Però adesso basta col vino, i Gervasoni, la Rai e Sky

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Non ci si può mai fidare di lasciarli soli. Questi benedetti figlioli. Neanche per un paio d’ore dopo cena a metà settimana. Specie quando soffia una gelida bora che piega in due le antenne della televisione e ti sconsiglia d’uscire di casa. Per una volta infatti che, dopo non so nemmeno quanti anni, ho tradito la mia Signora per una scappatella fuori città, quei ragazzacci si sono messi a scherzare con il fuoco e per poco non si sono bruciati. Però, prima d’andare avanti con questa storia, per fortuna a lieto fine, e prima soprattutto che la mia gelosissima figlia m’ammazzi sul serio, forse è il caso che cominci a precisare di cosa e di chi sto parlando. Quattro passi indietro: mercoledì sera. La mia Signora affronta la Beneamata nel ritorno di semifinale di Coppa Italia. A Torino ha vinto 3-0: Morata su rigore, ancora Morata, tris di Dybala, quasi una passeggiata. Penso allora, e penso male, di poter andare tranquillamente a Trivignano, dieci minuti non di più di macchina, dove si gioca il derby di pallacanestro tra due nobili decadute, il Basket Mestre e il Petrarca Padova. Il primo amore non si scorda mai. Anche se la posta in palio è solo l’ottavo posto nei playoff di serie C. Però Gold. Almeno questo. La partita finisce quando si rompe un ginocchio Prete, coach Longhin ha pochi cambi e li sbaglia tutti, non basta il talentuoso Eros Chinellato: vince con merito il Petrarca, ma mi sono divertito lo stesso e sono a casa che Inter-Juve deve ancora terminare. Ovviamente il derby d’Italia me lo vedo registrato dal fischio d’inizio di Gervasoni: ho due My Sky e ne approfitto appena posso. Ma perché ci racconti tutto questo un centinaio d’ore dopo la partita? Se avete un po’ di pazienza, magari anche lo capite. Se avete invece fretta, leggetevi pure la Gazzetta. Che giovedì ha titolato: Nerazzurri grandiosi. E tre giorni prima: Juve da statuette, Inter di statuine. Assegnando il premio Pernacchia, l’anti Oscar per il film peggiore, al povero Danilo D’Ambrosio. E chissà perché non a Meches Mancini. Valla a capire. Già non sopporto il turnover. Figuriamoci se ad Allegri salta in testa di lasciarne a riposo addirittura sette degli undici che domenica avevano fatto in mille pezzi le belle statuine. Ora infatti lo odio. Chi? Ovviamente il turnover. Cosa avevate capito? Quanto a Max Acciuga ha ammesso il grosso errore. Come già fece dopo la sconfitta con la Roma all’Olimpico. Lui dice di (sotto)valutazione. Io parlo piuttosto di formazione e di modulo. Centrocampo inedito: Cuadrado, Sturaro, Hernanes e Asamoah. Difesa a quattro con la quale all’andata la Juve ha perso a Napoli e a Sassuolo e pareggiato con il Chievo e l’Inter a San Siro. E all’attacco l’improbabile coppia Morata-Zaza. Ora ha promesso che per le sfide di marzo chiederà gli straordinari a quei sette intoccabili che mercoledì ha lasciato fuori. Gli voglio ancora credere, ma è l’ultima volta. Perché errare è umano, perseverare invece è diabolico. O volete per caso smentire Sant’Agostino? Intanto anch’io devo fare autocritica: quando ho letto che mercoledì l’arbitro sarebbe stato l’ineffabile Andrea Gervasoni da Castiglione delle Stiviere non dovevo assolutamente andare a vedere il derby di pallacanestro a Trivignano perché dal lasagnone mantovano potevo e dovevo aspettarmi di tutto. Soprattutto ricordando cosa aveva già combinato alla decima giornata in Sassuolo-Juventus 1-0. Non solo espulse Chiellini, ma negò un rigore sullo 0-0 ai bianconeri che, come twitta Marchisio, anche un non vedente avrebbe fischiato. E risparmiò il secondo cartellino giallo a Peluso e Berardi, oltre che il rosso diretto ad Acerbi che con una gomitata per poco non mi sfigurava Dybala. Succede, ma si può fare anche di peggio. Se vuoi. Magari regalando due gol irregolari alla Beneamata (fallo impunito di Medel su Hernanez e fuorigioco di Perisic) e non cacciando nell’overtime lo stesso rissoso croato che voleva fare a cazzotti con Cuadrado. Ora la Gazzetta ha avuto ancora il coraggio di dargli 6 e mezzo. Che sia intertriste lo si sa da tempo. Non sapevo invece che nella tribuna stampa di San Siro si potesse andare con la fiaschetta di vino senza poi sottoporsi alla prova del palloncino. Mentre alla Rai, già sin prima dei rigori, erano tutti ubriachi fradici e se la ridevano di gusto come fanno sempre quelli di Sky quando per caso inciampa la Juve. Dicono per questioni di audience, ma non è vero: semmai di odio nei confronti di una squadra che da un lustro ammazza il campionato degli italiani. Ma adesso basta. Diamogli un taglio. Mi avete veramente stufato. Voi, Gervasoni e Gazzetta dei miei stivali, Dalla Vite e Graziano, Cerqueti e Tramezzini, Caressa e lo Zio, Sconcerti e Sconcertini. E soprattutto bevete di meno. Vi fa male al fegato.