Questa foto spezza il capello in due: Benatia entra pulito sulla palla. Il resto non mi avrebbe disturbato più di tanto, a parte i soliti schiamazzi intertristi, se il Fatto Cuotidiano, con la ci iniziale mi raccomando, che ha per direttore un pentito bianconero al pari di Fede Emilio e Galliani Adriano, detto lo Squalo, non avesse ieri titolato: “Il Delinquente umilia Salvini”. E sin qui potrei essere anche d’accordo, ma ha pure aggiunto sempre in prima pagina: “Buffon e Agnelli hanno rievocato Moggi”. E allora sarà proprio il caso che torni e intervenga anch’io a due piedi sull’argomento rischiando magari di prendere un rosso, ma non importa. Anzi, l’espulsione dall’Italia dei Cetto la Qualunque e degli Zio Aurelio, del Grillo parlante e dei Del Piero chiacchierati, potrebbe diventare per me un punto di ripartenza e d’onore. Difatti non sto ancora qui a discutere se quello su Lucas Vazquez fosse rigore o meno, più sì che no mi è sembrato di primo acchito, più no che sì rivedendolo al moviolone (nella foto, ndr). Del resto non è nelle regole della Casa lamentarsi per un rigore come ha insegnato ai gobbi illo tempore Gianni Agnelli: “Queste sono cose che lasciamo fare ai provinciali”. Che una volta erano l’Avellino o il Lanerossi Vicenza, mentre adesso sono il Chievo degli asini che volano o il Napoli di Marx Sarri. Però a Marco Travagli(n)o vorrei dire che sono piuttosto Salvini e il suo Di Maio ad offendere ogni giorno l’intelligenza dei ben pensanti e, già che ci sono, gli ricordo pure quel che disse l’Avvocato a Tommaso Buscetta: “L’unica cosa di cui non si dovrà mai pentire nella vita è d’essere juventino”. Persino Sconcerti(no), che detesta la Juve più dell’acqua minerale, è arrivato a scrivere sul Corriere di Cairo: “Difficile contestarlo, difficilissimo accettarlo”. Così ho ricominciato a pensare che l’arbitro Oliver l’avesse fatta davvero fuori dal boccale. Ma a convincermi del tutto è stato un corsivo a caldo sul Corriere dello sport di Alessandro Vocalelli che non potrà di certo essere accusato d’avere le mutande bianconere come le portava Travaglio quando scriveva per il Giornale di Berlusconi e dal suo Delinquente, ex Cainano, prendeva lo stipendio. “La Juve ha vinto in campo e Andrea Agnelli ha stravinto fuori. Dopo l’impresa della Roma non è riuscito ai bianconeri di fare altrettanto solo perché gli arbitri si sono stavolta addirittura superati. Dopo aver negato un rigore netto a Cuadrado nella gara di Torino, stavolta l’inglese Oliver ha fatto saltare il banco punendo un intervento di Benatia che – visto e rivisto alla moviola – era nettamente sul pallone”. E ancora: “Nel dopo partita un lucidissimo Agnelli ha frantumato un sistema che continua diabolicamente a penalizzare le squadre italiane in Europa”. Con una colonna in prima e un’altra in ultima pagina del Fatto Cuotidiano non passa giorno che il nostro Travaglino non getti infamia addosso a Matteo Renzi e alla Cara Salma come lui ultimamente anche chiama Silvio. Bravo il mio Maramaldo, mi verrebbe adesso da tirarti le orecchie come fece qualche secolo fa Francesco Ferruccio: “Vile, tu uccidi un uomo morto”. O forse anche due. E invece preferisco ripeterti quel che ha detto il simpaticissimo Eraldo Pecci durante Il Sabato della Ds: “Quando fai così, sei più pesante di una mucca in braccio”. Come mi sarebbe anche piaciuto che il pentito Maramaldo avesse usato la stessa mannaia pure contro i suoi protetti del Movimento stellare quando, al convegno organizzato da Davide Casaleggio, hanno negato democraticamente l’ingresso al cronista della Stampa Jacopo Iacoboni perché “persona non gradita”. Ma forse è chiedere troppo. Così come pretendere dall’amico Andrea Scanzi, rossonero convinto, che si ricordi oltre che di Buffon e Muntari o di Moggi-Giraudo, anche di Collina e Meani, il Ministro del Milan di Berlusconi addetto ai rapporti con la classe arbitrale. Leonardo Meani era l’oste di Lodi che si sentiva spesso al telefono con Pierluigi Collina e che nel suo ristorante pranzava tutti i giovedì assieme a Carletto Ancelotti. Acqua passata. Però ora basta con il “Vanitoso” Collina. Ha ragione Andrea Agnelli. Almeno in questo. E basta anche con Alex Del Piero che per conto di Sky ha il dente avvelenato con la Juve e non perde occasione per criticare Max Allegri e Gigi Buffon. “Proprio non li capisco” ripete ogni qual volta può. Mentre tace quando De Laurentiis chiama la sua ex squadra “Rubentus”. E mi verrebbe pure da dire basta a Sky se non mi divertissero troppo le facce da funerale che fanno Caressa, Ambrosini e Bergomi dopo ogni vittoria della Juventus. Che, purtroppo per loro, nelle ultime diciotto giornate non ha mai perso e pareggiato solo un paio di partite. Però domani torna la Samp. Chissà? E pure il Var che sinora non ha tolto mezzo punto al Napoli. Anzi, gliene ha regalati quattro e altrettanti ne ha sottratti alla Juve. Così che adesso la differenza-punti tra le due sarebbe di dodici. Ma Travagli(n)o, come Alice, non lo sa.