Basket Mestre in serie B e di nuovo a casa nel Taliercio

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Questo è lo Scacciapensieri numero 200. Non mi credete? Fate male. E comunque provate a contarli: il sito [email protected] (o com) è a vostra completa disposizione. Il 6 maggio del 2016 decisi di sostituire Il mio gazzettino con questa rubrica di 33 righe (e passa) di satira che aveva tutte le buone intenzioni d’essere anche quotidiana. Ma poi si sa come vanno le cose: non tutti i giorni si ha il tempo e soprattutto l’umore di scrivere le prime idee che ti frullano per la crapa. Anche perché nessuno mi dà un euro. Come invece tocca fare alla Gramella sul Corriere tranne che al sabato e al domenica. Difatti non tutti i Caffè gli riescono bene. Come quello di oggi. Anche se lo spunto non era male: bacchettare i sei salvinisti toscani che hanno sillabato da cani sulle loro magliette lo slogan Pri-ma-i-tos-cani. E nemmeno la conclusione: è la prova che conviene essere semi-analfabeti per avere una brillante carriera politica nella Lega. Però c’è poco da stare allegri quando invece sarebbe il caso di cominciare seriamente a preoccuparsi. E non mi riferisco tanto ai Test Invalsi che in pratica hanno rivelato che il 35 per cento degli studenti che hanno da poco affrontato l’esame di Stato di terza media non capisce un testo di italiano o che le scuole del sud sono un vero disastro se in Sicilia e soprattutto in Calabria il 60 per cento degli alunni della seconda elementare non sanno nemmeno la tabellina del cinque e figuriamoci quella del sette. Quanto che un italiano su tre ha votato Lega alle ultime europee e che il numero dei calvinisti sia in continuo aumento specie sotto il Volturno. E questo perché cresce l’ignoranza di pari passo al semi-analfabetismo che da sempre nel BelPaese ha ingrassato i fascisti. Giustamente Luca Bottura nel gradevolissimo #bravimabasta ha oggi precisato che la sua rubrica non si occupa di panini al prosciutto. Così come la mia nel suo piccolo non obbliga nessuno a leggerla. Men che meno su Facebook dove la rovescio dopo che l’ho pubblicata sul blog. Non vi garba quel che scrivo? Fate presto: mi togliete subito l’amicizia. In modo tale che mi risparmiate anche una fatica. Finalmente un bel titolo: Ombre rosse sulla Lega. Nella prima di Repubblica. Dei milioni di rubli che ha preso dal Cremlino il partito che fu di Umberto Bossi invece non parlo o, meglio, faccio come il Tg2 che – bontà sua- se ne è ieri sera occupato appena per 6 secondi e 2 decimi. Temo infatti come Roberto Papetti, direttore del Gazzettino sempre più vicino al Carroccio e lontano da Berlusconi, che quel poveretto di Marteo Salvini mi quereli come ha minacciato di fare mostrando la boccetta d’olio di ricino e il manganello. Anche perché, prima di finire in galera ogni Primo maggio come il fratello socialista di mio nonno, vorrei darvi nello Scacciapensieri d’oggi (nella foto con tanto di coppola, ndr) una notizia che mi sta molto a cuore: il Basket Mestre è stato pescato in serie B dopo che quest’anno aveva vinto 29 partite su 30 nella stagione regolare e aveva perso solo le due finali dei playoff con Monfalcone. E adesso mi pare anche giusto che torni a giocare la domenica nella sua casa che è il Taliercio alternando le partite con i campioni d’Italia della Reyer. Ora Napoleone Brugnaro mi dirà che questo non è possibile essendo anche il proprietario della squadra femminile, l’Umana, che pure punta a vincere finalmente lo scudetto, ma, ricordandosi che anche lui da giovane era tifoso della Vidal poi diventata Superga con l’avvento di Celada, Wingo, Harris e Antonelli, non mi potrà negare questo piacere. Tanto più che il Vega ha un seguito d’appassionati niente male, fedeli e numerosi, e un padrone (e sponsor) che si è già regalato l’esperto play mestrino Mauro Pinton con il quale tenterà in due o tre stagione la scalata all’A2. Dove è sbarcata l’Urania Milano che giocherà al Palalido e si è meritata addirittura un’intera pagina (o quasi) sulla Gazzetta dello sport soltanto perché Giorgio Specchia, ex capo ultrà dell’Inter e ora capo del basket nella redazione di Mamma Rosa, è il primo tifoso di quella che vorrebbe essere l’altra Milano come ai tempi dell’All’Onestà, Mobilquattro, Xerox o Isolabella. Insomma la squadra degli straccioni. Come li chiamavamo le scarpette rosse arricciando il naso.