Accade che Milano cada dopo non so neanche quanto tempo. Mi dicono più di cinque mesi. E pure stavolta senza Daniel Hackett che dunque resta, in Italia, l’unico a non aver ancora perso una sola partita di (questo) campionato. Prima o poi doveva succedere, ma solo il fatto che sia successo in un derby con gli odiati cugini di campagna, e per lo più alle porte della città che si prepara all’Expo, fa ancora un sacco di (eccessivo) rumore. Più di una Juve battuta a Parma. Incredibbile, con due bi, come direbbe il vecchio Sandro Piccinini. Sin da piccolo, cioè da quando ero poco più alto di Brunetta sulle spalle di Berlusconi, i due sponsor di Napoleone Brugnaro, mi hanno insegnato che tra fratelli ci si deve voler bene soprattutto nei momenti di difficoltà di uno. E dunque per una volta che Alessandro ha dato una mano a Stefano, che rischiava di vedere i prossimi playoff in televisione se avesse perso giovedì sera con l’Armani, non ci vedo proprio nulla di strano. Anzi. Mi è sembrato un gesto molto carino all’interno di una famiglia assai unita che va alla partita con la fidanzata del più grande seduta alla destra di mamma Maria Vittoria e Isabel, la bella morosa brasiliana del più famoso, alla sinistra del padre Nando. Piuttosto è difficile da capire, e ancor più da spiegare, come una squadra che perde di venti a Mestre senza batter ciglia, mostrando una fragilità caratteriale disarmante, possa a distanza di quattro giorni mettere i piedi in testa ai campioni d’Italia e batterli di altrettanti venti punti. Lo ripeto: Hackett non è stato della partita. E nemmeno James si è alzato dalla panca. In più all’EA7 nessuno può più togliere il primo posto nella regular season neanche dovesse essere sconfitta in tutte le ultime quattro giornate. In più lascio a Sandro Gamba il giudizio sulla prova di Alessandro a Desio: “Incommentabile”. E ancora: “Soprattutto tenendo conto che Gentile è il capitano dell’Armani ed è indicato da più di qualcuno come il futuro Larry Bird della Nba”. Ora, se avessi stroncato io con la stessa (perfida) ironia il figlio dell’ex Bonsai di Caserta, probabilmente da domani non mi sarei più fidato d’attraversare la strada lontano dalle righe zebrate e mi sarei comunque sempre dovuto guardare alle spalle. Ma evidentemente a Gamba è concesso di dire quel che gli pare e piace dall’alto del pulpito di Repubblica. Noblesse oblige. Però poi non ditemi che sono la penna più cattiva e velenosa della nostra pallacanestro. Tornando a monte, i quaranta punti di differenza tra la ributtante prestazione dell’Acqua Vitasnella con la Reyer e l’esaltante successo sull’Armani di giovedì non si possono spiegare neanche con la straordinaria partita di Stefano Gentile o di Lucifero Willams o di Johnson Odom. Quanto piuttosto a quel è che successo domenica nello spogliatoio del Taliercio. Adesso, se ben vi ricordate, l’altro giorno ho scritto che avevo sguinzagliato i miei segugi per andare a scoprire dove si fosse andato a nascondere Sacripantibus nel terzo quarto. Ebbene sono tornati al maniero con la coda tra le zampe e le orecchie che toccavano terra dicendomi, sconsolati, che non l’avevano proprio scovato. Per fortuna, oltre ai segugi, ho in laguna anche le mie talpe. Le quali mi hanno puntualmente raccontato il diavolo a quattro che ha fatto Anna Cremascoli nella pancia del Taliercio una volta allontanati i figli che l’avevano accompagnata nella gita a Venezia. Insomma l’hanno sentita sbraitare persino i gondolieri di San Stae e i croupier di Ca’ Vendramin Calergi. Non ci credete? Chiedetelo allora a World Peace se a tutti i suoi Panda non ha forse tappato le orecchie perché non prendessero paura e volessero tornare di corsa in Cina? E comunque hanno tremato le paratie del Mose ed è quasi crollato il campanile di San Marco. Ora quella dei presidenti che si precipitano negli spogliatoi, sbattono la porta e strillano ai giocatori è diventata una brutta moda del nostro basket inventata negli ultimi anni proprio da Napoleone B(u)onaparte Brugnaro. Però stavolta non me la sento di censurare Anna Cremascoli che è una signora dei canestri e una donna molto dolce. Evidentemente l’avevano tirata per i capelli e le avevano fatto perdere le staffe. Se invece mi chiedete perché non ho raccontato prima questa storiella, forse vi siete dimenticati che ieri era venerdì 17 e, come me, avreste fatto bene anche voi a starvene tutto il (brutto) giorno a letto. Sotto le coperte.