Il Paron mi ha simpaticamente ripreso: “Ti ga finio de scrivere monae”. Serve la traduzione? Non penso. Le monate sarebbero state il duello tra Macron e Le Pen, dove per fortuna ha vinto il buon senso dei francesi, e il derby di Torino, dove la fortuna non è stata amica della Juve due. Ma come sempre ha ragione Tonino Zorzi. Che mi conosce bene e ha intuito il fastidio, spero del momento, per le cose della palla nel cestino e la sua gente. Alla quale non si può più dire niente. Altrimenti si offende. Potrebbe essere, questo, anche il testo di una filastrocca. Che magari sarebbe piaciuta al grande Lucio Dalla. Che amava il basket. Anche se non ne capiva un accidente. Come Napoleone Brugnaro. Ma non importa. E comunque quale sarebbe stata la griglia di partenza dei playoff ve l’avevo anticipato da tempo. Almeno da un paio di settimane. Milano-Capo d’Orlando, Venezia-Pistoia, Avellino-Reggio Emilia e Trento-Sassari sono infatti gli accoppiamenti dei quarti: non ne ho sbagliato mezzo pur non arrivando a immaginare che il Banco di Sardara potesse perdere a Caserta e la GrissinBon spudoratamente a Cremona, ma mi è andata bene lo stesso. Né lo zingaro mi ha fatto le carte, e mi ha chiamato vincente, per indovinare gli mvp dell’anno di grazia duemila e diciassette. Di Marcus Landry avevo già scritto durante le final eight di Coppa Italia di Rimini. Che non si giocheranno più a Rimini: questo è poco ma sicuro. E così ho dato un’altra notizia: contento, Paron? Mentre che Vincenzino Esposito meritasse il titolo di miglior allenatore della stagione ho preceduto Mamma Rosa di due mesi e mezzo. Quasi tre. Leggete il mio blog e poi provate a dirmi ancora che racconto storie che vi strozzo. Nonostante, ripensandoci, non sarebbe stato uno scandalo se Walter De Raffaele e Attilio Caja avessero vinto loro. Ho visto domenica la Reyer stritolare Brindisi in una partita nella quale servivano i due punti solo alla squadra di MaraMeo Sacchetti. Che è tentato di dire sì al notaio di Caluso, Antonio Forni, che è l’insofferente presidente di Torino. Eccoti, Tonino, un’altra chicca: così stai buono. Anche se pure a te dispiacerà sapere che Frank Vitucci sarà liquidato con un piccolo buyout dalla Fiat. Che in verità vorrebbe trattenere il mio paisà non fosse altro perché ha educato assai bene David Albright Okeke, diciotto anni, uno dei pochi giovani italiani che nella stagione hanno meritatamente ottenuto il diritto di cittadinanza in serie A. Gli altri sono Diego Flaccadori e Simone Fontecchio, però d’entrambi già si sapeva. Dicevo della Reyer. In molti sostengono che le sue fortune siano molto legate alle lune, di solito buone, dei suoi formidabili tiratori, ma non è proprio così. Piuttosto è una squadra molto forte e lunga, al punto che domenica non ha giocato Bramos, il mio mvp del campionato, e nessuno ci ha fatto quasi caso. Bravo Ray Ban, ma anche Artiglio. Che con la resuscitata Varese ha vinto otto delle ultime undici partite. Ovvero come Trento dell’ottimo Boscaglia Buscaglia, che Caja ha pure battuto a Masnago, e una sconfitta meno di Milano. Che sarà di nuovo campione d’Italia, ma questa, caro Paron, non credo che sia neanche per te più una primizia. Piuttosto, se mi domandi perché Sacchetti potrebbe ritornare a Torino visto che sta da papa a Brindisi, ti rispondo subito: semplicemente perché a Torino starebbe meglio, si sentirebbe di casa e difatti ci porterebbe volentieri pure il figlio Brian. Del resto Nando Marino, l’ex presidente di Lega, si è già guardato intorno e ha puntato gli occhi su Vincenzino Esposito. Che di sicuro lascerà Pistoia, checché abbia raccontato oggi a Mamma Rosa, e non ha detto no a Brindisi, però andrebbe di corsa a Reggio Emilia. Come si augura il suo procuratore, Riccardo Sbezzi. Al quale per una volta do io una dritta. A patto che non la giri poi alla Gazzetta e al Gazzettino. Il protetto dei protetti del Gabibbo di Ragusa è stato corteggiato di recente dal Banco di Sardegna. E non mi si venga a dire che non è vero perché so anche precisare da chi, dove e in quale occasione Pietro il grande Aradori (nella foto con l’ex Guendalina Canessa) è stato avvicinato per conto di Sassari. E così adesso spero d’aver fatto felice il caro Paron. Al quale tengo come a un padre. Non ancora? E allora dai. Gli regalo un altro paio di notizie: 1. Venezia ha nel mirino Paul Stephan Biligha che è appena retrocesso con la Vanoli. 2. Il direttore generale della Lega, Federico Zurleni, è ormai arrivato al capolinea. I dettagli domani o dopo. Perché adesso devo scappare: ho infatti promesso a due amici, uno intertriste e l’altro bauscia, d’andare con loro al cinema per lo spettacolo delle venti del martedì sera a cui sono da un pezzo abbonati. Ma se c’è la Juve in Champions? Me ne ero ahimè scordato.