia la bontà e l’audacia di pubblicarmeli, mi unisco al coro e faccio il bravo in gran silenzio. Imbavagliatemi pure, se volete, e comunque lo giuro: sarò muto come un pesciolino multicolore. Perché se scrivo “rosso” già probabilmente sapete a chi mi riferisco. I polsi legati dietro la schiena e le caviglie alla sedia. Così non potrò neanche dare un calcio nel sedere a chi se lo merita. Chissà, tenendo questo comportamento da fraticello chiuso in convento, a piedi scalzi e le mani giunte, magari finalmente riuscirò anch’io a vincere il premio Reverberi per la letteratura cestistica che è già stato assegnato a cani e porci. Ma cosa state dicendo tra voi e voi? Che non ne sarò mai capace? Ed infatti in verità stavo scherzando soltanto per mettervi alla prova. Del resto potrà mai il gatto rinunciare a dar la caccia ai topi o il leone ad essere il re delle foresta? E allora svuoto il sacco iniziando da dove volete. Dall’ultima assemblea di Lega per esempio. Nella quale non è successo proprio nulla d’importante. A parte l’approvazione del 6+6 di Nora Orlandi. Tre o quattro società avevano minacciato fuoco e fiamme, ma il golpe contro Fernando Marino si è risolto in una bolla di sapone dal momento che nessuno ha avuto il coraggio di chiedergli almeno conto dell’operato di Julien Vigand, il responsabile marketing della Lega che da ormai un anno prende lo stipendio dai sedici club di serie A e non ha ancora portato uno straccio di sponsorizzazione. D’accordo, per strappare il fiammingo all’Eurolega che glielo aveva offerto su un piatto d’argento, visto che non c’era più posto per Vigand neanche nel sottoscala, stabilmente occupato e presidiato dal ragioniere Ugo Fantozzi, il presidente brindisino si è decurtato parte del proprio salario. Bene, bravo, sette più, però ugualmente non capisco: se Marino voleva fare un favore a Jordi Bertomeu e indirettamente alla Confraternita dell’Osiris, padronissimo di farlo, però già che c’era perché non ha allora anche assunto il geometra Filini che almeno quattro conti li sa fare quasi gratuitamente e ci avrebbe se non altro fornito i dati d’ascolto delle dirette televisive sulla Rai e su Sky? Questo mai. E volete saperne la ragione? Perché, mentre quelli della Rai non sono poi tanto male, a parte il Dai e vai quando è condotto da Eddi Denbinski, o come cavolo si chiama, che non lascia parlare nessuno, nemmeno il grande Roberto Brunamonti, quelli di Sky la domenica a mezzogiorno sono un autentico disastro se è vero, come mi dicono, che superano a mala pena i quarantamila ascolti quando gioca Milano o la Grissin Bon e scendono abbondantemente sotto i quidicimila quando sono in ballo tutte le altre squadre. Intanto pare che Giorgio Armani, dopo l’eliminazione della EA7 al primo turno dell’Eurolega, si sia chiesto guardandosi allo specchio: “Ma chi sono io? Babbo Natale?”. E Napoleone Brugnaro abbia preferito andare a caccia al cinghiale nelle sue tenute in Toscana piuttosto che vedere ancora perdere la Reyer che è caduta persino a Pesaro contro l’ex ultima in classifica. Un tempo il sindaco di Venezia si sarebbe fatto sentire, e i muri dello spogliatoio oro granata avrebbero tremato, adesso non si è fatto neanche vedere con Re Carlo Recalcati dalle parti del Taliercio. Non si saranno mica Armani e Brugnaro disamorati della pallacanestro? Già me lo ero domandato sgomneto. Con Frank Vitucci invece sarei dovuto andare a giocare a golf a Grado insieme a Paron Zorzi, ma mi sa tanto che la sfida a tre si potrà fare non prima della fine della prossima primavera. Ora il veneziano, che per qualcuno era in mezza parola con Napoleone, deve infatti pensare a salvare Torino (ultimissima) dalla retrocessione e credo che ci potrà riuscire se non proprio a mani basse ma quasi. Così come sta per saltare la panchina delle Vu nere alla quale solo Alessandro Crovetti tiene ormai ancora disperatamente incatenato l’amico Giorgio Valli. Però a Bologna chi comanda adesso è il multi carica Pietro Basciano, presidente anche della Fondazione. Il quale si sta guardato attorno da un pezzo e ha già chiesto la disponibilità a Luca Dalmonte. E l’uomo Del Monte ha detto sì. Mentre ancora m’interrogo: ma non aveva dato le dimissioni Crovetti da diesse della Virtus? O voleva(no) solo far fuori il povero e ingombrante Renatone Villalta? A domani. Quando ne saprò di più e di meglio.