Stamattina non mi sono nemmeno fatto la barba. Tanto chi si muove oggi di casa con questo freddo? Già ieri sera, uscendo dal Palaverde, mi pareva d’essere un ghiacciolo. E battevo i denti come un eschimese dell’Alaska in mutande. Con le foche intorno che se la ridevano di gusto. Mentre i pinguini sono al Polo Sud: mi raccomando. Altrimenti siete più ignoranti di quel campione del mondo che allungò una mancia al portiere d’albergo di Cesena raccomandandosi di dargli una stanza con vista sul mare. Sarà una lunga domenica di basket davanti alla televisione. Sperando in qualcosa di meglio dell’anticipo del sabato e di quello di mezzogiorno in serie A. Con Luca Gregorio Magno che parla di Reggio Emilia ridotta all’osso per le assenze di Llompart, De Vico e Aguilar. Cosa dovrebbe dire allora Avellino che al PalaDesio si è presentata con solo due stranieri, Keifer Sykes e Patric Young, come piacerebbe tanto a Boscia Tanjevic, ma è matto, e con Spizzichini e D’Ercole, oltre all’italo-argentino Ariel Filloy, nel primo quintetto del povero Nenad Vucinic? E comunque non tutti i mali vengono per nuocere: mi ero dimenticato del telecronista di Eurosport che d’inverno scende di bicicletta e, invece di darsi all’ippica o al ciclocross, s’occupa di palla nel cestino divertendo le foche del circo Togni ma anche i pinguini reali della Terra del Fuoco. Ve li immaginate infatti i grissini di Devis Cagnardi ridotti all’osso? Al confronto Gandhi era più grasso di Ciccioblack che si è messo a dieta e ora mangia solo Riso Scotti Gran Nero che neanche sapete quanto gli faccia bene. Basta che non s’ingozzi. Riso in bianco o, al massimo, con l’aggiunta di un po’ di tonno rosso in scatola, però esclusivamente del Mar Nero. Mentre a Luca Gregorio, che nemmeno gli appassionati del ciclismo riescono a digerire sino in fondo, tanto che l’anno scorso scatenarono una rivolta sul web contro di lui e in favore di Salvo Aiello inspiegabilmente rimosso da Eurosport, assegno il numero di tessera 062 della Band dell’Osiris e non ne parlo più. Il freddo di solito è becco o è cane. Ebbene ieri sera al palasport di Villorba, dove è nato Massimo Zanetti, il signor Segafredo, il freddo era tanto becco quanto cane. Eppure, nonostante ciò, non mi sono pentito un secondo d’esserci andato. Anzi. Perché il tifo per la De’Longhi è sempre caldo. Altro che quello del Taliercio. Dove basta che la Reyer vada sotto di qualche punticino ed è il gelo assoluto. E perché la Treviso di Max Chef Menetti, quando vuole, sa essere piacevole e convincente anche senza un americano. E qui mi tocca di nuovo dar ragione al grande Paron Zorzi che durante la settimana mi ha confessato che quasi quasi si diverte di più a vedere una partita di A2 che della massima serie. In effetti guardando Banco di Sardara-GrissinBon mi sono abbioccato in poltrona come mi succede d’estate durante un Gran Premio di Formula 1. E mi sono risvegliato solo quando Raphael Gaspardo per poco non è venuto alle mani con Jach Cooley. Al Palaverde ha arbitrato una donna molto carina e parecchio determinata. Più brava dei due fischietti maschi. Che avrebbero dovuto espellere Andrea Crosariol che gioca nella Bakery di Piacenza e ha fatto diventar matto per tutto l’incontro il suo allenatore, il caro Patata Di Carlo (055). Che d’ufficio depenno dall’elenco dei massoni di Tranquillo in quanto, come ho scritto nella motivazione, ha già espiato tutte le sue colpe dovendo ogni santo giorno sopportare le lune dell’ex azzurro di Recalcati e Sacchetti che nel primo tempo non ha sbagliato un colpo (un tiro e un canestro) e catturato persino un rimbalzo, perdendo però tre palle, mentre nel secondo si è particolarmente distinto per aver spinto a due mani Matteo Chillo in braccio ai cronometristi e ai segnapunti del tavolo. L’arbitro internazionale con la coda di cavallo è una ragazza di Fermo assai in gamba che compirà, se si può dire, 31 anni il 31 di questo mese e si chiama Silvia Marziali, laureata in medicina e medico di base. Chapeau. Con lei si è complimentato anche Max Chef (nella foto di ieri sera). Che ha fatto bene a dare un calcio sul sedere al pigro Maalik Wayns e ad arrangiarsi con quel che ha. Che non sarebbe nemmeno poco se Giovanni Tomassini non dovesse essere di nuovo operato ai crociati del ginocchio e arrivasse un playmaker di qualità come purtroppo non c’è oggi sul mercato. Anche se il primo quarto giocato da Matteo Imbrò è stato davvero eccellente. Doppia doppia (18+12 rimbalzi) di Amedeo Tessitori eccitato dall’indolenza di Crosariol e un Michele Antonutti (pure 18) da leccarsi i baffi. L’importante è che a Treviso si tolgano subito dalla zucca che la De’Longhi possa domenica fare il solletico alla Fortitudo. Che è di un’altra categoria e una vera macchina da guerra: cento punti tondi tondi rifilati a mezzogiorno in quel di Faenza all’Andrea Costa Imola di Di Paoloantonio che non è una squadra proprio da buttare, ma che dal primo minuto all’ultimo è stata comunque dominata e messa in soggezione da Kenny Hasbrouck (16) e Daniele Cinciarini (18). Senza che Leunen e Rosselli dovessero fare gli straordinari, ma recuperando in pieno anche Mancio Mancinelli (10) che ha finalmente gettato nel fuoco le stampelle ed è tornato in pista tuonando come i cannoni di Navarone.