Trecento33esimo articolo di (im)pura satira cestistica in poco più di due anni. Eppure ho anch’io un Sancio Pancia che m’insulta perché dice che sono pigro e che dovrei invece scrivere di basket su questo blog tutti i santi giorni. O quasi. Incontentabile. Tanto più che mi leggono in quattro gatti. Dicono in giro. E allora perché lo faccio? Perché sono un rompipalle nato. E mi diverto un sacco, nel tempo libero, a tormentare gli amici che si credono dei padreterni e sono invece solo dei poveri cristi in croce. Per esempio chi pensano di prendere per i fondelli quando vi vorrebbero far bere che l’Italia è in trepida attesa del preolimpico che è cominciato due ore fa a Torino? Sale la febbre, hanno oggi titolato, per la partita degli azzurri in diretta su Sky. Ma di che sport stiamo parlando? E’ la prima comune domanda. Di palla nel cestino. Ah già: mi pareva d’averlo sentito dire da mia suocera mentre ne discuteva con la badante bielorussa e le diceva che qualcuno prima o poi dovrebbe decidersi a cucire quelle benedette retine. E la seconda? Contro chi gioca l’Italia? Chiedono fingendosi curiosi. Con la Tunisia. Ah, buona a sapersi: non avremmo infatti mai immaginato che in Tunisia giocassero a basket e che fossero anche così forti. In effetti non lo sono, ma non importa: questo non lo si deve far sapere alla gente. E meno che meno che pure la Grecia e la Croazia sono poca roba. Altrimenti Giannino s’arrabbia. Giannino chi? Scusa, forse quello che aveva fondato un partito e diceva d’avere due lauree: una in economia e l’altra in giurisprudenza e non era vero niente? No, quello è Oscar Giannino. Ah, adesso ho finalmente capito: stai per caso parlando del ristorante da Giannino in via Victor Pisani a Milano dove vanno sempre a mangiare Adriano Galliani, il Berlusca e la Minetti, Signorini e Malgioglio? Andavano, mi permetto di correggervi: quel Giannino ha chiuso da più di un anno e si è spostato in Piazza Duomo, ma non è più la stessa cosa. Parlavo di Giannino Petrucci, il presidente della federazione e sindaco di San Felice Circeo. Ci spiace, ma proprio non lo conosciamo. Meglio: non avete perso niente. E comunque, restando in discorso e sforzandomi di far la persona seria almeno per una volta nella vita, vorrei chiedere un favore a Sky in nome di un’amicizia decennale e di due abbonamenti da 72 euro a botta. Mi piacerebbe che nelle prossime 24-48 ore mi facesse conoscere i dati d’ascolto di Italia-Tunisia in esclusiva sulla sua piattaforma dopo che con molta solerzia si è affrettata a comunicarci il record di 3.109.900 telespettatori stabilito sabato sera dall’emittente italiana di Murdoch per la partita degli Europei tra gli azzurri del Conte Antonio e i tedeschi di Joachim Loew. E non se ne vergogni se saranno un decimo di quelli del pallone. Anzi, farei salti di gioia se fossero trecentomila o poco più. Soprattutto se la telecronaca è stata dell’insopportabile Flavio Tranquillo e del laureato Davide Pessina. Con assistente So-na-lagna. Perché Danilo Gallinari, che pure adoro, può anche mettersi in ginocchio e gridare finché vuole, anche più di Ciccioblack se ne è capace: “Ora tifate per noi”. Purtroppo gli italiani non lo accontenteranno. Non per cattiveria o per antipatia verso uno sport bellissimo, ma per una ragione molto semplice: il milione e passa di ascolti per la nazionale di basket di Ettore Messina li può fare solo la Rai anche sulla terza rete o, in casi eccezionali, pure su Raisport come per la probabile finale di sabato tra Italia e Grecia. Ma Giannino Petrucci ha preferito prendere trenta danari da Sky, con la quale è culo e camicia, piuttosto che entrare nelle case degli italiani e fare un pieno d’audience e d’entusiasmo. Vallo a capire. Faccio sempre più fatica. Ma purtroppo queste cose le scrivo solo io. Per fortuna direte voi: tanto non ti legge nessuno. Va bene: incasso il colpo basso. Però, se permettete, almeno non mi faccio prendere per il sedere come chi ha ascoltato il Messi(n)a in buona fede affermare: “Spero che chi ha seguito il calcio ora tifi anche per noi” e non gli ha fatto notare che solo sulla tivù di Stato, durante gli scellerati calci di rigore, Germania-Italia 7-6 ha toccato il picco di 17 milioni e mezzo di telespettatori. Italia-Tunisia è appena finita: 68-41 per gli azzurri. Gli africani durano un tempo (27-29), poi scoppiano: appena due punti nel terzo quarto. Mvp Bargnani (15). Bene Belinelli (11) in maschera e Aradori. Buona difesa. Male Datome e Melli. Noi troppo scolastici, loro troppo scarsi. Attaccava meglio la nazionale di Simone Pianigiani. E non bestemmio. Tutto qua. E così domani avrò altro da raccontarvi di ben più avvincente e senza allontanarmi da Torino. Dove nell’assemblea infuocata dei sedici club di serie A si potrebbe anche arrivare allo scioglimento della Lega o all’accantonamento della Milano del Livi(d)o Proli e dei suoi due o tre alleati, tra le quali la serva sciocca di Napoleone Brugnaro, se non ci sarà unità d’intenti e nessuno vorrà dare una mano alle quattro coraggiose ribelli contro il tiranno di San Felice Circeo che ha un dio per conto suo. Di nome Bau Bau Mann, di razza svizzera. Che sta ammazzando il nostro già povero campionato di basket.