Alessandro Benetton salva la trevigianità del tiramisù

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Chiedo scusa ai cosmopoliti che navigano su questo blog, e pure ai baskettari che vorrebbero sapere della riunione del club dei sedici in Lega, se anche oggi volerò basso e mi occuperò solo di personaggi e fatti del mio orticello, ma gli orfani del Gazzettino, al secondo dei tre giorni programmati di sciopero, non sanno darsi pace e mi obbligano a occuparmi di Venezia e dintorni anche se so già che in alcun modo riuscirò mai a curare la loro grave crisi d’astinenza. A tutti manca la rubrica delle lettere al direttore Roberto Papetti e ancora di più la pagina dei morti senza la quale dicono che fanno una gran fatica a sopravvivere. Come vi capisco. Anche la mia Tigre del resto soffre della stessa sindrome e quindi comincio subito a sfogliare la Nuova Venezia, allegata a Repubblica, che è fatta anche meglio del Gazzettino, ma non c’è verso che ve lo metta in testa: sostenete che tira troppo a sinistra e voi non siete trasversali come il nostro sindaco Brugnetta. Perdonatemi, è un refuso: Brugnaro. Che è rientrato dalle vacanze in Brasile e oggi ha consegnato le chiavi d’oro di Venezia al grande regista James Francis Ivory di Camera con vista, il film candidato a otto premi Oscar e vincitore di due David di Donatello. Con Maurice è stato anche premiato nel 1987 al Festival di Venezia con il Leone d’argento. E dunque, come vedete, tanto basso non sto volando. Ma scendo subito: Patty Pravo ha cancellato la data del 15 aprile al Goldoni. Poco male: non aveva una gran voce nemmeno quando era Guy Magenta, al secolo Nicoletta Strambelli, e gli Uragani non la facevano cantare nella loro band. Ricordo anche che mezzo secolo fa frequentava Fontanella, la gelateria del vitelloni della piazza di Mestre, e portava dei sandaletti verdi, in tinta con la minigonna primaverile, prima moda, che le ho visto addosso anche in pieno novembre. Con quel gelo. Cronaca di Dolo, Mira e Riviera del Brenta: l’omicidio della segretaria Isabella Noventa. “E’ Debora Sorgato che confessa: l’ho uccisa io”. Pare dal titolo della Nuova che finalmente la sorella di Freddy abbia ammesso l’efferato assassinio sotto gli occhi del fratello a colpi (due) di mazzetta. Che è un martello da muratore a testa piatta e impugnatura più corta. Ma non è proprio così. E lo spiega subito il sommario: “La sorella di Freddy avrebbe raccontato alla tabaccaia (Manuela Cacco) d’aver ammazzato Isabella”. Già il condizionale, magari d’obbligo, è deviante. E comunque questo è il racconto dell’amante del Sorgato fatto davanti ai pm e non la confessione di Debora (senza acca) che da quando è stata rinchiusa nel carcere di Verona non ha mai aperto bocca. Giriamo pagina. Che sarà meglio. Cronaca di San Donà, Jesolo e Eraclea: “La Donatella di Jesolo farà il tiramisù per Forno d’Asolo di Alessandro Benetton”. Che è il marito di Deborah (con la acca) Compagnoni e qualche (raro) amico chiama confidenzialmente Alex. E così è salva la trevigianità del dolce inventato dalla famiglia Campeol alle Beccherie, dietro Piazza dei Signori. Dove un tempo facevano anche una pasta e fagioli con il radicchio rosso e una faraona con la pevarada che erano la fine del mondo. Stasera invece vado a cena con Nico in Riviera al Mare Divino di Dolo, ma questo forse vi interessa meno. Neanche che si mangia divinamente bene il pesciolino di laguna? Provare per credere. Come diceva Guido Angeli del mobilificio Aiazzone trent’anni fa. E mi sembra ieri.