Avellino può già cominciare a sognare la finale scudetto

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Se non scrivo, potrei diventare matto. E non sono il primo, né sarò neanche l’ultimo a confessarlo. Però se c’è una cosa che mi fa davvero impazzire è fare le pulci a Mamma Rosa. Che si gratta dalla mattina alla sera. Proprio come la redazione del basket di Sky. Dove non sanno più come sbarcare il lunario, hanno perso l’EuroLega e persino il campionato di A2, oltre a quello della massima serie. Eppure sono ancora uno più di cento e hanno stipendi da capogiro. Nonostante la nazionale di Sacchetti giochi tre volte all’anno e sarà sempre tardi quando Tanjevic riuscirà a convincere Petrucci di riportarla in Rai. E allora cosa fanno? Nulla di niente per tutto il santo giorno. Che passano seduti intorno ad un tavolo a raccontarsela e ad idolatrare Ciccioblack Tranquillo. Il quale, poco prima di mezzanotte, mette a letto il nonno di Heidi, gli rimbocca le coperte e poi si mette ad urlare alla luna. Guardando le partite della Nba e disturbando i vicini di casa che si domandano inquieti: ma cosa strilla a fare? E nessuno riesce a darsi una spiegazione. Robe da non credere. Come che si buttino via due pagine della Gazzetta per far felice Mario Canfora che ha deciso per conto suo d’eleggere Goran Dragic miglior giocatore europeo del 2017. Ora non voglio discutere per partito preso qualsiasi scelta di C10H16O. Anche perché sembrerebbe che ce l’abbia con lui e non è assolutamente vero. Però non ditemi che il Dragic di Lubiana è più bravo del compaesano Luka Doncic solo perché gioca nei Miami Heat e l’altro  ancora nel Real Madrid. Intanto tra i due fuoriclasse sloveni, campioni d’Europa in carica, ci sono ben tredici anni di differenza e il giovanissimo merengue ne compirà diciannove alla fine di febbraio. E poi non c’è paragone: Goran non è ancora una superstar della Nba, mentre l’enfant prodige lo diventerà al centouno per cento. E sono così convinto di quel che dico che, se per caso mi dovessi sbagliare, giuro che vado a piedi da qui a Milano e in ginocchio bacio le mani al napoletano che non è neanche parente alla lontana del grande maestro Canfora. Piuttosto stasera si giocano tre anticipi dell’ultima giornata del girone d’andata che non sono neanche male: Trento-Avellino, Pesaro-Sassari e Bologna-Reggio Emilia. E Mamma Rosa che fa? S’occupa del caso Goudelock neanche fosse la guardia di Atlanta il vero problema della squadra di Livio Proli e non l’ennesima scusa buona per spiegare il nuovo fallimento in Europa di una squadra che quest’anno costerà più di venti milioni di euro e che, dopo la vittoria di ieri sera dell’Efes sulla Stella Rossa, è rimasta sola all’ultimo posto della classifica d’EuroLega esattamente come l’anno passato. Quando era allenata dal Gelsomino piangente Repesa e la colpa di quel disastro era ovviamente tutta sua. Come adesso è di Andrew Goudelock e domani sarà magari di Simone Pianigiani. Ma per favore. Vincesse stasera la Sidigas a Trento, e non è detto, anzi sarà parecchio difficile, Avellino sarà campione d’inverno indipendentemente dalla sfida di domani al Forum tra l’EA7, o come cavolo volete chiamarla, che Carlton Myers non ci capisce più nulla, e i campioni d’Italia della Reyer come straordinariamente successe qualche tempo fa ad un altro club del sud d’Italia: la spensierata Brindisi di Fernando Marino. Ecco: non sarebbe stato più interessante sviluppare questo tema e gonfiarlo a tutta pagina? Spiegatelo voi ai sapientini della Gazzetta o agli Zapelloni Mazzanti Vien dal Mare. Che io sarei anche stufo. E caso mai vi dico che quest’anno con Avellino tutti dovranno prima o poi fare i conti: anche sino alla finale scudetto. Perché Pino Sacripantibus ci crede e Nicola Alberani ha costruito una squadra che ha un capo e una coda. Da Filloy a Fesenko. Aspettando il recupero di Shane Lawal. In più a Gianandrea De Cesare il giocattolo comincia a piacere e i soldi di certo non gli mancano per realizzare il grande sogno già riuscito a Napoleone Brugnaro.